Jannis Kounellis

In mostra a L’Avana, Jannis Kounellis presenta una vasta gamma di dipinti, strutture e spettacoli che hanno l’obiettivo comune di esprimere le tensioni della società contemporanea.

Jannis Kounellis, Senza Titolo, Site-specific work for Cuba, 2015. Courtesy: the artist and Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana. Photo Paola Martinez Fiterre.
Con l’uso diretto di materiali considerati extra-pittorici, Jannis Kounellis sfrutta forme, colori e profumi caratteristici di elementi primari, naturali o artificiali, trasformandoli in poetiche attraverso l’immaginazione, la mitologia, gli ideali classici e religiosi e la passione.
 Jannis Kounellis, Senza Titolo, chairs, wardrobe pieces diameter 315 cm, 2015. Courtesy the artist and Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana. Photo Oak Taylor-Smith
In apertura: Jannis Kounellis, Senza Titolo, Site-specific work for Cuba, 2015. Courtesy: l'artista e Galleria Continua, San Gimignano / Pechino / Les Moulins / L'Avana. Foto Paola Martinez Fiterre. Sopra: Jannis Kounellis, Senza Titolo, sedie, pezzi di armadio, diametro 315 cm, 2015. Courtesy l'artista e Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana. Foto Oak Taylor-Smith
La sua produzione artistica include una vasta gamma di dipinti, strutture, performance e spettacoli teatrali che hanno l’obiettivo comune di esprimere le tensioni della società contemporanea, la sua frammentarietà, complessità e molteplicità.
Jannis Kounellis, Senza Titolo, sheet metal, coats, beams, 200 x 900 cm, 2015. Courtesy the artist and Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana. Photo Oak Taylor-Smith
Jannis Kounellis, Senza Titolo, lamiera di metallo, cappotti e sbarre, 200 x 900 cm, 2015. Courtesy l'artista e Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana. Foto Oak Taylor-Smith
L’abbandono della tradizionale rappresentazione pittorica con un approccio più radicale e “fuori dagli schemi”, gli permette di allontanarsi da un formalismo astratto verso un discorso più concettuale. Il suo linguaggio artistico, come quello del 1967, gli permette di creare spazi basandosi su luoghi e contesti differenti.

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