Algaevator

Progettato al MIT, Algaevator è un ambiente artificiale che favorisce la riproduzione di alghe con l’introduzione di movimenti lenti, luce e anidride carbonica.

Che cosa significa dar forma e abitare un’infrastruttura? Il padiglione del BoTT Lab al MIT indaga il potenziale delle biotecnologie per creare superfici architettoniche leggere e trasparenti. Un fotobioreattore di alghe è un ambiente artificiale usato per aumentarne la produzione attraverso l’introduzione di un lento movimento e di anidride carbonica, provvedendo una maggiore esposizione alla luce solare. Le alghe verranno utilizzate per vari prodotti di consumo e combustibili alternativi.

In apertura: Jie Zhang & Tyler Stevermer, Algaevator. Photo Dheera Venkatraman. Sopra: Jie Zhang & Tyler Stevermer, Algaevator. Photo Iwan Baan

In genere i dispositivi utilizzati per la riproduzione delle alghe sono nascosti in strutture agricole e industriali. Il progetto propone una copertura resistente agli agenti atmosferici che ha valore sia spaziale sia produttivo.

Jie Zhang & Tyler Stevermer, Algaevator. Photo Iwan Baan

La ricerca mostra che i fotobioreattori che si basano sulla forza di gravità (per cui le alghe non vengono mai toccate da meccanismi e pompe, sfruttando invece bolle d’aria e gravità) hanno un rendimento maggiore in quanto offrono movimenti più delicati e favoriscono l’introduzione di anidride carbonica. Tre spirali separate si avvolgono tra loro in una membrana multi-strato resistente all’acqua.

Jie Zhang & Tyler Stevermer, Algaevator. Photo Iwan Baan

La forma a imbuto ottimizza l’esposizione al sole per la riproduzione delle alghe, è in grado di raccogliere l’acqua piovana necessaria al processo bio-tecnologico e divide la forma cubica del padiglione altrimenti aperta.

Jie Zhang & Tyler Stevermer, Algaevator, 2016


Algaevator
Tipologia: padiglione
Architetti: Jie Zhang e Tyler Stevermer, in collaborazione con Selgascano
Completamento: 2016