Branzi interviene sullo spazio espositivo per raccontare, attraverso i suoi oggetti – che non sono più strumenti di arredamento, ma testimoni parlanti del presente – storie e riflessioni sulla corrispondenza tra i concetti di vita e di morte.
“Da tempo ho constatato che tutto l’apparato linguistico e i fondamenti della modernità classica, sono scaduti” – racconta Branzi alla curatrice. “Un certo ottimismo elegante, razionale, geometrico su cui si è fondata la gran parte della modernità ha escluso tutti i grandi temi antropologici: la vita, l’eros, il sacro, la morte, il destino degli universi animali e vegetali. Nel XX secolo altre attività creative, come la musica, l’arte e la letteratura si sono profondamente rinnovate immergendosi nel travaglio della storia mentre la cultura del progetto ha preferito dare voce alle sole mutazioni della disciplina. Io credo sia urgente che la cultura del progetto cominci a elaborare dei linguaggi nuovi legati a una nuova drammaturgia e a nuove tematiche antropologiche”.
fino al 4 marzo 2016
Andrea Branzi – Anime
Curatore: Emilia Giorgi
Fondazione VOLUME!
via di San Francesco di Sales 86/88, Roma
