Domus 991 è in edicola

In questo numero: le Torri Harumi a Tokyo di Richard Meier & Partners Architects; due case, in Messico Casa Flora di Módica, Ledezma e Del Rio per l’artista Danh Vo, e una villa in Libano; i ponti di Expo di Antonio Citterio Patricia Viel and Partners; e un commento di Finessi sul Salone.

Domus 991 maggio, dettaglio
Dopo aver chiamato, negli scorsi editoriali, prima la generazione di mezzo e poi quella dei giovanissimi, l’editoriale di maggio si rivolge direttamente ai maestri chiedendo loro di non ritrarsi ma di essere anche fisicamente presenti per interagire con le generazioni successive alla loro.

I progetti di architettura di questo mese vanno dalle Torri residenziali Harumi a Tokyo di Richard Meier & Partners Architects; a due case – in Messico Casa Flora di Módica, Ledezma e Del Rio per l’artista Danh Vo, e in Libano, Casa T di Youssef Tohme e Anastasia El Rouss –, a un’infrastruttura, i ponti di Expo a Milano di Antonio Citterio Patricia Viel and Partners.

Beppe Finessi fa il punto sulla Milano Design Week, di cui la rivista presenta anche il progetto di De Lucchi per il Salone ufficio, l’installazione di Stocchi Favilla, l’arnia di Faccin e gli allestimenti di Gilad per Flos e di Morrison per la mostra degli ottant’anni di Molteni.

Il curatore del Padiglione Italia alla Biennale d’Arte di Venezia, Vincenzo Trione, racconta la sua mostra invitando gli artisti a confrontarsi con la necessità di saldare il presente con il passato esponendo i propri lavori in stanze che nell’insieme costruiscono una piccola città.

Fondata 50 anni fa in alternativa all’Accademia di Belle Arti di Copenaghen, la scuola di Architettura di Aarhus, in Danimarca, si è connotata per l’attenzione posta all’architettura come “arte del costruire”, unendo la ricerca scientifica con quella squisitamente progettuale. Mentre da Londra Florian Beigel e Philip Christou, del laboratorio di ricerca progettuale alla London Metropolitan University, l’Architecture Research Unit, descrivono così il loro approccio all’insegnamento: “La professione informa l’insegnamento e l’insegnamento informa la professione. In questo modo, c’è sempre equilibrio tra professione, ricerca e formazione”.

Nel Feedback è Istanbul la città a cui guardare. La racconta a Domus Faruk Malhan, sottolineando come la nuova città che si dispiega oggi e che rappresenta la possibilità di viverla e costruirla in modo alternativo a quello dello sviluppo solo immobiliare si fonda su modelli aperti, partecipati, interdisciplinari.

Nell’elzeviro Enrico Regazzoni si chiede se la bellezza sia il criterio più adatto per valutare una buona architettura.

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