Ritratto di donne

In mostra alla Collezione Maramotti i progetti Legami di Alessandra Ariatti e Moll di Chantal Joffe, che mettono in dialogo i loro nuovi ritratti, ancorati alla cultura contemporanea.

Chantal Joffe, Moll
Alessandra Ariatti e Chantal Joffe hanno concentrato la loro ricerca artistica nel ritratto, una tradizione figurale che ha percorso ininterrottamente l'arte occidentale (ma non solo) dal Quattrocento a oggi.
I ritratti di queste artiste, poste in dialogo nella mostra “Ritratti di donne”, sono ancorati da una parte alle estetiche, o meglio alla cultura, dell'arte contemporanea e dall'altra, forse ancor più intimamente che per gli artisti del passato, al milieu nel quale esse vivono e operano. La loro connessione formale, tuttavia, termina qui.
Chantal Joffe, Moll
In alto: Chantal Joffe, Moll, 2010, olio su tavola, 280 x 203 cm, particolare. Qui sopra: Chantal Joffe, a sinistra, Moll with the Cat 2014, olio su tela, 213,5 x 152,5 cm; a destra, Bumptious Mansions, 2014, olio su tela, 243,8 x 183,5 cm. Courtesy the Artist, Victoria Miro Gallery, Collezione Maramotti © Chantal Joffe

Ariatti dipinge gruppi di figure che hanno una precisione iper-fotografica, funzionale alla possibilità di sondarne la profondità psicologica e l'intensità di interrelazione umana.

L’artista si sofferma essenzialmente sui volti e sull'accentuazione del loro costituirsi in un mini-nucleo sociale, sottolineato dal titolo generale che ha dato al suo gruppo di opere: Legami. Ciò che le interessa, nella pratica della sua pittura, è la possibilità di mettere in luce una relazione tra i soggetti delle opere e l’artista e di generare un dialogo con lo spettatore.

Joffe, nelle quattro opere esposte, rappresenta invece insistentemente, quasi ossessivamente, una sola figura e a tutto campo – intera o quasi, immersa in uno spazio ambientale definito – con pennellate estremamente sciolte, che fondono i dettagli del viso, dei vestiti e dell'ambiente in un unico flusso pittorico. In questo nucleo di lavori, in cui l’artista dichiaratamente richiama i dipinti sulla pubertà di Edvard Munch e che ha titolato Moll, il soggetto è la nipote ormai sedicenne – che ritrae dalla nascita – ora giunta a una età in cui la dimensione interiore è densa di sogni e al contempo di imperscrutabile mistero. Questa condizione esistenziale può essere estesa alla modalità in cui l’artista presenta in generale l’identità femminile negli altri suoi lavori, con una “ambiguità” che genera complessità.
Chantal Joffe, Moll
Chantal Joffe, a sinistra: Moll in the Striped Dress, 2006, olio su tavola, 243,8 x 181,6 c; a destra: The Repose (Moll), 2013, olio su tavola, 243,8 x 183,5 cm x 6 cm. Courtesy the Artist and Victoria Miro Gallery, London © Chantal Joffe
Se stilisticamente Joffe richiama l'all-over, i contorni soft, il valore decorativo dei tessuti in Matisse in una pittura emozionalmente densa e rapida, Ariatti aspira al contrario all'intensità hard-edged dei santi rinascimentali. Questa antiteticità di strategie pittoriche si rivela anche nei tempi di esecuzione delle opere: mentre Chantal Joffe ha impiegato circa cinque mesi nel dipigere i quattro ritratti della nipote Moll, Alessandra Ariatti ha investito quattro interi anni del suo lavoro nel ritrarre i tre nuclei familiari presentati in Legami.
Alessandra Ariatti, Legami
Alessandra Ariatti, Silvia, Monica e Giorgio. “La Provvidenza nascerà prima del sole” (Lacordaire), 2010-2013 olio su tela, 162 x 210 cm. © the Artist Courtesy the Artist and Collezione Maramotti Ph. C. Dario Lasagni

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