Design e Tecnologia

 “Design e Tecnologia”,  in mostra a Marmomacc,  ha lo scopo di evidenziare l’eccellenza tecnologica, la capacità di trasformazione e la creatività del settore lapideo italiano.

Design e Tecnologia
Erede di una millenaria tradizione nella lavorazione del marmo, l’Italia si propone ancora come un territorio dalle potenzialità straordinarie, in grado unire design, tecnologia e abilità di lavorazione.
I nuovi dispositivi meccanici computerizzati e la progettazione digitale pongono oggi questo antico materiale su una nuova frontiera, oltre la quale si dischiude un nuovo modo di progettare e di lavorare la pietra.
Design e Tecnologia
In apertura: Raffaello Galiotto, Serpentina. Sopra: Raffaello Galiotto, Catenata, Corallo, Corona, Madrepora, Porifera, Serpentina. Produzione Budri, macchine Flow Mach3 4020 DynamicXD - Flow Hyperjet Ultra High pressure Pump, Flow

La conoscenza della materia e dei processi produttivi, l’uso consapevole e il contenimento dello scarto e dell’energia sono alcuni degli aspetti imprescindibili del design litico futuro, inteso come iter creativo-processuale volto alla valorizzazione e all’attualizzazione della pietra.

La mostra si prefigge di affrontare alcuni aspetti specifici delle tecniche di lavorazione (fresa a ponte a cinque assi con utensile, disco diamantato, tornio, robot, water jet, ecc..), attraverso sette opere, inedite e sperimentali, appositamente progettate dal designer e curatore Raffaello Galiotto per aziende italiane del settore.

Design e Tecnologia
Raffaello Galiotto, Carapace. Produzione Omag, materiale Carrara by Henraux, macchina Tower, Omag
Rhinoceros si ispira all’antica incisione di Albercht Durer del 1515. Come i tratteggi manuali rettilinei, curvi o geometrici delineano la figura bidimensionale, così la fresa scolpisce la massa e disegna la superficie. La tessitura grafica, prima digitale tramite software, poi materiale attraverso il passaggio dell’utensile, diventa la cifra caratterizzante dell’opera stessa interamente eseguita “a macchina”.

Catenata, Corallo, Corona, Madrepora, Porifera e Serpentina sono piccoli oggetti in marmo realizzati esclusivamente con tecnologia di taglio abrasivo waterjet 3D.

La particolarità di queste opere risiede nella complessità delle loro forme ottenute seguendo opportuni percorsi di taglio creati appositamente al computer. Grazie a questi tagli inclinati, incidenti, multipli e sovrapposti, la macchina riesce a produrre inattesi solidi tridimensionali, curvi e forati. In ciascuna di queste piccole opere si indaga e si manifesta una diversa problematica geometrica indissolubilmente legata alla specifica tecnologia di taglio waterjet.

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A sinistra: Raffaello Galiotto, Evo. Produzione Anzilotti, materiale Carrara, macchina Quota stone 3350/4200, Denver. A destra: Raffaello Galiotto, Rhinoceros. Produzione Citco, Grigio Bardiglio, macchina Quadrix DG 2000, Donatoni Macchine
Evo è il risultato di tagli parziali, circolari e concentrici mediante disco diamantato inclinato. La complessità risiede nella gestione dell’incavo ricavato dall’ingombro del disco lungo il suo percorso che a differenza del taglio tradizionale, di spessore costante, assume sezioni di taglio diverse a seconda del percorso dato.
Carapace è una corazza cosparsa di cunei appuntiti, realizzata con fresa a disco diamantato. I percorsi binari, circolari e ondulati sono adagiati sulla grande calotta sferica e guidano il disco che li percorre con una inclinazione di 90° rispetto alla direzione del percorso. Il risultato è una superficie tridimensionale non ottenuta con la tradizionale modellazione con software 3D ma tramite il passaggio del disco inclinato.
Design e Tecnologia
A sinistra: Raffaello Galiotto, Crio. Produzione Odone Angelo , materiale Bianco Carrara by GBC Marmi, macchina ShapeMill, Breton. A destra: Raffaello Galiotto, Spira. Produzione Serafini Marmi, materiale Chiampo Paglierino, macchina Zeda 39 CNC, Gmm
La classica colonna scanalata viene reinterpretata in Crio attraverso una lavorazione a disco diamantato e fresa a tornio. Il disco affonda nel marmo seguendo percorsi non paralleli all’asse di taglio, in tal modo modella la materia e spazzola la superficie ottenendo forme complesse e profonde con un elevato grado di finitura.
In Cora la pietra assume le sembianze di un materiale organico, ricco di cavità e cunicoli curvi e ritorti affrontando una particolare problematica: la foratura curva. Il problema è stato risolto con l’impiego di una fresa con il controllo dell’asse C e l’utilizzo di un utensile a testa sferica e stelo sottile. Il percorso di foratura è stato realizzato controllando che lo stelo sottile dell’utensile non entrasse in collisione con la parete. Si è ottenuta così una prima cavità curva di 90° che ricongiunta ad una seconda ha esteso il foro fino ai 180° gradi.
Spira è una sorta di colonna composta dalla sovrapposizione di dischi deformati e rastremati. La particolare delicatezza degli spigoli uniti alla profondità della cavità è stata ottenuta tramite una lavorazione a fresa a disco diamantato. Dopo una prima fase di sgrossatura, il disco ha seguito una serie di percorsi circolari con un andamento inclinato variabile da 0 a 20° e grazie a questo “sfarfallamento” è stato possibile ottenere le superfici sinuose e levigate dell’opera.

24 – 27 settembre 2014
Design e Tecnologia
a cura di Raffaello Galiotto
Marmomacc 2014
Verona

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