A Graz, Céline Condorelli e Harry Thaler hanno realizzato una nuova Sala di lettura al Grazer Kunstverein, ispirandosi a Georges Perec e Michelangelo Pistoletto. In giugno Domus ha proposto un ritratto della giovane artista francese Camille Henrot che, mescolando codici popolari e citazioni da raffinata intellettuale, ha meritato il Leone d’argento alla Biennale d'Arte di Venezia. A Versailles, invece, Giuseppe Penone ha sottolineato il limite esiziale del lavoro dell’uomo quando comincia a diventare natura.
Mentre a New York, la scorsa estate, l’ultima e più ambiziosa versione di Rain Room, il diluvio digitale di rAndom international invitava gli spettatori a controllare la pioggia all’esterno del MoMA, a Düsseldorf la nuova monumentale opera di Tomás Saraceno era una rete di acciaio sospesa a più di venticinque metri dal suolo, sopra la piazza del K21, e ad Hackney, l’artista argentino Leandro Erlich sfidava la nostra percezione dello spazio.
A Istanbul Fulya Erdemci, curatrice della 13a Biennale d’arte, ha raccontato a Domus la sua posizione tra un’istituzione, gli artisti e il pubblico all’indomani dell’occupazione del parco Gezi. A Milano, infine, la nuova mostra “nomade” della Fondazione Trussardi ci ha condotto nel cuore di Brera, dentro lo storico Palazzo Cusani, per incontrare il lavoro site responsive degli artisti portoricani Allora & Calzadilla.
Ecco, di seguito le 10 migliori storie d’arte del 2013:
Best of 2013 #arte
— Nairobi: The XYZ Show
— Stanley Kubrick: una retrospettiva
— Céline Condorelli: Cose scontate
— Camille Henrot: Grosse Fatigue
— Penone a Versailles
— Rain Room
— Tomás Saraceno: in orbit
— Leandro Erlich: Dalston House
— Mamma, io sono un barbaro?
— Fault Lines