Questo per dire che spero bene che la necessità di difendere il film come forma d'arte sia una questione superata; ma non c'è modo migliore di ritornare su questo punto assodato di una rivisitazione delle straordinarie opere di Kubrick. Ciò che comunque non è superato è la scoperta di nuovi modi di presentare quest'arte dentro i confini statici di pareti bianche. A parte la proiezione integrale di opere di Kubrick, come può una mostra rendere giustizia alle atmosfere, alle tecniche e magari alle nevrosi create da un regista senza tradire le opere in questione, banalizzandole o – il cielo ce ne scampi – caricandole di intellettualismo?
L'impianto concreto e il carattere immediato fanno sì che l'opera di Kubrick possa parlare da sé ed evitano di scontrarsi con le infiorettature artistiche del regista e con i punti di vista personali del visitatore.