Céline Condorelli: Cose scontate

Ispirandosi a Georges Perec e Michelangelo Pistoletto, Céline Condorelli e Harry Thaler hanno realizzato una nuova Sala di lettura al Grazer Kunstverein, che fa compiere un passo avanti alla ricerca sul rapporto tra arte e vita.

Per lo più i musei, le gallerie e i centri d'arte sono spazi d'incontro e scoperta, spazi da attraversare e in cui smarrirsi, spazi per guardare, pensare e passare il tempo con se stessi e con i propri cari. Sono spazi per andare a trovare i vecchi amici e per fare nuove conoscenze. Ma raramente sono spazi comodi.

Nonostante l'attuale abbondanza di sedute della maggior parte delle istituzioni culturali, in questi luoghi rimane ancora dominante nella postura del corpo la verticalità, accompagnata da un senso di transitorietà – e del transeunte – e di multiforme consumo.

Non capita molto spesso di vedere un adulto chinato o sdraiato in un museo, semplicemente a osservare, a leggere un libro o a sfogliare una rivista, trasferendo in un contesto istituzionale la comodità dell'ambiente domestico. Tale rarità è in parte uno dei fattori costitutivi della nuova Sala di lettura dei soci dell'interessante costruzione del Grazer Kunstverein.

Ideata dall'artista londinese Céline Condorelli e sviluppata con il designer Harry Thaler nel primo progetto in collaborazione dei due, la sala di lettura è situata nell'ampliamento dell'area originaria del Kunstverein.
Céline Condorelli, Harry Thaler, <i>Things That Go Without Saying</i>, Grazer Kunstverein. Photo Christine Winkler. Courtesy of Grazer Kunstverein
Céline Condorelli, Harry Thaler, Things That Go Without Saying, Grazer Kunstverein. Photo Christine Winkler. Courtesy of Grazer Kunstverein
La biblioteca, collocata sul nuovo prospetto su strada e nella parte sinistra dell'area destinata al soggiorno, dà corpo all'intento dell'istituzione di mettere in atto nel 2013 un programma di produzione e presentazione del linguaggio, attraverso l'offerta di un luogo pubblico che consenta di consultare, condividere e acquistare delle pubblicazioni.

La Sala di lettura è pensata per ospitare 361 libri, scelti dai soci del Kunstverein. La precisione del numero allude alle istruzioni di Georges Perec sulla classificazione e l'ordinamento dei libri, comprese nelle sue Brevi note sull'arte e il modo di riordinare i propri libri (pubblicate in Specie di spazi, 1974), uno dei vari riferimenti che sono il fondamento della creazione del luogo.
Céline Condorelli, Harry Thaler, <i>Things That Go Without Saying</i>, Grazer Kunstverein. Courtesy of Céline Condorelli
Céline Condorelli, Harry Thaler, Things That Go Without Saying, Grazer Kunstverein. Courtesy of Céline Condorelli
Altra fonte è stata la galleria che Christopher D'Arcangelo, Peter Nadin e Nick Lawson hanno gestito a new York alla fine degli anni Settanta, in cui gli artisti erano invitati a reagire a situazioni e opere presenti in precedenza nella galleria, in una logica di accumulazione che prevedeva come elementi costituivi fondamentali non solo gli artisti, ma anche l'area dello spazio, il tempo impiegato nell'elaborazione e i relativi materiali (che venivano, come in quest'opera, debitamente citati). Riprendendo questa intenzione totalizzante di trasmissione e di riuso, una parte sostanziale del materiale ligneo della sala di lettura proviene da un altro progetto: la mostra "Sharing Transformation" di Cittadellarte – il progetto a rete aperta di Michelangelo Pistoletto che ha sede a Biella – allestita al Kunsthaus di Graz. Per coincidenza, lo stesso Pistoletto è stato anche un punto di riferimento fondamentale del progetto. La Sala di lettura dei soci di Condorelli e Tahler fa parte di una serie elaborata da Condorelli, intitolata Additionals, che consiste in vari accessori e strutture parafunzionali che stanno a metà strada tra arredamento e architettura.
Céline Condorelli, Harry Thaler, <i>Things That Go Without Saying</i>, Grazer Kunstverein. Courtesy of Céline Condorelli
Céline Condorelli, Harry Thaler, Things That Go Without Saying, Grazer Kunstverein. Courtesy of Céline Condorelli
Derivano dagli Oggetti in meno di Pistoletto (1965-66), serie di trenta opere d'impianto minimalista, più evocative che esplicite e realizzate con materiali non nobili, dotati di scarse attrattive commerciali. Come gli Oggetti in meno di Pistoletto Things that Go Without Saying ("Cose scontate") si colloca a metà strada tra il disegno industriale, la "cultura del progetto" e l'evocazione di un apparato riconoscibile in grado di attivarsi potenzialmente in qualunque determinato momento, diventando così un evento, facendo compiere un passo avanti alla ricerca sul rapporto tra arte e vita (altra funzione essenziale dell'identità comunitaria del Grazer Kunstverein).
Céline Condorelli, Harry Thaler, <i>Things That Go Without Saying</i>, Grazer Kunstverein. Photo Christine Winkler. Courtesy of Grazer Kunstverein
Céline Condorelli, Harry Thaler, Things That Go Without Saying, Grazer Kunstverein. Photo Christine Winkler. Courtesy of Grazer Kunstverein
Things that go without saying è come uno ziqqurat che sia riuscito a conquistarsi il proprio spazio dentro gli elementi strutturali dell'edificio – colonne, pareti e archi – e che affermi la sua salda presenza volumetrica nonostante i vincoli architettonici. Questa piramide a gradini infiltrata, interamente fatta di legno (per metà dipinto di giallo) è stata costruita con il pavimento di legno e invita a entrare, a scalarla e a occuparla. Ci si può sedere sui gradini, sdraiarsi sui piani o semplicemente prendere una delle pubblicazioni esposte nelle sue nicchie e fermarcisi. Grazie alla forma, ai materiali e all'ubicazione diventa il luogo dell'invenzione di un'azione collettiva che parte dalla lettura dei libri. Offre alla galleria lo spazio per un'attività intellettuale che per convenzione viene relegata in ambienti accademici privati e protetti; ma soprattutto innesca la creazione di una comunità di individui felici. Perché se si passa il tempo a riflettere, a discutere e a condividere le ore in un luogo dell'arte, meglio che questo sia gradevole.
Céline Condorelli, Harry Thaler, <i>Things That Go Without Saying</i>, Grazer Kunstverein. Photo Christine Winkler. Courtesy of Grazer Kunstverein
Céline Condorelli, Harry Thaler, Things That Go Without Saying, Grazer Kunstverein. Photo Christine Winkler. Courtesy of Grazer Kunstverein
Things That Go Without Saying
Nove giornate di lavoro, 45 metri quadrati
Ideazione delle funzioni: Céline Condorelli, in collaborazione con Harry Thaler
Realizzazione: Stefanie Bauman, Mark Chizzola, Céline Condorelli, Tanja Gurke, Krist Gruijthuijsen, Henrik Klug, Harry Thaler
Materiali: tavole di abete, legname riciclato, chiodi, viti, mordente, olio

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