Video Medium Intermedium

Mostra di video d'artista degli anni Settanta dalle collezioni ASAC—Archivio Storico delle Arti Contemporanee.

Domenica 27 novembre alle ore 13.00 sarà inaugurata a Ca' Giustinian, sede storica della Biennale, la mostra di video d'artista dalle collezioni ASAC – Archivio Storico delle Arti Contemporanee dal titolo Video Medium Intermedium, organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta e presentata da Bice Curiger. Dopo il successo della mostra sui suoi manifesti storici (Ca' Giustinian, 25 febbraio - 20 maggio 2011), la Biennale, con il suo archivio, offre per la visione del pubblico e la consultazione degli studiosi e appassionati della storia dell'Istituzione una selezione di 32 video realizzati da 53 artisti tra 1969 e il 1975, oltre che fotografie e altri documenti appartenenti ai Fondi dell'ASAC disposti in mostra secondo una selezione operata da Bice Curiger.

Per la prima volta, dopo un'anteprima dei lavori digitalizzati presentati alla 52. Esposizione Internazionale d'Arte nel 2007, e a 24 anni dalla storica rassegna Gli Art/tapes dell'ASAC tenutasi a Ca' Corner della Regina nel novembre 1977, sarà visibile al pubblico un ricco patrimonio che documenta la nascente videoarte in Europa all'inizio degli anni Settanta. Si tratta di un fenomeno transnazionale che si intreccia ai contemporanei movimenti d'avanguardia come Body Art, Land Art, Performance Art, Lettrismo e Minimalismo, e che anche in Italia ha avuto notevoli risvolti fino ad ora non sufficientemente valorizzati. La Biennale di Venezia ha avviato un ampio programma di ricostruzione filologica e di restauro di 165 video con la conservazione delle matrici nel formato originale U-matic e Open e la riproduzione dei contenuti in formato digitale (DVD). Il recupero è stato condotto dalla Biennale avvalendosi della collaborazione di un gruppo di ricercatori dell'Università di Udine. Una buona parte di questi lavori provengono da art/tapes/22, celebre studio di produzione video fiorentino diretto da Maria Gloria Bicocchi tra il 1973 e il 1976.
Foto di aperturta: Arnulf Rainer, backstage di <i>Mouth Piece</i>, 1974. Photo Gianni Melotti. Courtesy la Biennale di Venezia. Qui sopra: Arnulf Rainer, backstage di <i>Slow Motion</i>, 1974. Photo Gianni Melotti. Courtesy la Biennale di Venezia
Foto di aperturta: Arnulf Rainer, backstage di Mouth Piece, 1974. Photo Gianni Melotti. Courtesy la Biennale di Venezia. Qui sopra: Arnulf Rainer, backstage di Slow Motion, 1974. Photo Gianni Melotti. Courtesy la Biennale di Venezia
Il titolo Video Medium Intermedium indica come il mezzo video abbia riunito artisti provenienti da ambiti diversi (Land Art, Antitelevisione, Arte concettuale, Performance Art) e gettato le basi per la formazione di una nuova comunità internazionale.

Nel Portego al piano terra di Ca' Giustinian saranno allestiti i monitor per la visione dei video scelti tra i nuclei tematici individuati da Bice Curiger, oltre a fotografie ed altri documenti d'archivio. Nelle due salette laterali verrà organizzata rispettivamente la consultazione di una videolibrary ed una programmazione giornaliera per la visione più confortevole dei video selezionati. All'interno della mostra, inoltre, sarà dato spazio ad una rassegna di fotografie di Gianni Melotti realizzate per art/tapes/22. Ca' Giustinian si afferma così sempre più come la sede delle attività permanenti della Biennale e punto di riferimento per gli studenti, i giovani e il vasto pubblico di appassionati e addetti ai lavori di Venezia e del territorio circostante.
Urs Lüthi, backstage di <i>Morire d’Amore</i>, 1974. Photo Gianni Melotti. Courtesy la Biennale di Venezia
Urs Lüthi, backstage di Morire d’Amore, 1974. Photo Gianni Melotti. Courtesy la Biennale di Venezia
Videogalleria di Gerry Schum
Schum realizza nel 1969 la prima mostra televisiva dal titolo Land Art sulle produzioni di artisti come Boezem, Dibbets, Flanagan, Long, De Maria, Oppenheim e Smithson. Nel 1970 è la volta di Identifications che documenta le azioni e le performance di 20 artisti internazionali quali Anselmo, Beuys, Boetti, Brown, Buren, Calzolari, De Dominicis, Van Elk, Erhard Walther, Fulton, Gilbert&George, Kuehn, Merz, Rinke, Rueckriem, Ruthenbeck, Serra, Sonnier, Weiner, Zorio.

Fluxus e Happening Art (Joseph Beuys, Giuseppe Chiari, Allan Kaprow, Nam June Paik)
Gli esponenti del movimento Fluxus sono attratti dall'idea di un'arte totale in cui si combinano musica, danza, poesia, teatro e performance.

Esperimenti elettronici (Ed Mellnik, Pamela Shaw, Nina Sobel, Bill Viola, Woody Valsuka)
Gli artisti di questa sezione manipolano il segnale elettronico facendo ricorso a vari procedimenti tecnici d'avanguardia
Nam June Paik. Photo Gianni Melotti. Courtesy la Biennale di Venezia
Nam June Paik. Photo Gianni Melotti. Courtesy la Biennale di Venezia
Artisti che lavorano in performance (Marina Abramovic, Eleanor Antin, Christian Boltanski, Simone Forti, Rebecca Horn, Joan Jonas)
La performance art si sviluppa grazie al lavoro di artisti concettuali che utilizzano il proprio corpo come mezzo espressivo

Linguistica e tautologie (Vincenzo Agnetti, John Baldessarri, Dan Graham, Maurizio Nannucci)
Questi artisti usano il video come un mezzo di riflessione sul linguaggio visivo e verbale

Autoriflessioni (Vito Acconci, Douglas Davies, Ketty La Rocca, Arnulf Rainer)
Gli artisti di questa sezione rivolgono la videocamera su se stessi e indagano l'identità e il rapporto uomo e società.

Estensione della ricerca artistica attraverso il video (Alighiero Boetti, Giulio Paolini, Les Levine, Urs Luthi, Lucio Pozzi)
Grazie alla diffusione di nuove tecnologie video questi artisti dispongono di un nuovo strumento in grado di allargare il campo della sperimentazione
Vito Acconci,  fotogramma da <i>Theme Song</i>, 1973. Courtesy la Biennale di Venezia
Vito Acconci, fotogramma da Theme Song, 1973. Courtesy la Biennale di Venezia
Jean Otth, fotogramma da <i>Portrait de Laura Papi</i>, 1975. Photo Gianni Melotti. Courtesy la Biennale di Venezia
Jean Otth, fotogramma da Portrait de Laura Papi, 1975. Photo Gianni Melotti. Courtesy la Biennale di Venezia
Wolf Vostel, <i>Omaggio a Venezia. Elettronic
de-coll-age-happening Room</i>, 1959-1968. 34a Mostra Internazionale d'Arte Biennale di Venezia, 1968. Photo Ferruzzi. Courtesy la Biennale di Venezia
Wolf Vostel, Omaggio a Venezia. Elettronic de-coll-age-happening Room, 1959-1968. 34a Mostra Internazionale d'Arte Biennale di Venezia, 1968. Photo Ferruzzi. Courtesy la Biennale di Venezia

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