L’innovazione dei media

I media tradizionali sono davvero destinati a estinguersi? L’abbiamo chiesto a Moses Znaimer, pioniere della comunicazione televisiva, che individua una nuova categoria-chiave, i cosiddetti “zoomers”, e dice di voler puntare alla coesistenza armonica tra media vecchi e nuovi.

Forse non ce ne rendiamo nemmeno più conto. Ma tendiamo a dare per scontato che i media tradizionali siano destinati a estinguersi per lasciare il posto a servizi online di varia natura che li sostituiscano completamente. Questa sorte toccherebbe ai giornali di carta, alla televisione, alla radio, al cinema, al libro. Ma se invece non fosse così? Certamente i segnali in questa direzione sono molti, ma non mancano le voci (autorevoli) che invitano a un ripensamento. Di recente Jeff Bezos, capo di Amazon, parlando ai giornalisti del Washington Post, di cui è l’editore dal 2013, ha ricordato che “il giornale di carta è decisivo per i ricavi e ci sarà ancora per molto tempo”.
Moses Znaimer
Moses Znaimer alla serata di Meet the Media Guru a Milano
C’è poi chi si spinge oltre e invita a un totale ribaltamento di prospettiva: se fossero i servizi Internet ad avere i giorni contati? Numerosi sono i casi di siti web che hanno avuto vita estremamente breve, come MySpace, primo esempio di rete sociale, accolta da grande successo e oggi drasticamente ridimensionato, o Second Life, mondo virtuale 3D online che sembrava impossibile non frequentare qualche anno fa e oggi è praticamente deserto. Secondo Moses Znaimer, imprenditore televisivo canadese, classe 1942, ospite il 18 febbraio scorso al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano alla serie d’incontri di “Meet the Media Guru”, curati da Maria Grazia Mattei, in questo novero sarebbe da includere anche Facebook: “Oggi il servizio di Mark Zuckerberg è il formato dominante. Ma può essere davvero un’alternativa a Internet? Non so perché ti dovresti voler accontentare di quel social network quando hai tutta la Rete a disposizione. Io personalmente limito il mio tempo su Facebook perché so bene quanti e quali dati su di me e sulle mie abitudini vengono raccolti. È un miracolo avere a portata di un click tutte quelle conoscenze, ma questo significa anche un controllo esasperato su di noi. Credo che, prima o poi, ci saranno violente reazioni a tutto ciò”.
Moses Znaimer
Moses Znaimer sul palco di Meet the Media Guru. Photo Benjamin Vitti
Moses Znaimer è un autentico pioniere della comunicazione televisiva: originario del Tagikistan, dopo aver iniziato la sua carriera alla CBC (Canadian Broadcasting Corporation), nel 1972 ha creato a Toronto CityTv, un formato “partecipativo” di televisione in cui, grazie a postazioni collocate in varie parti della città, chiunque poteva girare un suo messaggio video e mandarlo in onda all’interno della programmazione, come in una sorta di YouTube ante litteram. Proprio la sua consolidata dimestichezza con le forme più avanzate della comunicazione video lo porta a dire che la TV non è affatto in declino. Anzi: è lì che molti protagonisti del web di oggi vorrebbero approdare: “Vice.com è nato come un magazine e come un sito, ed è diventato un canale televisivo. Huffington Post ha lanciato un canale di contenuti video, e anche Buzzfeed propone una programmazione televisiva – spiega Znaimer. E quel ragazzo, quel giovane youtuber, uno su un milione, che riesce a produrre un video virale, se trova il modo di produrne e farne circolare un secondo di grande successo, e anche un terzo, e così via, un giorno dopo l’altro, che cosa sta facendo? Televisione!”.
Moses Znaimer
Meet the Media Guru a Milano
Non ha senso quindi oggi contrapporre vecchi e nuovi media: “Quando è arrivato il cinema tutti dissero che avrebbe distrutto il teatro, poi che la TV avrebbe ucciso il cinema, e infine che entrambi avrebbero dovuto far fuori la radio. Adesso diciamo che i nuovi media distruggeranno i media tradizionali. Questo semplicemente non è vero. Si tratta di una catena continua che lega tra loro tutti i media adatti a un diverso uso a seconda dei momenti della giornata e delle situazioni in cui ci troviamo. Certamente oggi leggiamo i giornali sul tablet, guardiamo la TV e ascoltiamo la radio anche sul computer o sullo smartphone, ma la realtà è che i vecchi media sopravviveranno. Io, per esempio, amo leggere su carta perché mi piace annotare, sottolineare, scrivere sulla pagina. Non è necessario rifiutare tutto quello che c’è stato prima per abbracciare le novità”.
Moses Znaimer
Maria Grazia Mattei con Moses Znaimer alla serata di Meet the Media Guru a Milano
Secondo Znaimer nemmeno i più giovani stanno abbandonando i media tradizionali, almeno stando ai dati sull’audience in Canada, Gran Bretagna e Stati Uniti. “Anche i millennials guardano televisione circa tre ore al giorno e passano circa un’ora nel mondo virtuale. E, se osservate bene, vedrete che Google, Amazon e tutti i big della Rete fanno pubblicità in televisione. La TV è ancora il principale mezzo per la pubblicità ed è quello di cui la gente si fida di più, assai più di quanto non si fidi di Internet. Credo abbiano ragione perché ci sono molti rischi di frodi online e di falsificazione di cifre e dati. In generale, poi, la pubblicità su Internet non la guardiamo, saltiamo gli spot che precedono il contenuto che cerchiamo, almeno è quello che faccio io. Credo che si dovrà superare questa fase e che il rapporto tra vecchi e nuovi media dovrà trovare un nuovo equilibrio”.
In questa ricerca di un nuovo assetto un ruolo fondamentale lo rivestono quelli che Znaimer definisce gli “zoomers”, ovvero le persone dai 45 anni in su, i (baby) boomers con un tocco di “zip”, energia, voglia di fare, creatività. In Canada gli Zoomers sono il 40% della popolazione, ma sono pochi i programmi e le pubblicità pensati per loro. E questo a giudizio di Znaimer è illogico. Per rimediare l'imprenditore canadese nel 2008 a Toronto ha fondato ZoomerMedia, azienda che propone magazine cartacei, trasmissioni TV, radio e prodotti multimediali per Ipad, smartphone e computer. Con un occhio a contenuti che possano interessare un pubblico non più giovanissimo. E un altro alla coesistenza armonica tra media vecchi e nuovi.
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