Ricerca Domus-Nielsen: La fiducia nel domani? Green e smart

Con la crescita delle metropoli globali, nel numero e nelle dimensioni, l’ecologia e la tecnologia applicata alla città sono valori sempre più condivisi.

Nel 1974 il sociologo ed ecologista radicale Murray Bookchin nel suo The limits of the city affermava la necessità di sostituire le metropoli con comunità che incarnassero i valori della polis e contassero su “ecotecnologie complete in grado di portare gli elementi più avanzati della tecnologia contemporanea – comprese fonti di energia come il vento e il sole – su scala locale”. Solo così, spiegava, l’urbanesimo sarebbe tornato a essere il terreno adatto a coltivare una maggior gloria dello spirito umano fatta di cultura, comunità e comunione. Bookchin aveva ragione a metà: le metropoli non sono scomparse e anzi stanno crescendo nel numero e nelle dimensioni, ma l’ecologia e la tecnologia applicata alla città – oggi definite ‘sostenibilità’ e ‘smartness’ –  sono valori universalmente condivisi.

domusforum – The future of cities

Tutto ciò, e molto altro, emerge in maniera chiara da The future of cities, la ricerca che Domus ha commissionato in occasione del domusforum a Nielsen e della quale trovate tre pillole alle prossime pagine: sia dai pareri degli esperti intervistati*, sia dalla vox populi raccolta con un ampio questionario sottoposto agli abitanti di cinque città (Chicago, Londra, Milano, Shanghai, San Paolo); sia, infine, dall’analisi dei post sui social geolocalizzati in quei medesimi cinque centri. Il dato significativo e per nulla scontato è che i cittadini sono oggi generalmente soddisfatti delle proprie città e hanno fiducia in quelle di  domani: le città future vengono immaginate come luoghi più vivibili perché verdi e ‘camminabili’, e capaci di rispondere alle necessità del cittadino grazie alla smartness degli edifici e delle istituzioni. Che poi non sono altro che gli auspici espressi dalla maggior parte degli scienziati sociali. Per una volta, in questa epoca di crisi economica, valoriale e del “sapere costituito”, l’accademia e il comune sentire sembrano convergere verso uno stesso ideale. La sfida è tracciare tutti insieme il percorso, iniziando proprio oggi, a domusforum.

domusforum – The future of cities

Vivere in città piace grazie alla qualità del quartiere, nonostante inquinamento e  burocrazia.
Vivere nelle città, in generale, piace. Questo è il dato fondamentale che emerge da The Future of cities. Dall’analisi del campione della popolazione di Chicago, Londra, Milano, San Paolo e Shanghai risulta che l’80% degli intervistati apprezza la propria città, con un picco del 93% nel caso della metropoli cinese, e Chicago in fondo alla classifica con un comunque confortante 70%. Ma non basta: tranne che nel caso di San Paolo, i cittadini cui vivere nella propria città piace ‘molto’ superano quelli cui piace ‘abbastanza’. A Shanghai gli entusiasti sono addirittura il 63% mentre il dato milanese del 45% equivale alla media dei cinque centri. Che cosa rende un cittadino contento della propria realtà urbana? Prima di tutto, sempre secondo i dati raccolti da Nielsen, l’apprezzamento della zona in cui vive, poi l’innovazione urbana e architettonica, la validità del sistema educativo e la facilità di spostamento. I temi critici sono invece la qualità dell’ambiente e la sicurezza, due fattori ritenuti molto importanti (sebbene l’enfasi sulla sicurezza vari molto da città a città e sia fondamentale specialmente a Chicago e San Paolo) e generalmente insoddisfacenti. Un giudizio negativo viene dato anche all’efficienza dell’amministrazione locale e al costo della vita, due aree che però non hanno un impatto significativo sulla soddisfazione complessiva.  Così come poco impatto hanno anche la qualità delle infrastrutture, l’offerta culturale e l’integrazione tra le varie culture, tutti aspetti in linea di massima ben gestiti dalle amministrazioni  ma che al cittadino sembrano interessare fino a un certo punto.

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I fattori che dettano il gradimento di oggi e le scelte di domani: Sicurezza, ambiente e mobilità.
I fattori che incidono sul gradimento della propria città da parte degli abitanti non sono necessariamente gli stessi che guidano le scelte (o comunque i desideri) di chi valuta di trasferirsi in un altro luogo. Il primo dato che balza all’occhio analizzando i risultati della ricerca The future of cities è la grande importanza che viene attribuita al costo della vita nella possibile meta dello spostamento: per il 34% degli intervistati è il primo fattore da tenere in considerazione nella scelta del luogo in cui trasferirsi, mentre non viene considerato, dal medesimo campione, come un fattore rilevante nel giudizio complessivo sulla propria città di residenza. Tra i cosiddetti “driver di spostamento” la sostenibilità economica condivide il primo posto ex aequo con la sicurezza, tema avvertito in maniera differente nelle diverse città campione ma pur sempre tra i fattori decisivi anche nel giudizio sul presente. Sorprende forse il dato relativo all’amministrazione pubblica: viene considerata in generale poco efficiente, ma la cosa non appare essere un elemento decisivo nella valutazione delle condizione attuale né sulla scelta futura. Coerenti sono anche i dati che riguardano la facilità di spostamento intra ed extra urbana, e soprattutto l’attenzione alla qualità dell’ambiente, ai primi posti sia tra i fattori che determinano il grado di soddisfazione della città attuale sia tra le condizioni determinanti nella scelta futura. Infine, una riflessione sull’offerta culturale: i cittadini intervistati si sono generalmente detti soddisfatti di quanto la loro città proponga, ma la cosa ha un impatto molto relativo sul giudizio complessivo e incide solo marginalmente anche sull’eventuale nuova destinazione.

domusforum – The future of cities

Parchi urbani, biciclette e auto elettriche, il futuro è roseo se si tinge di verde.
Come saranno le città del futuro? L’indagine di Nielsen ci racconta che i cittadini hanno fiducia nell’urbanesimo futuro e tendono a immaginare città più vivibili, specialmente grazie ai loro tratti green. Il 40% degli intervistati vede la città di domani più ecologica e il 37% si aspetta un sostanziale aumento del verde e dei parchi urbani. Il 35% pensa a un futuro con meno auto o con prevalenza di auto elettriche e il 15% arriva a immaginare addirittura che ci si sposterà soprattutto in bicicletta oppure a piedi. Secondo il 31% degli intervistati le città saranno anche più popolose mentre soltanto il 15% pensa che saranno caratterizzate da una distribuzione più equa del reddito. Pochi di più, il 18%, indicano la smartness degli edifici come uno dei tratti salienti del domani metropolitano, mentre quasi uno su tre, il 31%, segnala come la popolazione urbana sia destinata ad aumentare. Infine, un capitolo a parte va riservato al parere degli esperti:  il trend che emerge con forza è quello della ‘megapolizzazione’, una dinamica che porterà alla creazione di grandi hub urbani circondati da un corollario di piccole città caratterizzate da comunità solidali e di città medie molto sperimentali e accessibili.

domusforum – The future of cities

*Durante la fase qualitativa della ricerca, Nielsen ha intervistato: Anna Lazzarini, filosofa, Università degli Studi di Bergamo; Rahul Mehrotra, urbanista, Harvard University; Giuseppe Russo, direttore  Centro Einaudi, Torino; Anna Scheuermann, architetta, curatrice padiglione Germania, Biennale 2016;  Jeff Speck, urbanista; Serena Vicari, Sociologa, Università Bicocca, Milano

Conferenza:
domusforum 2018. The Future of Cities
Data:
11 ottobre 2018
Luogo:
Teatro Franco Parenti
Indirizzo:
via Pier Lombardo 14, Milano
Registrazioni:
chiuse

Immagine di copertina: Dan Dorell, Lina Ghotmeh e Tsuyoshi Tane, progetto per lo stadio di Tokyo. © DGT

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