Le Apple AirPods a dicembre compiranno otto anni e ancora oggi continuano a essere gli auricolari bluetooth ideali per chi possiede un iPhone o altri prodotti dell’azienda di Cupertino.
Della prima versione - chiamata AirPods, giocando sul prefisso delle EarPods con il filo – è rimasto il colore bianco panna, un design a confetto per il corpo centrale e tanta usabilità. Tutto il resto è cambiato, in meglio, sia sotto il punto di vista prestazionale che funzionale. Oggi si può scegliere AirPods 4 con o senza cancellazione del rumore (ANC) e AirPods Pro 2 con ANC. Poi ci sono anche le AirPods Max, cuffie di tipo circumaurale, cioè che accolgono tutto l’orecchio.
Airpods e il taglio del filo
Le AirPods hanno sdoganato il cosiddetto true wireless stereo, ovvero eliminato del tutto il cavo, anche tra gli altoparlanti. Prima sull’autobus o in metro gli auricolari più diffusi erano quelli tradizionali – come gli EarPods; al parco si iniziavano a intravedere versioni sportive parzialmente wireless.
Tra il 2017 e il 2019 le AirPods sono diventate l’accessorio più venduto di Apple e contemporaneamente anche il più deriso, perché i costumi non si erano ancora adeguati alla nuova tendenza. In fondo una conversazione telefonica senza cuffie sfacciatamente in vista o l’ondulamento della testa a ritmo con due cosini bianchi nelle orecchie apparivano come bizzarrie. E poi il culto, ma anche solo il possesso dei prodotti del marchio della mela è sempre stato divisivo, a prescindere dalle motivazioni.
Piccole grandi qualità
Apple in effetti ha azzeccato subito un paio di cose. La prima è stata quella di sviluppare apparecchi con una qualità audio superiore alla media – perché semplicemente la media non era granché e i prodotti premium erano di nicchia. In secondo luogo, l’interazione strizzando la stanghetta funzionava bene grazie ai sensori, invece che a componenti meccanici. Insomma, un pacchetto intelligente che ne ha favorito la diffusione. Che poi detta tutta, nel 2019, con la seconda generazione di AirPods si è compreso che si poteva fare nettamente meglio.
Apple: l’ecosistema che vince su tutto
Ma lo sviluppo funziona così e i compromessi fanno parte dell’industria e del mercato. Tanto più che oggi nei podcast, videochiamate, riproduzioni in streaming e in altri fronti difficilmente si rilevano grandi mancanze. Sicuramente vi sono concorrenti più agguerriti nella riproduzione musicale, nella cancellazione del rumore o nella disponibilità di automazioni, ma dove le AirPods perdono terreno ci pensa l’ecosistema Apple a controbilanciare tutto. Perché sfilare gli auricolari dalla custodia e godere di un collegamento automatico pressoché immediato è quello che desiderano tutti.
Lo stesso vale per lo switch automatico che consente fluidamente di passare da un dispositivo a un altro (magari iPhone e MacBook) semplicemente sulla base della prossimità. E poi la localizzazione degli auricolari e della custodia che oltre a essere visiva su mappa può anche essere audio, con una sorta di alert sonoro. Le AirPods alla fine hanno un unico grande vantaggio rispetto ai prodotti di altri marchi: non giocano in casa, sono la casa (del mondo Apple).
AirPods 4 – 149 euro; AirPods 4 con ANC – 199 euro
I nuovi AirPods 4 sono stati presentati recentemente durante l’evento di lancio degli iPhone 16. Tecnicamente ricordano gli AirPods 3 del 2021 e grazie al chip H2 offrono un migliore isolamento vocale nelle chiamate, qualità HD con FaceTime e ovviamente il supporto all’Audio Spaziale e al Dolby Atmos. Senza contare la certificazione IP54 di resistenza a polvere, sudore e schizzi. Si possono scegliere con o senza cancellazione attiva del rumore.
La versione base offre una buona qualità complessiva e l’autonomia è in teoria di massimo 5 ore, che arrivano a 30 considerando le ricariche della custodia USB-C. L’unico limite è che la regolazione del volume si attua via software o tramite l’interfaccia Siri. La versione con cancellazione del rumore attenua di fatto ogni fastidio circostante ma soprattutto brilla per la funzione Trasparenza che agevola le conversazioni. L’autonomia è leggermente inferiore alla versione base ma la custodia (con ricarica wireless Qi) e gli auricolari hanno comunque la funzione Dov’è per la localizzazione.
AirPods Pro 2 – 279 euro
Gli AirPods Pro 2 sono il top di gamma Apple. Rispetto agli AirPods hanno una migliore qualità musicale (soprattutto i bassi) e una cancellazione rumore superiore (+200%), adeguata persino per l’aereo. Nella maggior parte dei casi risultano anche più comode grazie alla possibilità di scegliere fra quattro taglie diverse di cuscinetti in silicone. L’interazione con le varie funzioni è più gradevole poiché le stanghette integrano la tecnologia touch, a differenza di quella a pressione delle AirPods 4. Comodissima poi la possibilità di gestire il volume semplicemente facendo scorrere – sempre sulle stanghette – il dito.
L’autonomia arriva a circa 6 ore, mentre con la custodia è sempre 30 ore. La custodia supporta la ricarica wireless MagSafe. E si può scuotere la testa per dire sì o no a Siri. Include le funzioni Riduzione suoni intensi e Amplificazione conversazioni. Inoltre se si sta chiacchierando con qualcuno nelle vicinanze, la funzione Rilevamento conversazione abbassa in modo automatico il volume degli auricolari, per poi rialzarlo appena terminato.
AirPods Max – 579 euro
Le AirPods Max sono state recentemente rinnovate nella colorazione (mezzanotte, galassia, blu, arancione e viola) e nella connessione per la ricarica. Adesso finalmente integrano una porta USB-C, invece che la vecchia Lightning. La vestibilità è più che soddisfacente ma il peso complessivo è comunque di 386 grammi. Inoltre non sono certificate per resistere a pioggia o sudore. Per l’interazione si può usare Siri, l’interfaccia software oppure un tasto e una pregevole rotella in alluminio.
La qualità dell’audio e della cancellazione del rumore sono da prima della classe (non solo nel mondo Apple, ma nella categoria), anche grazie al design avvolgente della cuffia e la qualità dei materiali impiegati. L’autonomia massima è di 20 ore con ANC attivo.