Uno dei principi più noti e memorabili della fisica moderna ha insegnato a tutti l’affascinante legge naturale di conservazione dell’energia, che non si crea né si distrugge ma si trasforma. Tutto si trasforma come tutto si progetta.
Il tema energetico è qualcosa di molto complesso e specialistico ma al tempo stesso diretto e comune. Il concetto di energia è uno dei punti chiave della società contemporanea e il futuro dipende sempre di più dai delicati bilanci di produzione, assorbimento, trasferimento e trasformazione dell’energia, dalla scala individuale a quella collettiva, e quindi planetaria.
Ognuno ha quotidianamente a che fare con la necessità di energia, che sia cibo per il corpo, che sia elettricità per uno strumento, che sia carburante per un mezzo di trasporto. Tutto il disegno industriale nasce proprio grazie alla rivoluzione della gestione di questa capacità di sviluppare forza e lavoro, e quindi strumenti e macchine, dalle antiche trazioni animali fino al vapore e all’elettricità. Poi il petrolio, il gas, e l’atomo hanno condotto le ricerche tecnologiche durante tutto il XX secolo verso lo sfruttamento delle risorse naturali esauribili con però una relativa e pericolosa produzione di inquinamento diretto.

Il nuovo millennio ha portato definitivamente un nuovo sguardo, dove le fonti rinnovabili come la forza del vento e dell’acqua (ricordiamo però anche gli antichi mulini), il calore del sole e tutte le componenti naturali, si possono “catturare e addomesticare” per liberarli sotto nuova forma e per fornire l’energia necessaria senza sprechi, scarti o inefficienze.
Il Vitra Design Museum dedica a questi argomenti la mostra “Transform! Designing the future of energy” dove scienza, architettura, urbanistica, politica, società e utopia tracciano i campi di applicazione in cui il design si sta sempre più affrancando per proporre soluzioni che accompagnino questa transizione epocale e generazionale.
La dipendenza dai combustibili fossili ha influenzato tutti gli strumenti della vita quotidiana e il progressivo passaggio alle fonti rinnovabili avrà un effetto corrispondente sul nostro futuro. Il design, come mediatore tra ricerca scientifica e tecnologica e gli utenti finali, sarà chiamato a dare forma e sostanza alla nuova era di un’energia “sostenibile”.

La mostra debutta con la messa in scena dell'energia innanzitutto come valore politico e sociale, con un breve percorso storico di quando individui e cittadini sono stati chiamati a prendere posizione e coscienza di questo tema, spesso affrontato con manifestazioni e proteste. Esiste poi un altro modo di coinvolgere il visitatore ovvero invitandolo a “mettersi in gioco”, che nella prima sala si traduce con una installazione che permette di capire la “fatica” energetica necessaria per varie attività quotidiane: fare un caffè, navigare sul web, caricare un device o fare una doccia calda.
Il tema energetico è qualcosa di molto complesso e specialistico ma al tempo stesso diretto e comune. Il concetto di energia è uno dei punti chiave della società contemporanea.
Si prosegue con uno sguardo alle nuove generazioni di designer che sono molto attente a nuovi tipi di oggetti e all'energia che consumano, e soprattutto alle sorgenti di questa energia. Sempre più progetti o sistemi che producono un effetto, luminoso, termico o tecnologico in genere, possono funzionare autonomamente, indipendentemente da una rete energetica. Cucine ad idrogeno (Stefan Troendle), lampioni eolici (Tobias Trübenbacher), lampade fotovoltaiche (Marjan van Aubel) sono solo alcuni esempi di ciò che il design oggi elabora fino al nuovo titolo che alcuni progettisti adottano facendosi chiamare “solar designer”, ovvero progettisti che realizzano solo cose che poi possono funzionare grazie al sole. Non mancano esempi storici dei primi approcci del design all'uso dell'energia solare come, per esempio, il progetto sperimentale degli anni ’50 di Charles and Ray Eames per la “Solar Do-Nothing Machine”, una scultura cinetica che si anima con la luce naturale.

Proseguendo con una logica anche dimensionale, e quindi aumentando la quantità di energia da prendere in considerazione, anche il mondo dell’edilizia e dei trasporti è pienamente coinvolto in questa rivoluzione. Il consumo energetico di un'architettura ormai può essere occasione per rivoluzionare le tipologie, sia usando le nuove tecnologie attive, sia le tecniche passive, per controllare i consumi e addirittura facendo diventare l’edificio produttore di energia per altri edifici, verso quello che anche in Italia sta diventando una realtà, ovvero le Comunità Energetiche che non hanno più bisogno di una rete nazionale da cui dipendere.
L’insieme di queste realtà creerà in futuro dei luoghi sempre più ampi fino alle idee ancora utopiche di intere città autosufficienti, che vedranno la presenza di impianti di produzione o di stoccaggio come parte del paesaggio da abitare e non più, come oggi, come qualcosa di alieno o invasivo.

L’energia vista da tutti questi punti di vista progettuali è una delle più grandi sfide del nostro tempo, ma anche una delle più grandi opportunità per rimodellare il nostro modo di vivere e il nostro mondo da abitare.
L’allestimento della mostra è dello studio Emyl di Basilea, già molto noto per i precedenti interventi in numerose mostre del museo, e mette in scena i testi, le immagini e gli oggetti in un alternarsi di spazi installativi con poche cose coinvolgenti e spazi densi di approfondimenti più didascalici.
Immagine di apertura: Xtu Architects, X_Land, Rendering, 2020 © XTU Architects
- Mostra:
- Transform! Designing the future of energy
- Dove:
- Vitra Design Museum, Weil am Rhein
- Date:
- dal 23 marzo al 1 settembre 2024