L’aerotaxi di Rietveld, il monopattino di Gropius e altri veicoli d’autore secondo l’AI

Abbiamo chiesto ad una intelligenza artificiale, Stable Diffusion, di generare quei veicoli del futuro che grandi nomi dell’architettura e del design non hanno mai potuto progettare, ma che non avrebbero faticato ad immaginare.

La fascinazione dell’architettura per il mondo dei trasporti è sempre stata fortissima, ci ha regalato splendore, manifesti, talvolta passi falsi quantomeno un po’ ingenui, talaltra calligrafici obbrobri. D’altro canto quelle macchine che rendevano il mondo più piccolo e le distanze più brevi trasformavano profondamente l’intero mindset di chi, in quel mondo, doveva progettare.

Gio Ponti con Alberto Rosselli, Linea Diamante, 1953
Gio Ponti con Alberto Rosselli, Linea Diamante, 1953

Ecco allora chi ha fatto delle automobili un fatto di architettura, ecco Le Corbusier in posa sul tetto del Lingotto con le auto da corsa e autore della Voiture Minimum, a metà tra le sue case sperimentali Citrohan e le future 2CV (stavolta Citroën); ecco Gio Ponti che nel 1953 anticipa le future multispazio (o almeno la Renault 16) trasformando una Alfa Romeo 1900 nella mai prodotta Linea Diamante. Ecco le stanze viaggianti dei TGV di Philippe Starck, ma anche quelle dei treni anni 50 di Giulio Minoletti per Breda.

Giulio Minoletti, interni del treno Breda
Giulio Minoletti, interni del treno Breda

C’è poi chi delle auto ha fatto pezzi di un panorama estetico ultra personale, come Raymond Loewy che ha declinato il suo mondo curvilineo streamlined nelle radio e nelle locomotive, nelle bottiglie della Coca-Cola, nelle stazioni spaziali e nella sua personale Lancia Flaminia. E chi invece ne ha fatto elementi di una visione totalizzante, potremmo dire olistica, del mondo: vogliamo pensare alla Dymaxion car di Richard Buckminster Fuller che, assieme alla Dymaxion House, alla Dymaxion Toilet, ma anche al modello di planisfero pure lui Dymaxion, costituiva un sistema di interpretazione e abitazione del pianeta così integrato da fare impallidire Apple e il suo odierno olismo dei device?

R. Buckminster Fuller, autovettura Dymaxion,1933
R. Buckminster Fuller, autovettura Dymaxion, 1933

Ci siamo presi una pausa dall’analisi del presente e abbiamo chiesto ad una intelligenza artificiale di generare i veicoli che questi nomi non hanno (plausibilmente) mai progettato. I risultati non sono quelli raggiungibili sei mesi fa, né quelli raggiungibili fra sei mesi, e ci raccontano più della capacità di ricerca del software e della diversa (spesso inquietantemente asimmetrica) disponibilità di informazioni su Charlotte Perriand o Frank Lloyd Wright. Ma attenzione: ci raccontano anche cosa e quanto di questi nomi è parte del patrimonio culturale che in questo preciso momento galleggia nel web, pronto a generare stupefacenti epifanie o leggendari fraintendimenti, a seconda di quello che gli vogliamo chiedere.

Tutte le immagini della nostra galleria sono state generate utilizzando Stable Diffusion v. 1.5. Associato ad ogni immagine è possibile leggere il prompt esatto che abbiamo utilizzato. Ogni disegno incluso in questo articolo è fittizio e generato da un'intelligenza artificiale. Non si intende né si deve dedurre alcuna identificazione con persone (vive o decedute), luoghi, edifici e prodotti reali.

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