Il divano ergonomico di Finn Juhl del 1951

Interprete di un linguaggio di forme organiche e di uno stile plastico e raffinato, il designer danese creò la linea Baker a favore della comodità sui diversi atteggiamenti del corpo. Oggi ancora in produzione con Onecollection.

Questo articolo è stato pubblicato in origine su Domus 1070, luglio-agosto 2022.

“Buon riposo” si legge in calce all’acquerello dalle cromie preziose di un divano dalle forme curvilinee. L’autore è l’architetto e designer danese Finn Juhl (1912-1989), interprete di un linguaggio di forme organiche, che ha modo di rafforzare e sperimentare anche negli Stati Uniti quando, a partire dagli anni Cinquanta, intraprende la fase internazionale della sua carriera, richiamato da un importante incarico alle Nazioni Unite di New York. Qui mette in campo il suo stile plastico e raffinato, attento ad accogliere il corpo nel suo dinamismo. 

Il contatto con il mondo americano si rinforza grazie alla collaborazione con la Baker Furniture Incorporated, di Grand Rapids, Michigan, per cui Juhl progetta una serie di arredi che definiranno lo stile moderno dell’azienda, presentati nello showroom da lui disegnato: nasce così la linea Baker.

Disegno tecnico di Finn Juhl, divano Baker. Foto Pernille Klemp, Designmuseum Denmark. Courtesy of House of Finn Juhl
Disegno tecnico di Finn Juhl, divano Baker. Foto Pernille Klemp, Designmuseum Denmark. Courtesy of House of Finn Juhl

Come si legge sul disegno d’archivio, Baker è un divano che “prova a risolvere problemi differenti”, studiato per offrire “buon supporto alla parte lombare della schiena”, supportando il corpo nei diversi atteggiamenti, “in posizione normale, rilassata e sdraiati con i piedi sollevati”, dove anche i gomiti e la testa trovano un comodo appoggio, grazie allo schienale diviso in due porzioni. La scocca imbottita poggia su una leggera struttura di legno e s’interrompe al centro, lasciando uno spazio vuoto che garantisce l’ergonomia e crea una leggerezza visiva, contribuendo all’effetto scultoreo del mobile.

Juhl era solito affidare all’arte dell’acquarello la presentazione finale dei suoi lavori: come i moderni rendering, erano la maniera più efficace per visualizzare i volumi, le qualità cromatiche e le trame dei tessuti. Partiva da un disegno abbozzato a penna su un minuscolo pezzo di carta, dove individuava l’idea portante, per poi passare all’opera definitiva, su fogli più grandi, completa dei dettagli strutturali e rifinita con colori che mettevano in risalto ombre e brillantezze. Una modalità di presentazione, affinata grazie anche alle abilità della collaboratrice Marianne Riis-Carstensen, e che risponde agli interessi artistici di Juhl, appassionato sin da giovane di arti figurative.

Disegno di Finn Juhl ad acquerello, tecnica con cui l’architetto era solito presentare i suoi progetti. Foto Pernille Klemp, Designmuseum Denmark. Courtesy of House of Finn Juhl
Disegno di Finn Juhl ad acquerello, tecnica con cui l’architetto era solito presentare i suoi progetti. Foto Pernille Klemp, Designmuseum Denmark. Courtesy of House of Finn Juhl

Non a caso, le equilibrate forme del suo design, morbide e fluide, hanno dei riferimenti nell’arte informale astratta di Alexander Calder, Hans Arp ed Erik Thommesen, amati e collezionati nella sua casa vicino a Copenaghen, che quest’anno riapre al pubblico.

Da più di 20 anni Onecollection, con il marchio House of Finn Juhl, ha ottenuto i diritti esclusivi di tutti i suoi progetti, che realizza con alte tecniche produttive e artigianali. Il divano Baker è oggi realizzato con una struttura in legno di rovere o noce. Il rivestimento, di pelle o tessuto, è interamente cucito a mano.

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