Moda uomo, sei sfilate da ricordare dalle collezioni invernali

Dall’omaggio a Virgil Abloh, alla passerella stallare firmata Prada. Una selezione dei sei eventi più interessanti visti durante le fashion week tra Milano e Parigi.

Con la fine della settimana della moda parigina, si è chiusa la presentazione delle collezioni maschili delle capitali della moda europee. Ritornati in gran parte al format della sfilata in presenza di pubblico, riprendono anche i grandi eventi tipici dell’alta moda come la passerella ritmata da star hollywoodiane per Prada, o il corrispettivo richiamo ai gen-z firmato Dolce&Gabbana con una performance di un Machine Gun Kelly vestito di paillettes. L’elemento di punta però della stagione, è stato l’ultima sfilata Louis Vuitton firmata Virgil Abloh, l’ultimo viaggio nel suo mondo onirico.

Presentiamo qui una selezione dei sei eventi da ricordare delle collezioni Uomo Autunno/Inverno 2022.

Prada

Al Deposito dell Fondazione Prada, la collaborazione tra Miuccia Prada e Raf Simons prosegue con un omaggio al lavoro e alla quotidianità, una realtà che irrompe nel vernacolo estetico della sfilata. Su un palcoscenico reimmaginato per l’occasione da AMO, i modelli – che includono star del cinema di fama internazionale come Kyle MacLachlan and Jeff Goldblum – sfilano su un percorso illuminato in cui la rappresentazione di un’attualità viene amplificata dalle poltrone da cinema per gli ospiti, che diventano così specchi della realtà. Allontanandosi dalle conversazioni sul comfort e sul loungewear, Prada presenta una collezione ancorata saldamente nel lavoro, dove la manodopera sartoriale lavora su una formalità che conferisce importanza. Sono abiti, quindi, prettamente utilitaristici, dove trench in pelle esagerati, blazer asimmetrici accentati con fasce di shearling, pantaloni dalle tinte forti e tute da lavoro lucide, enfatizzano il corpo delineati sulle spalle e sui punti vita, quasi come dei volumi architettonici.

Fendi

Con la sua ultima opera Silvia Venturini Fendi, reimmagina il guardaroba di un gentiluomo, con l’utilizzo di una formalità giocosa ma che rimanda all’eleganza di un vecchio mondo. Accompagnati da ghiaccio secco e un’inquieta direzione delle luci, i modelli passano veloci su dei podi metallici che ricalcano il logo del marchio – progettata dallo studio internazionale Bureau Betak. Solo in apparenza una ripresa direttamente sentimentale del classico, la collezione regala ad ogni abito un tocco anti-convenzionale, unendo all’abbigliamento da occasione al surreale e all’ironico. In una fioritura dandy, cappotti ampi sono stati appuntati con corsetti, mentre le scarpe Mary Jane vengono allacciate con cinturini per orologi da polso.

JW Anderson

Lo stilista inglese – che ha recentemente inaugurato il brand dell’universo degli Nft, con un cardigan lavorato con tecnica patchwork spopolato su Tik Tok grazie al cantante Harry Styles – continua la sua sperimentazione digitale rilasciando in previsione della sfilata milanese brevi filmati di avatar femminili. Ma l’ultima collezione di Jonathan Anderson colpisce per una nota ridicola. Unendo in un unico evento la presentazione delle collezioni maschile e famminile, “l’orgogliosamente maschile e il perfidamente femminile sono uniti in una macchia caleidoscopica” creata di tinte brillanti e flash metallici. I modelli, ora con borse a forma di elefante, ora con piccioni in mano, rispecchiano un’ingenuità infantile nel percorrere la scenografia di una discoteca deserta. “Vestirsi in modo schietto, scontrandosi con frammenti di gioventù come coriandoli sparsi in una festa in casa”.

Louis Vuitton

L’ultima collezione di Virgil Abloh, il viaggio in un mondo onirico in cui la maison dona omaggio al direttore creativo scomparso lo scorso novembre. Immaginando uno spazio metafisico fatto di possibilità, il Carreau du Temple di Parigi viene trasformato nella Louis Dreamhouse, un interno fanciullesco di idee e prospettive che si apre varcata la soglia della grande dimora in stile vittoriano. I modelli sfilano seguendo una cornice di elementi disgiunti, dalla casa a semplici arredi, disegnati per ricondurre al centro della riflessione lo spazio domestico. Una sequenza di abiti studiati come oggetti scultorei, qui ali di farfalla o i cappelli dalle lunghe orecchie d’asino, qui i colori dello street style. Attraverso materiali e tecniche, prendono forma gesti di surrealismo, astraendo il familiare e aprendo a una prospettiva attraverso gli occhi di un bambino. La collezione trasmuta i codici di abbigliamento popolarmente legati agli archetipi della società e li ricuce in modo nuovo.

Hermès

Per il brand fanno da scenografia alcuni arazzi del Mobilier National, i quali subiscono una progressiva metamorfosi passando su un videowall al ritmo dei modelli che sfilano. Man mano che la mostra procedeva, questi rendering digitali lentamente si confondevano e astraevano fino ad assomigliare a una scena del cielo di Turner. Il lavoro del direttore creativo Cyril Teste attinge alla “bellezza patinata di una tela tecnica corrosa”, dove il sapiente accostamento di materie contrastanti compone degli ossimori tessili e visivi, che associano finiture lisce e vellutate, effetti opachi e brillanti, sensazioni al tatto soffici e fruscianti. Il disegno di un’estetica dandy resa contemporanea.

Jil Sander

Lucie e Luke Meier presentano alla Cattedrale della Santissima Trintà a Parigi una collezione a prova di individualismo. Accompagnati da una colonna sonora di Panda Bear e Animal Collective, la nuova collezione diventa una dimostrazione di eleganza e sofisticatezza. Cappotti con doppio revers e giacche si riempiono di dettagli realizzati all’uncinetto, maglioni e gilet smanicati in lana con nuove lavorazioni, pantaloni in pelle lucenti marroni e neri e trench coat neri essenziali. L’incontro tra l’uncinetto e la sartoria ha fatto sì che le espressioni fossero più focalizzate sui pezzi d’impatto rispetto a un risultato d’insieme. Tocco finale poi il rimando all’oroscopo, che compare sotto forma di segni zodiacali con grafiche minimali stampate su foulard, cappotti, camicie e maglioni in lana.

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