Moda donna, sei sfilate da ricordare tra Milano e Parigi

Dalla soave sensualità Prada, ai quadri pop Dior fino a una inaspettata puntata dei Simpson, una selezione dei sei eventi più interessanti visti durante le fashion week.

Con la fine della settimana della moda parigina prevista questo martedì, si chiuderà a breve la presentazione della stagione 2022 delle capitali della moda europee. È passato più di un anno da settimane così dense di eventi e spettacoli – Milano è stata poche settimane fa anche sfondo della Design Week. Tra il ritorno finalmente delle passerelle dal vivo, e eventi in streaming, i brand hanno dimostrato di riprendere il bagaglio di esperienze degli ultimi mesi, chi interpretando in nuovi modi il rituale della passerella, chi evitandola del tutto come espediente comunicativo. Presentiamo qui una selezione dei sei eventi da ricordare delle collezioni Donna Primavera/Estate 2022.

Prada

Per la collezione femminile, la collaborazione ormai consolidata del duo Prada/Simons riporta la seduzione soave caratteristica del brand al centro della scena, attraverso un processo di spoliazione che porta inevitabilmente all’enfatizzazione del corpo. Il corsetto, il pizzo, l’abito da sera, la sfilata ricalca elementi tipici della femminilità tradizionale ma riducendoli all’essenziale: un processo di spoliazione che libera il corpo – ammirabile, ad esempio, nella gonna da sera trasformata in una minigonna con ricordo di uno strascico. Per la sfilata, la prima in presenza dopo un lungo periodo, la casa di moda ha riusato parte dell’esperienza virtuale acquisita nell’ultimo anno, unendo un in unico evento due passerelle simultanee presentate nello spazio Deposito della Fondazione Prada a Milano e nel Bund One di Shanghai. Grazie allo spazio allestito come da consuetudine da AMO, i due ambienti fanno da eco l’un con l’altro, dove schermi video erano un dialogo tra i due spettacoli, uno scambio tra realtà fisica e virtuale.

Moncler

Per l'ultimo spettacolo Moncler Genius offre un evento digitale immersivo girato in cinque città – Milano, Shanghai, Tokyo, Seoul, New York –  con collezioni innovative di 11 marchi, tra cui JW Anderson, Palm Angels e Hyke. A Milano, gli ospiti hanno guardato Mondogenius da uno studio cinematografico, mentre la conduttrice Alicia Keys appariva IRL, interagendo con la conduttrice di Shanghai Victoria Song attraverso uno schermo enorme, e presentando una ad una le varie collezioni. L’evento fa fede in questo modo a una nuova prospettiva globale, digitale e diversificata, un luogo in cui generare nuove conversazioni, in cui scambiare idee, in cui dare voce a molteplici espressioni creative. Tra i diversi universi esplorati, Milano è stata rappresentata dalla collaborazione del brand con lo stilista nord-irlandese JW Anderson – una collezione presentata da un cortometraggio girato da Luca Guadagnino – mentre in  diretta da New York, gli spettatori sono stati trasportati in un viaggio attraverso lo spettacolo dell’artista discografica e visiva Solange Knowles.

Sunnei

Per la sfilata giovane brand milanese Sunnei ha collaborato con lo studio interdisciplinare 2050+, fondato dall’ex partner di OMA Ippolito Pestellini Laparelli nel 2020. Entrando nel magazzino di 7.000 mq, gli ospiti sono stati invitati a prendere una borsa di cotone contenente l’accessorio punta di tutta la sfilata: Prototipo 3, occhiali da sole che si indossano grazie a un cinturino elastico da fissare intorno alla testa. La passerella è stata concepita come un tunnel bianco etereo, dove i modelli sfilano in un’esperienza luminosa alienante e totalizzante. Colonna sonora pulsante e luce bianca brillante, inizia così l’evento mentre le modelle sfilavano in disegni colorati e sperimentali: Maglieria 3D e strisce audaci, silhouette voluminose e accessori pesanti e nappati. La qualità dell’esperienza è accentuata da una luce stroboscopica, che pulsa in sincronia con i battiti di un paesaggio sonoro elettronico. I loro effetti combinati producono un glitch che distorce lo spazio, interferendo con le sue configurazioni luminose e sonore.

Dior

La collezione privavera/estate Dior viene presentate su uno stage tridimensionale, una scenografia ludica, pop e ipnotica per il quale Maria Grazia Chiusi ha guardato e citato l’artista italiana Anna Paparatti, le cui opere colorate degli anni ’60 assomigliano a giochi da tavolo, un’allusione alle assurdità della vita. Nello specifico si fa riferimento all’opera Il Gioco del Nonsense (1964), un tabellone ovale inanellato di numeri colorati, posto su uno sfondo geometrico e caleidoscopico. La passerella si destruttura in cerchi di moduli posti a diverse altezze, al centro della quale il nuovo progetto cantautorale italiano Il Quadro di Troisi – formato dal produttore Donato Dozzy e Eva Geist – offre la raffinata colonna sonora. Qui Chiuri si avvicina alle linee dei primi anni ’60 per abbozzare le forme del cambiamento e tracciare un nuovo lessico nella nostra società sconvolta dalla pandemia. Le silhouette rivelano tagli ed effetti grafici trasposti in giallo, verde, rosso, blu, arancio e lampone, come un color block che rivisita l’estetica di Marc Bohan.

Loewe

Le pitture rinascimentali di Pontormo, esploratrici delle nozioni di drappeggio, scultura e colore attraverso torsioni, deviazioni e distorsioni, sono il punto di partenza di Jonathan Anderson per elaborare una visione sul movimento del corpo: la linea è verticale, ma il corpo ruotato e contorto. Abiti di jersey sono plasmati da forme architettoniche, placche metalliche si integrano a cappotti e abiti, mantelli scultorei avvolgono il corpo. “Volevo qualcosa di nevrotico, psichedelico, completamente isterico”, ha spiegato Anderson dopo la sfilata, vedendo la P/E 2022 come un nuovo capitolo post-pandemico per la casa spagnola. Il direttore creativo ha fatto emergere per l’evento le modelle da una botola nel pavimento dello spazio espositivo, in una processione monastica: “le sagome emergono”. Ma il dettaglio che culmina questa decontrazione delle forme si posa sulle calzature, le quali sfoggiavano tacchi a spillo a sorpresa, che assomigliavano a barre di sapone, una candela di compleanno, una bottiglia rossa di smalto, un guscio d’uovo incrinato.

Balenciaga

La casa di moda spagnola, già autrice della recente collezione virtuale di skins per Fortnite, ha stupito nuovamente stravolgendo il libro delle regole in termini di convenzione di sfilata, rotolando tra il mondo della moda, della televisione e della tecnologia. Gli invitati alla sfilata, comodamente seduti nel Théâtre du Châtelet, hanno assistito alla proiezione sullo schermo del finto arrivo sul red carpet di modelli e persone dello spettacolo – giornalisti, buyer o celebrità tra cui Isabelle Huppert, Jeungen Teller ed Eliot Page –, i quali indossavano i nuovi capi della collezione. La maison ha poi regalato al pubblico la proiezione di un episodio dei Simpson incentrato su Balenciaga, con le sue star che si spostavano da Springfield a Parigi e sfoggiavano in passerella i pezzi idiosincratici del marchio. Balenciaga non è più definibile semplicemente maschio di moda, ma una macchina dell’intrattenimento, fisico e digitale.

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