Un anello luminoso mette in relazione spazio, luce, tempo e suono

L’installazione audiovisiva The Orbital di Nick Verstand racconta l'evoluzione di un genere in bilico tra arte, musica e architettura. 

Uno degli elementi più suggestivi dell’Amsterdam Dance Event di quest’anno è stato il progetto audiovisivo The Orbital di Nick Verstand, portato al grande pubblico durante l’evento dell’Awakenings Festival al Gashouder Westergasfabriek, un vecchio complesso industriale riqualificato con lo scopo di ospitare questo genere di manifestazioni.

Verstand negli anni è riuscito a distinguersi per aver saputo mettere in relazione nelle sue opere elementi come spazio, luce, tempo e suono, conquistando l’attenzione di musei, gallerie e festival di tutto il mondo insieme a quella artisti come Iris van Herpen, Bjork e Suzanne Ciani.

Tornando al progetto The Orbital, inizialmente progettato per il Royal Theatre Carre di Amsterdam, si presenta come un anello luminoso che va a correlarsi principalmente con lo spazio architettonico circostante. Composto da circa 8.000 pixel led superveloci, incastonati su di uno scheletro circolare in alluminio, l’installazione viene manovrata grazie ad un apposito controller creato per la gestione della luce a 1000Hz, avvalendosi inoltre di un protocollo IP e software appositamente creati per rendere i movimenti della luce e dello scheletro il più possibile fluidi e naturali. Il processo creativo di questo genere di progetti si basa prevalentemente sulle possibilità offerte dalla tecnologia che vengono contestualizzate in uno spazio fisico, ma che per esistere si affidano ancora alla capacità intuitiva e sensibilità umana, dichiara Nick Verstand.

The Orbital di Nick Verstand al Royal Theatre Carré. Foto di Thijs Hupkens

L’artista olandese sostiene inoltre che grazie alla rapidità dell’evoluzione tecnologica, nei prossimi anni sarà possibile integrare maggiormente gli elementi di luce, spazio e suono all’interno di un ambiente; dunque i progettisti avranno la possibilità di espandere le proprie installazioni anche al di fuori di un palcoscenico. Seppure lo scenario immaginato dall’artista prevede un’ulteriore espansione tecnologica, secondo lui questa sarà utilizzata come strumento utile per la creazione di progetti più consapevoli caratterizzati da un proprio linguaggio artistico.

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