Il mio primo monopattino elettrico

Ho provato un monopattino elettrico Xiaomi Mi Pro nella Milano post-lockdown per tre settimane: per molti potrebbe essere un colpo di fulmine non destinato a durare.

Non avevo mai guidato un monopattino elettrico prima di riceverne uno in prova tre settimane fa. Fino a quel momento la mia esperienza era limitata a due soli episodi: il monopattino “analogico” della Decathlon vinto alla lotteria di fine anno delle medie e usato per due estati finché le caviglie non hanno detto basta, e quella notte in Giambellino in cui a investirmi è stato lui, nella sua versione più moderna. L’impatto sull’asfalto mi parlava di un mezzo potente, tanto che quando mi sono ripresa dallo shock ho voluto subito provarlo. Da guidare è uno spasso: si sale sulla pedana, ci si dà una spinta col piede e si schiaccia il turbo col pollice. I monopattini elettrici sono buffi da vedere, così come le hoverboard e i segway e in generale tutti quei micro-mezzi con cui le persone si spostano veloci ma non troppo, rigorosamente senza muovere un muscolo e consumando parecchia elettricità (e batterie al litio).

Quando ho ritirato il “mio” primo Xiaomi Mi Electric Scooter PRO mi sono trovata davanti un oggetto compatto, pulito nelle forme, con il freno sul manubrio sinistro e un filo elettrico rosso Ferrari in contrasto con la scocca di alluminio nera satinata, rimando inevitabile alla Batmobile – una garanzia – e luci integrate di cui la posteriore si attiva frenando. Il campanellino nero e il cavalletto a scomparsa sono gli unici componenti analogici. È ben fatto e non a caso nel 2017 si è aggiudicato un RedDot Award nella categoria Best of the Best, un IF Design Award e un Good Design Award per il design minimalista e maneggevole firmato dal trio Zhou Tuo, Li Ningning, Zhao Ziran di Xiaomi che garantiva una velocità di 25-30 km/h su un raggio di 30 km e la sostenibilità di un peso massimo di 150 kg. Stiamo parlando dunque di un vero oggetto di design che benché sia in commercio da quattro anni, sta vivendo adesso in Italia il suo momento di gloria e accessibilità grazie al Bonus Bici e Monopattini 2020 del Decreto Rilancio.

Com’è guidare uno Xiaomi Pro a Milano? Divertente e pericoloso. Divertente perché in pochissimo tempo si raggiunge tutta la città e la velocità di 25 km/h (consentita per legge) permette di godersi il contesto con una brezza leggera sul viso, senza spazientirsi, specie sui tratti più brevi; non si suda – anzi non ci si muove proprio – e ci si sente esploratori urbani. Alla guida il monopattino è maneggevole, agile, le luci funzionano perfettamente, le tre modalità di guida “eco” “D” e “S” si adattano alle esigenze di ognuno (io ho guidato quasi esclusivamente in S, la modalità turbo: parliamo pur sempre di 25 km/h) e la batteria arriva a durare tre giorni con un uso moderato e raggiunge i 30 Km con una sola ricarica.

Xiaomi Mi Electric Scooter PRO
Xiaomi Mi Electric Scooter PRO, luci posteriori attivate coi freni

Quando si è in giro i passanti lo riconoscono e vogliono saperne di più: il fruttivendolo, i bevitori al bar, gli adolescenti sui Navigli e perfino la cassiera dell’alimentari mi hanno rivolto domande: “Ne voglio uno, come ti trovi? Va veloce? Quanto pesa? Quanto dura la batteria?”. Non solo episodi di ammirazione, ma spesso anche di antipatia da parte di anziani irascibili, ciclisti spazientiti e automobilisti increduli (“ma è legale?!”). Una cosa è chiara: i monopattinisti su strada risultano quasi invisibili e spesso capita che chi va in retromarcia, apre una portiera o semplicemente attraversa le strisce pedonali, non li veda. E questo, sull’esperienza di guida, getta un’ombra minacciosa.

Chi ha progettato lo Xiaomi Mi PRO aveva certamente in mente paesaggi urbani lineari fatti di lunghe distese di asfalto compatto e sicuro. Oppure grandi marciapiedi, sui quali però è vietato andare, almeno in Italia. La mancanza di sospensioni rende anche 1 cm di dislivello un grosso problema, per non parlare di pavè, sampietrini, asfalti dissestati, linee del tram e gradini sulle piste ciclabili. Per la maggior parte dei centri storici italiani ed europei, quindi, è praticamente off-limits. La sensazione di incertezza è tale che dopo i primi spostamenti spontanei in sandali e capelli al vento tra le circonvallazioni di porta Romana e Lodi, mi sono dovuta munire di sneaker, casco e guantini da bicicletta alle uscite successive. Pratico, quindi, solo su piste ciclabili o brevi tratti sicuri con poco traffico, oppure di notte. È infatti di notte che lo Xiaomi PRO si rivela in tutto il suo splendore. Piazzale Cuoco/Darsena andata e ritorno in meno di mezz’ora.

Xiaomi Mi Electric Scooter PRO
Xiaomi Mi Electric Scooter PRO, velocità massima 25/30 km/h, tre modalità di guida, un solo pulsante per accendere/spegnere e per attivare le luci.

Per una ricarica completa ci vogliono cinque ore (aspetto non trascurabile). Altre due note negative sono: l’impossibilità di legarlo o metterlo in sicurezza e i suoi 14 kg di peso. Una volta richiuso non è prevista una presa per trascinarlo agevolmente e quindi bisogna sempre sperare nell’aiuto di qualcuno per attraversare portoni e cancelli. Inoltre, bisogna prestare attenzione a quando si alza il braccio per puntare la direzione di marcia perchè, a differenza delle bici, qui ci si sbilancia notevolmente e guidare con una sola mano richiede svariati tentativi.

Dopo una prima settimana davvero esaltante dove le scomodità passavano in secondo piano a favore dell’adrenalina da mobilità elettrica, successivamente si sono delineati tutti gli aspetti negativi. Questo ha fatto sì che chiudessi la pagina dello shop di Amazon sulla categoria monopattini elettrici (anche quelli con sospensioni e seggiolino che raggiungono i 70 km/h), e tornassi a pensare alla mia vecchia bici a pedali con catena e lucchetto. Vedremo se il monopattino mi mancherà.

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