Il museo in progress di mischer’traxler per il MAK di Vienna raccontato dai designer

Il MAK di Vienna ha avviato molto prima dell’esplosione del Covid 19 un interessante progetto di ripensamento della sua preziosa collezione grazie al coinvolgimento dello studio austriaco mischer’traxler.

Come molti studi di progettazione anche Thomas Traxler e Katharina Mischer si sono trovati in una condizione sospesa dettata dalla pandemia. Li abbiamo incontrati virtualmente per alcune riflessioni attorno al complesso progetto avviato con il Museo di Arti Applicate MAK di Vienna: il duo ha co-curato e progettato il nuovo MAK DESIGN LAB, inaugurato in una sua prima versione circa un anno fa. Con Marlies Wirth e Janina Falkner del MAK hanno dato vita a una nuova versione della mostra permanente sul design del museo. È stato un processo intenso, la mostra si estende su oltre 2.000 metri quadrati con 12 aree concettuali declinate attraverso 500 opere. Temi come “Design is change”, “Nartificial”, “Cabinet of Consequences”, “(in) visible” e altri, mostrano progetti contemporanei di designer, artisti, architetti, programmatori, attivisti e idealisti che rispondono alle sfide del nostro tempo come i cambiamenti climatici, la digitalizzazione e la privacy, solo per citarne alcuni. I progetti selezionati, visualizzano i problemi, suggeriscono alternative, offrono soluzioni e sono contestualizzati in dialogo con oggetti storici della collezione del MAK.

La vostra collaborazione con il MAK nasce con l’idea di ripensare l’allestimento e il senso dell’intera collezione.
Si tratta di un progetto collaborativo ancora in corso. L’allestimento della mostra funziona come un collage fatto dalla combinazione di digitale e analogico in un modo giocoso. Il MAK DESIGN LAB sarà attivo per quattro anni e vogliamo proporre contenuti in progress di modo che i visitatori possano tornare più volte nel museo e trovare nuovi oggetti e argomenti. In breve, abbiamo disegnato una mostra che possa funzionare sia per alunni, studenti e non designer e allo stesso tempo essere stimolante per coloro che lavorano nel campo del design.

Mak Lab app

Mak design Lab è una sorta di processo per migliorare la fruizione del museo e renderlo più fluido. Come designer quale è la vostra idea di museo?
A nostro avviso, un buon museo, indipendentemente dalla tipologia, deve riuscire ad educare e intrattenere il visitatore. Alcune mostre possono e dovrebbero impegnarsi attivamente con il pubblico, mentre altre possono rimanere più passive: questo dipende fortemente da come si definiscono i contenuti. Inoltre, un museo dovrebbe riuscire a collegare il passato con il presente e forse anche il futuro e connettere i contenuti con diversi contesti e punti di vista per avviare un dialogo, un confronto.  Dopo aver visto una buona mostra, si hanno nuovi pensieri e opinioni su un argomento e la mente si dilata.

Coloro che operano all’interno dei musei pubblici spesso parlano della loro intenzione di cambiare la fruizione delle loro istituzioni. Adesso è necessario. Ma come è possibile un cambiamento?
Abbiamo la sensazione che i grandi musei possano sperimentare formati diversi in piccole aree del museo per testare la reazione dei visitatori e portare così a una graduale trasformazione.  Nel nostro caso specifico per il DESIGN LAB è stato un grande vantaggio avere la possibilità di collaborare con il team curatoriale. Marlies e Janina del MAK hanno portato la loro esperienza nell’arte, nei media digitali, nel design e nei progetti educativi, nonché la loro esperienza di altre mostre del MAK. Abbiamo avuto molte sessioni di lavoro in cui abbiamo condiviso le possibili opzioni e discusso concetti con una molteplicità di visioni che hanno contribuito a sviluppare una mostra che forma un fantastico mix di design, arte, architettura e attivismo dimostrando che i progetti dovrebbero essere visti sotto la lente concettuale e non archiviati nella categoria di una determinata disciplina. È tutto interconnesso e si influenza reciprocamente.

Nella vostra pratica progettuale l’esperienza immersiva e interattiva è una modalità capace di cancellare i confini territoriali e le limitazioni spaziali. Nel progetto per il MAK come vengono sviluppate queste condizioni?
A prima vista MAK DESIGN LAB sembra una mostra classica e si può visitare senza sentirsi obbligati a interagire. Abbiamo cercato di creare un’esperienza di design “immersiva” lavorando su una sorta di collage tridimensionale con singoli argomenti e pensieri attivando alcune suggestioni, dei cluster di senso. Oggetti, film e stampe danno vita a sequenze, non solo per un’importanza teorica e tematica, ma anche per formare raggruppamenti che si completano a vicenda e creano dei moodboard. Un design dei processi piuttosto che delle soluzioni. Così il visitatore è costantemente circondato da riferimenti incrociati, pensieri laterali e può immergersi nella mostra. Allo stesso tempo, ci sono progetti e installazioni interattivi in ​​ogni stanza. Nella prima sala, per esempio, la mostra esamina i nuovi ruoli del design. Le animazioni dello studio grafico LWZ interagiscono con oggetti fisici, collegando così l’analogico con il mondo digitale. L’intera mostra è accompagnata da un’app (progettata da LWZ) che può essere utilizzata per tenere traccia dei progetti visti in una raccolta personale e fornisce informazioni aggiuntive su vari temi come il cambiamento climatico. L’app include anche alcuni giochi che consentono ai bambini di accedere in modo giocoso agli argomenti del MAK DESIGN LAB.

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