Ibrido, condiviso, verde. Questi gli attributi fondamentali dello spazio di lavoro contemporaneo, che appare sempre più delineato, ma forse ancora refrattario rispetto a una codificazione chiara. Gli uffici si sono evoluti nel tempo, passando da configurazioni individuali alle isole, infine agli open space, per favorire sempre più l’interazione umana e le dinamiche di scambio. “L’idea che si possa definire un tipo di spazio per un tipo di azione è appartenuta alla modernità”, si afferma in uno studio prodotto da Carlo Ratti Associati per Copernico, BNL Gruppo BNP Paribas e Arper intitolato Il nuovo paesaggio del lavoro. “Nel tempo presente, con la difficoltà di definire categorie, bisogna guardare a entità relazionali, qual è il paesaggio.” Il paesaggio, nella formulazione di Ratti, “si compone di relazioni flessibili tenute insieme da un collante culturale inclusivo, ma radicato nei luoghi, che ne determina le singole specificità e favorisce una continua dimensione di scambio e apprendimento.”