L’altro effetto di una tale impostazione è quello di non imporre una lettura univoca, ma di lasciare la mostra come “opera aperta”, secondo la nota tesi semiotica di Eco. “L’Atlante”, sottolinea Pierluigi Nicolin in apertura di “Architecture as Art”, bozza di un archivio e traccia di una mappa, “presenta una disposizione di cose nello spazio unitario di un parterre che allude all’inizio di nuove azioni e modi di essere. La mappatura, che esclude in linea di principio una gerarchia, un centro e un ordine di significazione, risponde alla volontà di offrire un’enciclopedia aperta”.
Anche la nuova versione del Design Museum, dedicata da Silvana Annicchiarico alle donne del design (e aperto fino ad aprile 2017), non manca di lasciare libero il flusso del progetto, articolato in due macro-sezioni “verbali”, Intrecciare e Procreare, attraverso le opere delle progettiste in ordine cronologico. A queste si affiancano gli approfondimenti sul Proteggere, con una galleria di sante protettrici con i loro oggetti-attributo, e Rappresentare, che sottolinea il progetto dell’allestimento curato da Margherita Palli.

Progettare a partire da un segno: l'ultima collezione di Vaselli
La serie Hoop declina un gesto morfologico in una famiglia di arredi da bagno in travertino, un incontro tra la poesia della materia e il rigore della forma.