Lavorare su una barca a Parigi, tra città e cantieri

Nel 1984, Domus studiava uno spazio di lavoro insolito: l’estensione che l’architetto francese Adrien Fainsilber aveva progettato per il suo studio, in una chiatta sulla Senna.

La ricerca dell’ottimizzazione logistica sui luoghi di lavoro, a partire dall’età fordista, ha generato storie, spazi e dispositivi che si sono collocati nei decenni su diversi gradi di fattibilità e visionarietà – Gianni Lancia, a capo dell’omonima Casa, oltre a installare nella sua sede gli ascensori a ciclo continuo detti paternoster, aveva anche immaginato una soluzione, poi lasciata da parte, per far spostare il suo ufficio direttamente di dipartimento in dipartimento riducendo gli sprechi di tempo.

Nella Parigi del 1984, Nanterre per la precisione, prima banlieue, l’architetto Adrien Feinsilber aveva invece pensato che il luogo di lavoro avrebbe potuto assumere le sembianze di una di quella chiatte ormeggiate a centinaia lungo la Senna, capace non solo di offrire uno spazio meno convenzionale per la progettazione, ma anche di spostarsi tra diversi cantieri e offrire il raccoglimento spesso necessario e difficile da trovare in un ufficio più comune. Domus pubblicava le immagini di questa barca-studio a febbraio, sul numero 636.

Domus 636, febbraio 1983

Ufficio-relax per architetti

La Francia è attraversata da un intricato sistema di fiumi e canali, che tuttora costituiscono una via di trasporto di primaria importanza. L’acqua, oltre ad essere una componente del paesaggio, lo è di vita per taluni o, come qui, di lavoro. Uno studio di architettura di Nanterre ha risolto il problema dell’espansione dei propri spazi, infatti, riattando una vecchia chiatta e utilizzandola come estensione dell’ufficio centrale. È una soluzione che non solo permette una costante e non dispendiosa presenza nei cantieri – la maggior parte dei lavori dello studio, come il Museo della Scienza e dell’Industria di Parigi, si trova nelle vicinanze di fiumi e canali – ma offre anche al gruppo di lavoro la possibilità di salpare per qualche settimana e lavorare indisturbato (sulla barca possono dormire sei persone). 

Domus 636, febbraio 1983

Il progetto dell’ufficiobarca e dell’ufficio-centrale sono stati studiati in modo che gli elementi architettonici e di arredo dell’uno e dell’altro si integrassero, a generare nei due luoghi un linguaggio comune: anche nella sede centrale, per esempio, un oblò permette alla segretaria di controllare la zona di entrata/ricevimento/attesa. La struttura, le linee, i materiali e i caratteri originali della barca sono stati conservati, ma qua e là sono stati inseriti alcuni dettagli, che richiamano la sede centrale.

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