Le città di Vilnius, in Lituania, e Lublino, in Polonia, sono ora collegate tramite un portale circolare come in un film di fantascienza, con la sola differenza che con questo portale non c’è teletrasporto, ma solo una videochiamata. L'installazione è di fatto un gigantesco dispositivo di videoconferenza, con una telecamera sulle due rispettive piazze e un grande schermo, attraverso il quale le persone delle due città possono interagire. Secondo i fautori dell’iniziativa, l’obiettivo è quello di far “ripensare il senso di unità” creando un ponte digitale tra due luoghi lontani.

“L’umanità sta affrontando molte sfide potenzialmente mortali; che si tratti di polarizzazione sociale, cambiamento climatico o questioni economiche”, dice Benediktas Gylys, presidente della Fondazione Gylys, che ha avuto l’idea del portale. “Tuttavia, se guardiamo meglio al problema, non è la mancanza di brillanti scienziati, attivisti, leader, conoscenza o tecnologia a causare queste sfide. È il tribalismo, la mancanza di empatia e una percezione ristretta del mondo, che spesso è limitata ai nostri confini nazionali”.

L’università di Vilnius è stata incaricata di costruire il portale, che ha richiesto cinque anni di lavoro, ma che è stato svelato molto opportunamente alla fine di un lungo, stressante e difficile anno pandemico. Vilnius e Lublino non saranno le uniche città ad essere collegate da un portale: c’è già un piano per crearne altri in varie “Portal Cities” che saranno unite seppur virtualmente a simboleggiare una vicinanza che trascende i confini nazionali.