Il boom dell′apicoltura urbana e la sua insostenibilità

Negli ultimi anni il fenomeno dell′allevamento di api in città è letteralmente esploso. Ma una recente ricerca sottolinea i rischi di questo aumento incontrollato, e si parla già di rischio bee-washing.

Le api, minacciate nelle aree rurali e agricole, stanno trovando come improbabile rifugio la grande città. Ma nata inizialmente con un’iniziativa di piccole realtà, l’apicoltura urbana ha fatto negli ultimi anni il balzo definitivo verso il grande business. Partiamo dal gigante Alvéole, società con sede a Montreal: gestisce 3.100 alveari per 600 aziende in 20 città del Nord America, tra cui New York, Boston, Chicago, San Francisco e Toronto. Sostenuta da Edō Capital, un fondo di capitale di rischio, Alvéole fa pagare una media di 2.000 dollari all’anno per alveare, offrendo ai suoi clienti un pacchetto che comprende corsi di candele e miele come souvenir.

L’azienda ha inoltre recentemente comprato la francese Beeopic –  “appoggio” europeo prima di espandersi nel vecchio continente – che gestisce nella sola capitale parigina 350 alveari, tra cui la sala espositiva Grand Palais, la sede di BNP Paribas SA, la più grande banca europea, e il gigante dei beni di lusso LVMH, senza contare i pochi alveolari sopravvissuti all’incendio in cima alla Cattedrale di Notre Dame.

Foto Beeing, via Unsplash

Ciò che viene generalmente narrata come una tendenza positiva (ma c'è chi parla di bee-washing), sta in realtà causando la saturazione di alcune città del polline effettivamente a disposizione. Quando le api volano fuori per trovare il polline e non ci sono abbastanza fiori urbani per sostenerle, possono mettere pressione su altre specie selvatiche. In un luogo come gli Stati Uniti, dove le api europee sono state importate per l’agricoltura, competono con le api selvatiche e le farfalle, che sono già a rischio per altri motivi, dall'uso di pesticidi al cambiamento climatico.

Un recente studio svizzero ha catalogato l’aumento del numero di alveari registrati in 14 città del paese, passato da 3.139 nel 2012 a 9.370 nel 2018. I ricercatori hanno inoltre confrontato la densità degli alveari nelle città svizzere con lo spazio verde disponibile, rivelando come nessuna delle città sotto esame aveva abbastanza foraggio per soddisfare le necessità di tutti gli impollinatori. Aggiungere più spazio verde e piante per la produzione di polline nelle città aiuterebbe, ma la ricerca suggerisce che le città hanno anche bisogno di porre dei limiti alla proliferazione delle api urbane, con un numero di alveari limitato dalla quantità di spazio verde nelle vicinanze e dalla distanza sufficiente tra gli alveari.

Immagine di apertura: foto Damien Tupinier, via Unsplash

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