Come terza tappa della sua partnership con la Fondation Cartier pour l’art contemporain, Triennale Milano ospita La vita moderna, la più grande mostra di Raymond Depardon mai realizzata. Lunga e fondamentale, la vicenda del fotografo francese, che si snoda dall’attività di fotogiornalista fin dagli anni ’60 a quella di regista in collaborazione con Claudine Nougaret, dalla fondazione dell’agenzia Gamma con Gilles Caron alla collaborazione con Magnum, dalla partecipazione alla Mission photographique de la DATAR a Beyrouth centre–ville. L’importante percorso espositivo, curato dall’artista Jean–Michel Alberola, attraversa otto serie fotografiche e due film. Il filo conduttore è fornito da Errance (1999–2000), dove il formato verticale e la centralità del punto di vista offrono una visione pura e mediata allo stesso tempo, e le grandi stampe a muro conversano con quelle piccole e incorniciate. La perfetta identità tra forma e contenuto prosegue nella sala dedicata a La France, la serie che dal 2004 al 2010 ha portato Depardon a bordo di un furgone in giro per la provincia del suo Paese: la complessità della produzione e la magniloquenza dell’allestimento fanno da specchio alle storie di una Francia minore, a cui è restituita dignità e importanza. Seguono l’immane Rural (1990–2018), per la prima volta in mostra, le speculari ma imparagonabili Piemonte e Communes (2001 e 2020), i colori nordici di Glasgow e l’alienazione in bianco e nero di Manhattan Out (entrambe del 1980) e soprattutto San Clemente (1979–1980), resoconto vivido e partecipato degli ospedali psichiatrici italiani durante gli anni della rivoluzione Basaglia. I film New York, N.Y. (1986) e San Clemente (1980) completano una mostra semplicemente imperdibile. (Triennale Milano, viale Alemagna 6, Milano, fino al 10 aprile 2022).
Raymond Depardon, Frazione Saint Martin d’Orb, Le Bousquet d’Orb, Hérault, 2020, copyright Raymond Depardon / Magnum Photos