La mossa del cavallo

In grandi scene di battaglia da Paolo Uccello a Leonardo da Vinci fino a Rubens, l’arte nel corso della sua storia attribuisce al cavallo un ruolo cruciale, come elemento protagonista e al tempo stesso di dissenso.

“C’è tutta la storia dell’umanità e della natura nella figura del cavallo e del cavaliere”, affermava Marino Marini, pittore e scultore italiano. Battaglie, scoperte, conquiste, viaggi. Re, condottieri e conquistatori non sarebbero andati lontano senza i cavalli. Una figura centrale nella storia dell’umanità che ci porta inevitabilmente a pensare al loro ruolo nelle guerre e nelle battaglie, oggi sostituiti da orribili e pericolosi carri armati o bulldozer corazzati.

Paolo di Dono, più noto come Paolo Uccello, nel 1438 (circa) dipinse una serie di tre opere, tutte riguardanti il tema della battaglia: La Battaglia di San Romano. Fiorentini e senesi si scontrano. Una rivalità storica, senza tempo, che in maniera irriverente e sarcastica è viva ancora oggi. Due città, in qualche modo sorelle, che inevitabilmente rimandano all’attualità. Il racconto si snoda in un trittico dipinto su tavola che narra tre momenti salienti dello scontro: Niccolò da Tolentino alla testa dei fiorentini, Il disarcionamento di Bernardino della Carda, Intervento decisivo a fianco dei fiorentini di Michele Attendolo

La Battaglia di San Romano, Paolo Uccello, 1438

La più nota tra le tre tavole è quella conservata alla National Gallery di Londra, dove viene ritratto Niccolò da Tolentino alla testa della cavalleria. Un cavallo bianco, bardato con preziosi finimenti, attira subito l’attenzione dello spettatore, viene difatti posto al centro della scena. Da Tolentino lo guida. Un buffo e pregiato cappello, il volto scoperto, la postura dritta e fiera. Dietro di lui avanzano trombettieri che guidano attraverso i loro strumenti l’attacco della truppa. Una semplificazione formale di linee, figure, ombre e luci, perfettamente studiate col fine di dare ritmo e senso all’opera, una testimonianza in cui il cavallo di da Tolentino par quasi essere il soggetto dell’opera.

“I fiorentini”, ha scritto Louis Godart “s’identificavano con l’Atena vittoriosa grazie a una condotta di guerra prudente”. Il filologo e archeologo belga fa un’interessante riflessione, rivolgendosi però ad un’altra battaglia storica: La Battaglia di Anghiari. 

La Battaglia di San Romano, Paolo Uccello, 1438

Nella storia dell’arte, la versione più nota di questa battaglia è quella dipinta da Leonardo da Vinci, commissionata dalla Repubblica di Firenze nell’Ottobre del 1503 per il salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, probabilmente mai terminata per motivi legati alla tecnica pittorica scelta dal grande maestro. Peter Paul Rubens reinterpretò l’opera quasi fedelmente, se non per lo stile. L’ispirazione arriva probabilmente da una copia di un anonimo o dai cartoni preparatori del maestro toscano, anche perché al tempo l’intervento del Vasari aveva già trovato la sua messa in opera. 

Il ruolo dei cavalli era di primissimo piano al pari di quello dei rispettivi cavalieri. Espressioni atterrite, scene convulse. Un documento di dissenso nei confronti della guerra derivante proprio dagli stessi cavalli.

La Battaglia di San Romano, Paolo Uccello, 1438

Scrive ancora Louis Godart: “Leonardo ha reso mirabilmente lo stato d’animo degli animali impegnati nella lotta  Gli occhi dei due cavalli costretti dai loro cavalieri a scontrarsi e annientarsi a vicenda guardano spaventati i due uomini che si sbranano tra le loro gambe. Ho l’impressione che il maestro abbia voluto esprimere tutta l’avversione di questi animali per lo scontro nel quale la rabbia e la follia degli uomini li hanno trascinati” Un vortice di violenza, un turbino di paura e disperazione.

Il cavallo ha rappresentato nella storia, non solo quella artistica, un elemento di grande rivoluzione. Dall’escamotage del cavallo di Troia ai destrieri medievali, quando su di loro e i loro cavalieri si fondava la società, ai cavalli futuristi che altro non erano che simbolo di una nuova contemporaneità e del suo dinamismo, all’ancora attuale Palio di Siena, che attira curiosi e appassionati da ogni parte del mondo, il cavallo ha sempre rappresentato uno status symbol, una cultura, non solo battaglie ma legami e passioni.

La Battaglia di Anghiari, Peter Paul Rubens, 1503