Costruire in paglia: una possibilità per il futuro dell’abitare in 5 progetti chiave

Dai sobborghi americani alla campagna milanese, dal Belgio alle Alpi, l’architettura mostra la sostenibilità e la poetica del costruire in paglia.

Affrontare la crisi climatica è una sfida che per l’architettura può diventare una possibilità per sperimentare nuovi linguaggi e tecniche. Una possibilità, forse, può arrivare dal passato: costruire in paglia. Infatti, la paglia offre numerosi vantaggi per un progetto d’architettura: funge da isolamento naturale, evitando quindi l’utilizzo di derivati petrolchimici o di fibre non naturali, riduce notevolmente le emissioni di CO2, mentre costituisce un potenziale uso per una risorsa scarsamente utilizzata ma largamente prodotta anche in forma di scarto.

Se pensi di credere nel cambiamento climatico e non fai nulla a riguardo, allora non credi nel cambiamento climatico.

Yvon Chouinard


Il suo utilizzo, non solo come rivestimento per le coperture, ma anche come massa per i muri, è ormai datato. Le prime case in paglia, infatti, risalgono alla seconda metà dell’800 negli Stati Uniti, e da lì si diffusero poi nel resto del mondo. Tuttavia, questo utilizzo è sempre rimasto una nicchia per appassionati di bioarchitettura e soluzioni sostenibili.

Negli ultimi anni, però, una serie di progetti sembra portare nuova attenzione a questa tecnica, che diventa insieme tecnica e potenzialità poetica per il progetto. Gli esempi, in tal senso sono diversi. Dalla casa monofamiliare Casa Quattro di Lca architetti, in cui il materiale povero è rivestito da pannelli in sughero lavorati, configurando un’abitazione di piccole dimensioni ma raffinata nel linguaggio, sino a Vila Kopose, in Lettonia, progettata da Archispektras. In questa la copertura in paglia si fonde con le pareti verticali, in un linguaggio fluido e moderno.

Sulla scorta di questa riscoperta nell’uso della paglia, un esempio notevole è sicuramente il prototipo per un’abitazione di Yvon Chouinard, fondatore del marchio sportivo Patagonia. La sensibilità ambientale dell’imprenditore americano è infatti confluita nella volontà di migliorare i sobborghi nelle città meridionali degli Stati Uniti, e al contempo contrastare la crisi climatica. Come ha affermato lo stesso Chouinard: “Se pensi di credere nel cambiamento climatico e non fai nulla a riguardo, allora non credi nel cambiamento climatico.”

Questa casa non è nulla di troppo lussureggiante. Il progetto dimostra come l’utilizzo della paglia non sia solo una stramba idea, o qualcosa da hippie, ma un sistema testato e funzionante per l’architettura.

Dylan Johnson

Seppur non focalizzato sul risultato formale, l’obiettivo di Chouinard è stato quello di dimostrare come l’utilizzo della paglia possa diventare diffuso in tutti i sobborghi urbani. Per far ciò il processo costruttivo è stato filmato e trasposto in un breve film, così da dare ampia visibilità al progetto. Questo diventa un manifesto che aspira a produrre un effetto a catena: una rivoluzione low-tech per i sobborghi. 

Da qui, l’idea di Yvon Chouinard, insieme all’architetto Dylan Johnson, è stata quella di costruire la nuova abitazione dell’imprenditore nella contea di Ventura, sviluppando un progetto per una tipica abitazione dei sobborghi americani: 3 camere da letto, due bagni, e un soggiorno luminoso. Infatti, obiettivo del fondatore di Patagonia è stato di mostrare un potenziale prototipo per una trasformazione low-tech nella costruzione dei sobborghi in continua espansione. Non una villa dalle dimensioni spropositate o forme eccentriche, ma un progetto semplice con l’obiettivo di dimostrare che anche le case tradizionali possano ridurre drasticamente la loro impronta ecologica. Come descritto dall’architetto Dylan Johnson “questa casa non è nulla di troppo lussureggiante.  Il progetto dimostra come l’utilizzo della paglia non sia solo una stramba idea, o qualcosa da hippie, ma un sistema testato e funzionante per l’architettura.”

Canelo Project, Save the Children office building, Ciudad Obregon, Sonora, Messico, 1996. Courtesy Canelo Preoject

Questo progetto è pensato proprio come fosse un volano per una possibile trasformazione e diffusione della paglia come materiale da costruzione. Nella recente intervista rilasciata a Domus, l’architetto Dylan Johnson ha sottolineato come “La crisi climatica grava ogni giorno con maggiore intensità. E ci sono molte persone che parlano di soluzioni high-tech, bioingegneria, sistemi di stoccaggio del carbonio e transizione lenta. Ma queste cose impiegheranno anni per prendere vita. Oggi l’architettura ha davanti un set di soluzioni semplici e low-tech che può utilizzare per ripensare il modo in cui costruiamo le nostre case.”

E così fa il progetto per la nuova casa di Yvon Chouinard, ma anche il progetto di Studio Albori per una casa a Laveno, o lo studio belga Wim Goes Architectuur nel progetto per una casa a Nevele. Tutti questi esempi di abitazioni diventano insieme opere d’architettura e prototipi per un nuovo modo di costruire, sia in aree rurali che in città. La paglia diventa uno strumento del progetto che, dal passato, può tornare a coprire un ruolo importante nell’architettura contemporanea, dimostrando la sua versatilità rispetto forme e linguaggi, e proponendo un sistema sostenibile rispetto la crisi climatica. 

Inoltre, la paglia diventa un materiale utilizzabile non solo in case monofamiliari isolate, come ha dimostrato il progetto di Atelier Schmidt GmbH, Überbauung Bombasei-Areal. In questo complesso residenziale, lo studio utilizza la costruzione in paglia per un intero quartiere di abitazioni, spostando la scala del progetto dal singolo edificio a quella del quartiere urbano. Unendo prefabbricazione e strutture miste, la paglia diventa potenzialmente utilizzabile in città, riuscendo a contaminare il pensiero sostenibile anche per grandi trasformazioni.

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