Quasi come in una favola, Claude (1924-2019) si era piacevolmente inserita nel mondo vegetale e François-Xavier (1927-2008) nel regno animale, ma in entrambi dominava un interesse condiviso per la poesia e l’umorismo. Avevano creato un particolare universo surreale caratterizzato da flora e fauna funzionali e popolato da ortiche, foglie di gingko, pecore, conigli e ogni sorta di creatura eccentrica. Lavorando una di fianco all’altro senza alcuna rivalità, la coppia raggiunse un livello di complicità tale da essere ben presto conosciuta con il nome di “i Lalanne”. Sebbene all’inizio siano stati apprezzati da una cerchia ristretta di amici e mecenati, negli ultimi due decenni abbiamo assistito a un aumento progressivo dei prezzi delle loro opere che, attualmente, raggiungono le sei cifre alle aste, rendendoli i designer più quotati nel mercato dell’arte.
Come hanno fatto gli uomini e le donne d’affari di successo, gli esponenti dell’alta società proprietari di salotti, a sognare una scrivania a forma di rinoceronte, sedie a forma di pecora, coltelli a forma di pesce e cavoli di bronzo su zampe di pollo?
“I prezzi delle loro opere non sono mai stati così alti, il che è un segno innegabilmente importante per i collezionisti, ma al di là della considerazione finanziaria, i Lalanne hanno creato un linguaggio universale unico che è in piena sintonia con i tempi che stiamo vivendo, tra una scultura e il lavoro pratico dei designer” spiega Sebastien Carvalho, direttore della Galerie Mitterand e portavoce del lavoro dei Lalanne dal 1990.
In effetti, basti pensare alla differenza tra le ultime due vendite immobiliari di riferimento per cogliere la frenesia dei collezionisti. Nell’ottobre del 2019, Sotheby’s ha messo all’asta la tenuta di Claude Lalanne. Nel giro di due giorni, tutti i 274 lotti sono stati venduti per un totale impressionante di 91.338.71 euro. Due anni più tardi, nel novembre del 2021, Sotheby’s ha messo all’asta la collezione di Dorothée Lalanne (la figlia maggiore della coppia). Sei ore più tardi, innumerevoli acquirenti si sono contesi 81 lotti, dando origine a una white glove sale per un prezzo vertiginoso di 79.318.220 euro, con 26 lotti venduti oltre il milione e due record di prezzo (“Le Minotaure” venduto a 7.978.200 euro e pochi lotti dopo “Leopard I” venduto a 8.322.900 euro) – una vendita storica per l’arte decorativa.
I Lalanne hanno creato un linguaggio universale unico che è in piena sintonia con i tempi che stiamo vivendo.
Al fine di comprendere l’interesse sempre maggiore per i Lalanne è necessario ripercorrere la storia del loro mercato.
Dopo la prima mostra presentata all’interno della galleria di Jeanine Restany a Parigi nel 1964, i Lalanne fecero il loro ingresso nel mondo dell’arte con Alexandre Iola nel 1966. E fu davvero un ingresso fantastico! Un gregge formato da ventiquattro pecore, da usare come sgabelli, fece irruzione nel Salon de la Jeune Peinture; intitolato Pour Polyphème, un riferimento alla fuga di Ulisse e dei suoi compagni dal Ciclope nascosti da un gregge di pecore.
L’arrivo dei Lalanne nel mondo dell’arte fu proprio come il loro lavoro: gioioso, umoristico e irresistibile. Da lì, le loro opere furono esposte a New York, Ginevra e Atene dal 1965 al 1979, prima di avviare la collaborazione con la Galerie Mitterand. I collezionisti erano amici, intellettuali, esponenti dell’alta società come Niki de Saint Phalle, Jean Tinguely, Marx Ernst, Valentino, Serge Gainsbourg, Gunter Sachs e, ovviamente, Yves Saint Laurent e Peter Marino. In quegli anni, i prezzi delle loro opere erano piuttosto contenuti poiché l’arte decorativa occupava ancora un ruolo marginale. Al tempo stesso, appare fondamentale il lavoro portato avanti dalle gallerie che hanno inserito nelle collezioni più prestigiose le opere di questi artisti, sostenendoli e facendoli conoscere a un pubblico sempre più ampio attraverso le mostre. Una di queste fu l’incantevole “Les Lalanne à Bagatelle” organizzata dalla Galerie Mitterand nel 1998 o, molto più tardi, la comparsa di pecore e choupattes (cavoli di bronzo con le zampe) a Park Avenue con Paul Kasmin nel 2009.
La svolta arrivò con la vendita della collezione di Yves Saint Laurent e Pierre Bergé che aprì la strada al mercato internazionale dei Lalanne. Ad eccezione dei ritratti del couturier francese di Andy Warhol, Claude e François-Xavier sono stati gli unici artisti contemporanei a comparire in questa prestigiosa collezione. I risultati furono a dir poco straordinari. Il bar realizzato da François-Xavier – commissionato subito dopo la prima mostra dei Lalanne nel 1964 – ha raggiunto i 2.753.000 euro e il set composto da quindici specchi commissionato nel 1974 a Claude Lalanne per decorare il Salon de Musique è stato venduto per 1.857.000 euro.
Improvvisamente le loro creazioni furono ricercate da un numero sempre maggiore di collezionisti. “Tutto d’un tratto il telefono ha iniziato a squillare” afferma Sebastien. Sfortunatamente, François-Xavier non ha potuto assistere a questo successo e “Probabilmente, all’inizio, le differenze tra i prezzi erano dovute alla scomparsa di François-Xavier avvenuta un anno prima, che ha rapidamente conferito alle sue creazioni un senso di rarità” aggiunge Sebastien.
A partire da quel momento, le opere dei Lalanne sono state scoperte da un pubblico sempre più vasto negli Stati Uniti e più recentemente in Asia. Le vendite di collezioni eccezionali come quella di Jacques Granges sono diventate più frequenti nelle aste, con prezzi sempre più elevati.
Inizialmente, le opere più iconiche erano “Les Moutons” (le pecore) in tutte le varianti. Tuttavia, negli ultimi cinque anni il gusto del collezionista si è evoluto verso creazioni più sofisticate come “Le Minotaure”, non immediatamente riconoscibile come un’opera dei Lalanne. Le opere messe all’asta non sono rare, ma fanno parte di collezioni e nonostante molte di loro siano già state esposte all’interno di gallerie, è chiaro che il mercato abbia attualmente raggiunto una nuova fase di maturità. Inoltre, tale mercato – all’asta o nelle gallerie – ha un lungo avvenire di fronte a sé, dal momento che numerose opere sono ancora nelle prestigiose mani di privati (comprese le altre tre figlie della coppia) che potrebbero essere tentate di unirsi alla festa e venderle.
Le loro opere di audacia stanno alla repubblica degli oggetti come il gioco di parole sta alla repubblica del verbo (…) Questo cocktail – con un po’ di magia, un po’ di humour, molto caos e un’accortezza da ingegnere – inebria gli spiriti puri.
François Nourrissier, Introduzione al catalogo della mostra “Les Lalanne” alla Galerie Alexandre Iolas a Parigi, 1966.
Volontariamente i Lalanne hanno sempre evitato qualsiasi categorizzazione del loro opus, ondeggiando costantemente tra un’opera d’arte e un oggetto funzionale. Le loro creazioni si comportano quasi come saggi buffoni, pieni di umorismo, indispensabili in un qualsiasi interno che non voglia prendersi troppo sul serio.
Da Parigi a New York, i collezionisti si trovano irresistibilmente sedotti da questa poesia giocosa che non conosce frontiere o tempi. Forse è proprio questa la magia dell’arte. Un tale successo può sembrare al nuovo arrivato una fioritura improvvisa, ma è il risultato di 60 anni di lavoro tra artisti e collezionisti, galleristi, mecenati, specialisti di case d’asta, musei e forse è proprio questo l’altro segreto.