Trovo estremamente affascinante che Prada abbia deciso di usare come luogo per le proprie sfilate il Palais d'Iéna, che è oggi un edificio con un ruolo politico vero e proprio all'interno dell'amministrazione francese. L'idea di andare a sverginare questo luogo modernista mi ha subito preso molto: è parte del mio DNA fare progetti che abbiano un aspetto pubblico.
Il 24 h Museum è in linea con i miei progetti precedenti, è una riflessione sull'effimero: il trailer per un film che non c'è, la puntata pilota di un reality show che non andrà mai in onda, la campagna di due candidati per un'elezione presidenziale che non esiste... Ho solo spostato il fuoco dell'analisi eliminando la diva in carne e ossa: attore della perfomance è lo spettatore di un evento museale. L'idea è stata creare un vero e proprio museo con tutti gli annessi e connessi ufficiali: dalle opere d'arte magniloquenti a un intervento architettonico su misura. È stata ricreata anche tutta la struttura sociale che supporta abitualmente l'inaugurazione di un museo: la cena, la festa, la conferenza stampa, le visite delle scuole o dell'università, il taglio del nastro con il Ministro. Si tratta di un dispositivo complesso ma a tempo, in vita solo per 24 ore: al momento di massimo climax, il red carpet sarà sfilato da sotto i piedi dei visitatori che rotoleranno a terra…
24 hours museum: Vezzoli vs Koolhaas
Nel nuovo progetto a tempo per la Fondazione Prada, AMO e Vezzoli mettono in scena una spettacolare riflessione semi-seria sul museo.
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- Francesco Vezzoli
- 19 gennaio 2012
- Paris
Il 24 h Museum è una grande costruzione effimera, ma non un divertissement, perché l'ipotetico divertimento fa parte del dovere sociale. Mi ha sempre interessato analizzare i riti sociali, una delle grandi maledizioni di questo secolo. Lo avevo già fatto a Los Angeles con il balletto di Lady Gaga e del Bolshoi Ballet, per il quale ci eravamo ispirati a una coreografia che si chiama Le Balle, un grande rito sociale che finisce male.
Abbiamo creato la versione ironica di una grande festa barocca, nella quale in tempi antichi c'erano artisti importanti che progettavano le scenografie, i menù, le performance. Ho attivato un gioco un po' perverso e ambiguo incentrato su questa tradizione.
24 h Museum è un take ironico anche sul fatto che i musei oggi sono diventati luoghi dove si consuma una quantità di riti sociali infinita: oltre a quelli legati all'evento espositivo vero e proprio ci sono quelli legati alla raccolta fondi, prassi obbligata per restare in vita. Il museo è come un hub, una parola che piacerebbe molto a Rem: è un luogo di scalo della vita sociale globale, cosa che trovo davvero surreale. Mi era capitato di rifletterci quando stavo lavorando alla mia performance al Guggenheim. Incontrai Nancy Spector, che aveva appena inaugurato la grande retrospettiva di Richard Prince. Mi disse di aver ricevuto almeno una trentina di telefonate, ma non di congratulazioni: tutti si lamentavano per l'assegnazione dei posti alla cena d'inaugurazione. Mi faceva ridere pensare a come una grande intellettuale dell'arte avesse speso due anni della propria vita a studiare il lavoro di un artista per farne una grande mostra… Per ricevere lamentele sulla cena d'inaugurazione.
Il 24 h Museum è una grande costruzione effimera, ma non un divertissement, perché l'ipotetico divertimento fa parte del dovere sociale. Mi ha sempre interessato analizzare i riti sociali, una delle grandi maledizioni di questo secolo
Io non giudico, rifletto solo sul fenomeno. Butto il sasso e nascondo subito la mano. Come artista, non so quale formula museale preferire: ogni museo può essere divertente, sia quello che è un po' 'sputtanato' sia quello che è super sacro.
La fortuna è trovare una struttura come Prada che accetti di mettere in atto un gioco come quello proposto dal 24 h Museum: sono poche quelle che possono permettersi, intellettualmente e finanziariamente, un progetto così divertente e provocatorio.
Credo che questo approccio stia nel DNA di Prada. La prima festa che organizzò a Parigi, una decina d'anni fa, fu allestita nel quartier generale del Partito Comunista progettato da Niemeyer. Anche a Londra era stato usato l'In & Out Club ben prima che queste operazioni diventassero delle vere e proprie operazioni artistiche, come poi è stato fatto con Carsten. Penso che il mio progetto s'inserisca sulla stessa linea di quella del Double Club di Carsten Höller, che vedo come un predecessore del mio museo.
Il Double Club, con il Transformer di Koolhaas, sono due progetti bellissimi perché dimostrano come la committenza d'arte possa davvero produrre un impatto forte sulla vita sociale. So che detto da me fa un po' ridere, perché tutti pensano solo alle dive… Ma lo penso davvero. In un momento in cui avevamo molte mostre e molti musei, questi due progetti si sono dimostrati degli esperimenti davvero forti.
24 h Museum
24 - 25 gennaio 2012
Palais d'Iéna
9, Place d'Iéna, 75775 Paris
martedì 24 January 2012
20.30 - 23.00, Dîner placé, solo su invito
23.00 - 3.00, Party, solo su invito
mercoledì, 25 gennaio 2012
7.00 – 12.00 aperto al pubblico
12.00 - 14.00 visita per la stampa
14.00 – 16.30 aperto al pubblico
16.30 – 18.30 visita guidata per le scuole
18.30 - 20.30 Cocktail
Ingresso libero
www.24hoursmuseum.com