Il nome del locale potrebbe essere interpretato come la celebrazione del nuovo spirito di una generazione più giovane di 'creatori': il carrierismo. Come a dire che, oggi, qualsiasi iniziativa di un giovane artista tiene conto della carriera, il che non comporta necessariamente una connotazione negativa. Persino nell'epoca Carrierista in cui viviamo, dove nessun tentativo underground è mai molto interessante. Le Pubbliche Relazioni sono come l'alcool e la droga negli anni Sessanta e Settanta: una sostanza molto abusata tra i protagonisti sperimentali dell'arte contemporanea e della cultura in genere. Il Karriere rifl ette lo stato d'animo del XXI secolo di quei giovani molto presi dalla legittima celebrazione della loro stessa celebrazione, un grande balzo in avanti rispetto allo schnabelismo degli anni Ottanta che ancora contamina il mondo dell'arte e l'ambiente cinematografi co. Vale poi la pena di notare che forse il Karriere, un locale che non è stato aperto a Manhattan, a Londra o a Berlino, è il segnale che ancora una volta, come accadde con il Moderna Museet o il Kunsthalle Bern negli anni Sessanta, il punto focale della cultura si sta allontanando dal centro per sbocciare altrove, ai confini dell'impero, più forte e più giovane, offrendo nuove prospettive e nuove opportunità a una cultura diversa e meno centralizzata.
