Quando l’astratto incontra il quotidiano: una residenza a Lisbona

La “casa senza idea” di Fala Atelier è fatta di spazi ed elementi che decostruiscono l’abitare convenzionale per ricomporlo in una eccentrica domesticità.

La Casa senza idea prosegue una linea di ricerca sull’abitare in città che costituisce uno dei tratti caratterizzanti dello studio Fala: nel rispetto dei vincoli imposti dal contesto fisico e legislativo, dare vita a una quotidianità inaspettata e gioiosa attraverso piccoli gesti eccentrici, con elementi “a reazione poetica”, capaci di cambiare il senso del convenzionale e ripartire da un grado zero dell’architettura. Rifiutare “di essere banale”, come affermano i progettisti, significa per Fala giocare con arretramenti, spanciamenti, inclinazioni, riseghe e duplicazioni non sempre razionali, modularità che sfumano in singolarità, materiali e forme che stridono o invertono i canoni con cui sono normalmente percepiti, generando una continua ambiguità tra ciò che è superficie e ciò che è volume, ciò che unisce e ciò che separa, ciò che è ordinato e ciò che sfugge alla regola.

Fala, House without idea, Lisbona, Portogallo 2022. Foto Francisco Ascensão

I tre piani raccontano storie diverse. Raggruppare gli spazi di servizio su un lato, nascosti da un cartongesso, permette di ottenere uno spazio passante al livello terreno per rafforzare il contatto con il giardino sul retro che, grazie al lieve interramento e alle pendenze, sembra entrare in soggiorno. Il livello soprastante è invece caratterizzato da uno spazio distributivo centrale da cui parte una scala a chiocciola che porta al sottotetto. Alla forma degli spazi, resi singolari attraverso doppie altezze e tramezzature irregolari, si aggiunge il livello decorativo dato dalle finiture con motivo a campiture bianche e blu scuro. Le porte sono identificate da ritagli di cerchi verde scuro che contribuiscono a rendere gli arredi parte di un apparato percettivo astratto, depurato della mondanità a cui fa da sfondo.

Anche le facciate raccontano due storie diverse: quella urbana segue un ordine geometrico e compositivo riconoscibile, giocando con finiture e lievi variazioni, vedi il parapetto ottenuto con una lastra di pietra circolare; quella interna si abbandona alle trasparenze e riflettenze di superfici vetrate e specchianti, inquadrate da improbabili cornici di marmo, in mezzo alle quali il tondo in pietra fa di nuovo capolino.

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