Accanto ad una villa storica, un volume in cemento armato prende spazio nel tessuto urbano. Massiccio e compatto, l’edificio per residenze arretra rispetto il perimetro del lotto, mentre profonde logge scavano la facciata principale.
Sviluppato su 5 livelli, di cui due seminterrati e nascosti rispetto la quota della strada, l’edificio si spoglia di ogni decorazione, in un linguaggio asciutto in ogni sua parte. Gli oscuranti in legno a filo facciata, i marcapiani, e uno zoccolo maggiormente trattato, sono i segni principali di questa architettura che, solida, si radica al suolo.
A contrapporsi alla pesantezza dell’edificio, e inserito come elemento di mediazione con la preesistenza, si identifica poi il corpo scala. Questo viene ulteriormente arretrato, mentre il suo trattamento materico ne sottolinea la smaterializzazione. Si disegna così una pausa tra i due fronti, quello in cemento armato del nuovo edificio per residenze e quello della villa storica. Una rete metallica disegna gli elementi minimi delle balaustre, dando inoltre l’appiglio per la crescita futura di alcune piante rampicanti, che andranno a incrementare la presenza di vegetazione sull’edificio.
Scongiurandone la demolizione, il nuovo intervento dello studio ticinese, si avvicina così all’edificio esistente, attraverso un linguaggio che instaura una tensione armonica con quello del passato, capace di leggerne misure e relazioni urbane, rintracciandone i registri principali, andando poi a reinterpretarne il carattere e la forma. Senza alcuna velleità rispetto alla villa storica, la sequenza di nuovi appartamenti lascia infine spazio in copertura ad un solarium, che nella sua semplicità si apre sul paesaggio alpino e del lago Maggiore.