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DOMUS: Scopri la Storica Rivista di Architettura, Design e Arte DOMUS: Scopri la Storica Rivista di Architettura, Design e Arte
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      L’architettura dell’ombra: 15 progetti che proteggono dal sole e dal caldo

      L’architettura dell’ombra: 15 progetti che proteggono dal sole e dal caldo

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      Andare al mare in città: 15 progetti innovativi di spiagge urbane

      Mvrdv, Sombra Pavilion, Venezia, Italia 2025

      Alla Biennale di Architettura, il padiglione Sombra allestito nei Giardini della Marinaressa, all’interno della mostra “Time Space Existence” promossa dall’European Cultural Centre, è una sperimentazione sul tema dell’architettura passiva e adattiva: un padiglione che si muove in funzione del sole, generando ombra senza motori. Sei costole metalliche curve, orientate secondo il tracciato solare annuale, sostengono pannelli triangolari traforati che si aprono o si chiudono in funzione dell’irraggiamento. Il movimento è reso possibile da una tecnologia che applica i principi termodinamici all’architettura: piccoli serbatoi d’aria si attivano con il calore, gonfiando micro-cuscinetti che regolano i pannelli. In condizioni di luce intensa i pannelli si chiudono per offrire protezione, altrimenti si aprono lasciando filtrare la luce e la visuale esterna. 

      Foto Jaap Heemskerk

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      Mvrdv, Sombra Pavilion, Venezia, Italia 2025

      Foto Federico Vespignani

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      Al Borde, Umbral Crudo, Sharjah, UAE 2023

      Il nuovo spazio di accesso alla ex Scuola Al Qasimiyah, convertita nella sede principale della Triennale di Architettura di Sharjah, è stato ridisegnato da Al Borde con un allestimento che esalta i valori del riuso e della cultura locale. Una struttura ombreggiante accoglie i visitatori in uno spazio di “soglia” tra esterno ed interno: la struttura portante, realizzata con pali di legno di recupero messi a disposizione dall’Autorità per l'Elettricità, l'Acqua e il Gas di Sharjah (Sewa), sostiene stuoie di palma, materiale tradizionale e ampiamente diffuso nella zona. Dopo lo smantellamento, i materiali possono essere nuovamente riutilizzabili fino al naturale compimento del loro ciclo di vita utile.

      Foto Ahmed Osama. Courtesy of Sharjah Architecture Triennial

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      Al Borde, Umbral Crudo, Sharjah, UAE 2023

      Foto Shahbaz Ahmed

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      Bangkok Tokyo Architecture, Folly in the Forest Pavilion, Chiang Mai, Thailandia 2022

      Questa piccola struttura nella foresta, circondata da alberi ad alto fusto, offre un punto di sosta e relax per la gente del posto e un vivace mercato nei fine settimana. La costruzione è interamente realizzata con materiali reperibili localmente ed assemblata a mano, dalla struttura metallica leggera alla copertura inclinata fatta di foglie di alberi autoctoni, tradizionalmente utilizzate nella regione per costruire utensili, tetti e pareti delle case. 

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      Bangkok Tokyo Architecture, Folly in the Forest Pavilion, Chiang Mai, Thailandia 2022

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      Hopkins Architects, Tematic district expo Dubai, Dubai 2021

      Hopkins Architects ha pianificato la più grande area edificata di Expo 2020: i "Distretti tematici" che comprendono 87 edifici permanenti distribuiti su tre "petali", dedicati ai tre temi di Mobilità, Opportunità e Sostenibilità. Progettati secondo il principio di rivisitazione in chiave moderna della tradizionale città islamica, ciascuno dei petali è un universo unico da scoprire, in cui strade alberate e cortili con vegetazione e specchi d’acqua accompagnano i visitatori ai padiglioni. Sotto il caldo sole del deserto, le strutture ombreggianti sono un must irrinunciabile: ispirate alla forma della palma da dattero, sottili alla base e ampie in copertura, si innalzano fino a 16 metri per creare una tettoia interconnessa da cui filtrano suggestivi giochi di luci e ombre.

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      Hopkins Architects, Thematic district expo Dubai, Dubai 2021

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      Two Fold Studio, Matter. Space. Soul Pavilion, Noakali, Bangladesh 2021

      Affacciato sulle risaie di Noakhali in Bangladesh, "Matter. Space. Soul" è un padiglione in bambù e legno inizialmente voluto dal committente come estensione del suo ristorante, dove i clienti potessero smaltire lo stress urbano in un contesto naturale pacificante. In ragione delle specificità climatiche della zona, fortemente battuta dalle piogge monsoniche, si è scelto di realizzare uno spazio flessibile con arredi temporanei per consentire una sosta informale nella contemplazione del paesaggio. Schermature in bambù rimovibili sono state introdotte per garantire la privacy dei visitatori.

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      Two Fold Studio, Matter. Space. Soul Pavilion, Noakali, Bangladesh 2021

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      ICD/ITKE University of Stuttgart, livMatS Pavilion, Freiburg im Breisgau, Germania 2021

      Situato nel giardino botanico dell'Università di Friburgo, il padiglione livMatS è un esperimento innovativo nella direzione di un impegno sempre più concreto nei confronti della sostenibilità ambientale. Si tratta infatti del primo edificio con una struttura portante interamente in fibra di lino avvolta roboticamente, un materiale completamente biodegradabile e disponibile in Europa centrale. Il caratteristico e intricato aspetto degli elementi strutturali in lino evoca suggestioni zoomorfe, tra tecnologia ed ecologia.

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      ICD/ITKE University of Stuttgart, livMatS Pavilion, Freiburg im Breisgau, Germania 2021

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      Atelier cnS + School of Architecture, South China University of Technology, Urban Park Micro Renovation, Foshan, Cina 2021

      Xianmo Flower Field è un parco urbano che ospita vaste aree per fioriture stagionali: un luogo incantevole ma poco fruito per via dell’assenza di zone ombreggianti. Per richiamare un maggiore afflusso di visitatori, sono stati potenziati i servizi di accoglienza, tra cui l’installazione di padiglioni per la sosta in bambù dalle forme aerodinamiche, rese possibili grazie alle performanti proprietà di trazione e flessione del materiale che si presta facilmente a comporre sagome tridimensionali. 

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      Junya Ishigami + associates, Kokage-gumo Pavilion, Tokyo, Giappone 2021

      Nell'ambito dell'iniziativa "Pavilion Tokyo 2021" l'architetto giapponese Junya Ishigami ha progettato il padiglione "Kokage-gumo", una struttura temporanea concepita per ridare linfa vitale al giardino di una villa abbandonata del 1927 a Chiyoda-ku e per offrire ai visitatori un piacevole spazio ombreggiato per la sosta. L’opera è caratterizzata da una tettoia in legno carbonizzato secondo la tradizionale tecnica dello "yakisugi" di conservazione del materiale attraverso una leggera carbonizzazione della superficie del legno di cedro. La costruzione ruvida e scura si estende attraverso il giardino, avvolgendo delicatamente gli alberi preesistenti come se avesse sempre fatto parte di questo luogo magico e misterioso. 

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      Junya Ishigami + associates, Kokage-gumo Pavilion, Tokyo, Giappone 2021

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      IILab, Bamboo Bamboo, Canopy and Pavilions, Guilin, Cina 2020

      Nel drammatico paesaggio montano carsico della contea di Yangshuo, nella regione del Guangxi nel sud della Cina, lo studio di architettura lllab ha progettato un padiglione leggero per uno spettacolo teatrale all'aperto. L’eterea struttura in bambù dalle forme morbide e avvolgenti, da cui filtrano animati giochi chiaroscurali, sembra essa stessa “danzare” sospesa tra la ricca vegetazione del luogo. 

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      IILab, Bamboo Bamboo, Canopy and Pavilions, Guilin, Cina 2020

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      Kéré Architecture, Xylem Pavilion, Tippet Rise Art Centre, Fishtail, Montana, USA 2019

      Tra le vaste distese a verde del Montana, all’interno del Tippet Rise Art Centre, Kéré Architecture ha “importato” un po’ della sua Africa: un padiglione che emerge in una radura circondata da alberi di pioppo, di fronte a un piccolo ruscello, scolpito in tronchi di legno di pino grezzo proveniente da un processo sostenibile di potatura. I tronchi della tettoia sono raggruppati in fasci circolari all'interno di strutture modulari esagonali a travi e colonne in acciaio. La copertura, al contempo massiccia e leggera, si ispira alla “tuguna”, lo spazio sacro di raccolta di molte piccole comunità burkinabè: un riparo basso in legno e paglia che offre ventilazione e protezione dal sole.

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      Kéré Architecture, Xylem Pavilion, Tippet Rise Art Centre, Fishtail, Montana, USA 2019

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      VTN Architects, Bamboo Stalactite, Venezia, Italia 2018

      Lo studio vietnamita Vo Trong Nghia Architects (VTN) definisce il bambù come "l'acciaio verde del XXI secolo": e proprio con questo materiale progetta strutture flessibili, facilmente duplicabili e trasportabili ovunque. Bamboo Stalactite è un’istallazione per la Biennale di Venezia 2018 collocata sul lungomare: Il padiglione comprende 11 moduli, ognuno dei quali è formato dalla combinazione di 2 strutture a guscio iperboliche che offrono uno spazio ombreggiato per chiunque voglia trovare ristoro dalla calura. 

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      VTN architects, Nocenco Café, Vinh, Vietnam 2018

      Proseguendo le ricerche sul bambù, uno dei materiali fondamentali della tradizione architettonica vietnamita e già sperimentato a Venezia, VTN Architects realizza sulla copertura di un edificio moderno senza particolari qualità a Vinh, nel nord del paese, uno spazio accattivante e iconico per un bar-club. La struttura di cupole e volte autoportanti che modellano il Nocenco Café ospita un ambiente dalla texture vibrante e dalle geometrie variegate, da cui si gode una piacevole vista sul panorama urbano.

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      VTN architects, Nocenco Café, Vinh, Vietnam 2018

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      Nendo + Ryue Nishizawa, Roof & Mushrooms Pavilion, Sakyo Ward, Giappone 2013

      Un piccolo padiglione in legno nel campus della Kyoto University of Art and Design, addossato ad una ripida collina ricoperta da una lussureggiante vegetazione, offre ai visitatori un gradevole spazio ombreggiato per la contemplazione del panorama in mezzo a boschi di susini. Una copertura leggera ad andamento inclinato poggiante su sottili pilastri protegge la sequenza di sgabelli di fattura artigianale a forma di fungo -raggruppati alla base dei pilastri, negli angoli e nelle fessure dei muri di pietra e delle scale - a evocare, più che arredi, elementi naturali che spuntano spontaneamente dal terreno.

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      Nendo + Ryue Nishizawa, Roof & Mushrooms Pavilion, Sakyo Ward, Japan 2013

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      Jürgen Mayer H., Espacio Metropol Parasol, Siviglia, Spagna 2011

      L’opera è concepita come un immenso “parasol”, un ombrello traforato per offrire un riparo dal sole ai visitatori di Plaza de la Encarnación, originariamente sede del più grande mercato cittadino poi soppresso e di recente ritornata “a nuova vita” grazie ad un efficace intervento di riqualificazione urbana. Il progetto si sviluppa su cinque livelli e accoglie diverse funzioni: al livello seminterrato una piattaforma consente l’affaccio su resti archeologici; il secondo livello ospita uno spazio adibito a mercato; il terzo livello una piazza per rappresentazioni e spettacoli; il quarto livello un ristorante e il quinto una terrazza panoramica sui quartieri vecchi di Siviglia. La megastruttura di reticoli in legno che garantisce l’ombreggiamento alla piazza, lunga circa 150 metri, profonda 75 e alta 28, è una meraviglia di ingegneria strutturale progettata dalla società Arup e definita dall’architetto tedesco “una cattedrale senza pareti”.

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      Antoni Gaudì, Parque Güell, Barcellona, Spagna 1926

      Voluto dal ricco imprenditore e intellettuale Eusebi Güell, impressionato dal fenomeno delle città-giardino di origine anglosassone, il parco è l’unica opera costruita di un piano urbanistico più vasto che prevedeva la realizzazione di un sobborgo verde sulle colline alle porte di Barcellona. Il parco, costellato di costruzioni dalle forme sinuose, primordiali e dai colori accesi, è un entusiastico inno alla vita e un esempio di equilibrio, tra l’onirico e il giocoso, di architettura e natura. I porticati, variamente cavernosi e umbratili, ben si prestano ad offrire una sosta ristoratrice agli accaldati turisti.

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      Antoni Gaudì, Parque Güell, Barcellona, Spagna 1926

      Foto Gone Lone Wolf da CCsearch

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