Un tetto a falda esagerato ristrutturato a Reggio Emilia

Ripensato da tre architetti italiani, un edificio degli anni Cinquanta è riconvertito in una residenza dagli spazi aperti, fluidi e connessi con l’esterno.

Trovare un edificio a Reggio Emilia – o in generale in Italia – con un tetto a falde dall’angolatura così pronunciata non è così usuale. L’oggetto della ristrutturazione da parte degli architetti Leonardo Peressa, Enrico Franzoni e Mia Zanni risulta essere quindi un’anomalia rispetto al quartiere in cui si trova, a pochi passi dal centro storico della città emiliana. Progettisti e clienti hanno comunque preferito non demolire la struttura risalente agli anni Cinquanta sia per preservare le sue qualità architettoniche sia perché la ristrutturazione è meno impattante dal punto ambientale rispetto a una nuova realizzazione.

Il progetto è quindi ripensa e razionalizza gli spazi esistenti, migliora le prestazioni termiche dell’edificio e quelle antisismiche della struttura. Gli spazi al piano terra sono stati liberati e riorganizzati, rendendo la circolazione più fluida e libera e favorendo nuove connessioni tra interno ed esterno. L’aggiunta di un pergolato sulla facciata principale serve inoltre a creare ulteriore raccordo tra soggiorno e giardino. Il rifacimento del tetto in legno, necessario date le condizioni di quello esistente, ha permesso l’aggiunta di nuovi volumi e una completa riorganizzazione di tutto il piano, con camere da letto, un bagno e uno studio.

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