10 case di celebrità disegnate da grandi architetti

Tra lusso sfrenato, eccentricità ed eleganza, le case delle stelle rimandano ad una “dolce vita”, di ieri e di oggi, e rappresentano in modo esplicito il legame tra star e archistar. 

Adolf Loos per Joséphine Baker, “Piccolo Varietà” (non realizzata), Parigi, Francia 1927 Quando il maestro del raumplan - il principio compositivo basato sull’incastro di volumi e piani di dimensioni e altezze diverse - incontrò Josephine Baker dopo avere assistito a una sua performance al Théâtre des Champs-Elysées, fu subito magia: un incontro tra opposti – l’istintuale e animalesca vitalità della danzatrice da un lato, il ferreo rigore intellettuale dell’architetto dall’altro. Il risultato è stato il progetto di un’ abitazione di quattro piani che avrebbe dovuto occupare un sito d'angolo tra Avenue Bugeaud e Rue du Général-Clergerie nel 16° arrondissement di Parigi: un edificio dalle geometrie pure (prisma e cilindro) racchiuse in un involucro rifinito a bande alternate di marmo bianco e nero che ricordano un mix tra una cattedrale toscana e uno stabilimento balneare moresco, in sintonia con la   contaminazione culturale promossa dall’artista. Dietro all'epidermide a strisce, Loos ha ideato un’alternanza generosa di saloni e spazi di intrattenimento mentre il cuore della casa era una piscina -  visto che alla Baker piaceva nuotare - a doppia altezza circondata da pareti di vetro e illuminata dall'alto.

Adolf Loos per Joséphine Baker, “Piccolo Varietà” (non realizzata), Parigi, Francia 1927

Barry Dierks per Maxine Elliott, Château de l’horizon (o Château de l’aurore), Vallauris, Francia 1932 Se uno pensa alla bella vita e al lusso dei facoltosi villeggianti nel Sud della Francia, a parte a Francis Scott Fitzerald il pensiero corre subito a questa sontuosa villa modernista abbarbicata sulle scogliere del golfo di San Juan. Qui, tra partite a carte e feste, si facevano politica e baldoria, si intrecciavano flirt e passioni; di qui sono passati personaggi illustri, da Winston Churchil a Coco Chanel, da Somerset Maugham a Cecil Beaton, da Liz Taylor a Gianni Agnelli, che si godevano il sole rivierasco ai bordi della sproporzionata piscina e sulla terrazza punteggiata da ombrelloni.

Barry Dierks per Maxine Elliott, Château de l’horizon (o Château de l’aurore), Vallauris, Francia 1932

Dante Bini per Monica Vitti e Michelangelo Antonioni, La Cupola, Costa Paradiso, Sardegna, Italia 1969 Nella Sardegna più selvaggia e autentica, la coppia Vitti-Anonioni ha voluto il suo buen ritiro dal set e dai riflettori: ua casa a forma di semisfera, avvolta dal profumo della Gallura e dal rumore del mare, realizzata secondo la tecnica del Binishell, un processo costruttivo che prevede di plasmare il getto in calcestruzzo attraverso la pressione dell’aria. L’edificio ospitava cinque stanze e quattro bagni  collegati da una scala sinuosa accessibile dal soggiorno. Il rivestimento esterno, realizzato con un impasto di intonaco e cristalli di roccia locale dalle tonalità rosate, contribuiva a creare un intimo legame con la natura. Oggi abbandonata, la costruzione - che Rem Koolhaas ha definito “una delle architetture migliori degli ultimi cento anni” - è tutelata da un vincolo d’interesse storico-culturale ed in attesa di una rivitalizzazione.

Dante Bini per Monica Vitti e Michelangelo Antonioni, La Cupola, Costa Paradiso, Sardegna, Italia 1969

Horace Gifford per Calvin Klein, The Sloane, Fire Island, USA 1972 A circa un’ora e mezza da New Yourk, Fire Island è un luogo agli antipodi della congestionata metropoli: qui non ci sono automobili e i colori del paesaggio sono il blu dell’oceano, il verde degli alberi e il beige-marrone della spiaggia e delle case in legno. In particolare nella zona di The Pines l’ architetto Horace Gifford tra gli anni Sessanta e Settanta ha progettato molte case moderniste all’insegna dell’ integrazione con la natura e del minimo impatto ambientale. Realizzata per una coppia con quattro figli, la casa dalle forme morbide e rivestite interamente in legno era concepita per enfatizzare la continuità visiva tra esterno e interno grazie alle ampie aperture vetrate verso il mare prospiciente. Acquistata da Calvin klein nel 1977, il designer assunse l'architetto Horace Gifford per progettare una piscina, una palestra, un alloggio a servizio della piscina e il giardino. Dopo la devastazione dell’Uragano Gloria nel 1985 e il passaggio di proprietà, la villa guarda ancora il mare con il suo fascino composto e un pò ruvido.

Horace Gifford per Calvin Klein, The Sloane, Fire Island, USA 1972

John Lautner per Bob Hope, Los Angeles, USA 1979 A Palm Springs, dove durante la metà del XX esplose il gusto modernista nella progettazione delle case di facoltosi villeggianti, la villa progettata da John Lautner per il comico Bob Hope e la moglie è un trionfo di forme morbide e sinuose in stretto contatto con la natura. L’edificio in calcestruzzo è coperto da un poderoso tetto che sembra il cappello di un fungo, forato nella parte centrale per fornire viste zenitali sul cielo californiano e luce diretta al patio sottostante e ospita, oltre alle 10 camere da letto, un sontuoso salone per le feste. Nel lussereggiante parco esterno, un giardino roccioso, una piscina, uno stagno e un grande masso che penetra nel salone, a citazione di Fallingwater di Frank Lloyd Wright, ribadiscono un forte legame con l’architettura organica.

John Lautner per Bob Hope, Los Angeles, USA 1979

Ora ïto per AIR, The house of legend (non realizzato), 2001 Il designer francese Ora ïto ha iconcettualizzato, in occasione dell’uscita del secondo album del gruppo francese AIR dal titolo ”10000 Hz Legend”, una casa virtuale completamente dedicata alla esplorazione e produzione musicale, in uno spazio decisamente mistico sospeso tra cielo e terra e incastonato in uno scenario naturale che sembra quello delle montagne rocciose. Un’atmosfera minimale ed eterea che riflette l’anima ”cool” della band.

Ora ïto per AIR, The house of legend (non realizzato), 2001

OMA/Rem Koolhaas per Vincent Gallo, Progetto per un appartamento (non realizzato), Los Angeles, USA 2005 Per il suo cliente poliedrico - modello, attore, regista, scrittore, musicista e pittore, appassionato di auto - OMA ha concepito un rifugio intimo con un affaccio mozzafiato sul paesaggio urbano circostante. L’appartamento è un duplex che ospita al piano inferiore gli spazi abitativi e a quello superiore gli spazi di lavoro, secondo il principio di lasciare la vista sull’esterno il più possibile libera da ostacoli. L’estro ingegneristico di OMA si è sbizzarrito nel congeniare la coesistenza, grazie all’ approccio progettuale flessibile, di una vasta gamma di usi: uno studio musicale, una sala da concerto, una stanza per gli ospiti e un garage officina. Una casa/”fucina” insomma che interpreta al meglio lo spirito del suo proprietario.

OMA/Rem Koolhaas per Vincent Gallo, Progetto per un appartamento (non realizzato), Los Angeles, USA 2005

Axel Vervoordt per Kim Kardashian, Los Angeles, USA 2020 Contrariamente alle aspettative, la casa di Kim Kardashian e Kanye West non è un un’apoteosi di ostentazione ed eccessi all’insegna del lusso più sfrenato e massiccio: al contrario, è un’opera di un’eleganza e sobrietà quasi monacale, frutto del lavoro del designer belga Axel Vervoordt, dell’architetto Claudio Silvestrin - che ha progettato il bagno principale -  di Vincent Van Duysen che ha contribuito a arredare il soggiorno e le camere dei bambini - e di  Peter Wirzt - che ha curato la progettazione dei giardini. La casa, di un bianco immacolato, è un trionfo di compostezza e minimalismo, sapientemente fusa con la natura circostante.

Axel Vervoordt per Kim Kardashian, Los Angeles, USA 2020

Ferris Rafauli per Drake, Toronto, Canada, 2020 Di fronte ad una casa come quella del rapper Drake progettata dal designer Ferris Rafauli, non è difficile farsi strappare un sonoro ed autentico ”wow”. L’edificio monumentale, dalle forme classiche e vagamente da mausoleo, è un’esplosione di lusso e decori, dai dettagli in bronzo alle pareti in marmo scanalato, dai mobili - progettati su misura da Rafauli - all'illuminazione, ai tendaggi e ai tappeti. Competenza artigianale e un evidente gusto per l’ostentazione caratterizzano i sontuosi interni che ospitano, oltre agli ambienti domestici, sale per la  musica, un campo da basket coperto, enormi piscine interne ed esterne, un hammam e un centro massaggi. Perchè le esigenze di una vita super lussuosa non finiscono mai.

Ferris Rafauli per Drake, Toronto, Canada, 2020

Tadao Ando per Kanye West, villa a Malibu, USA 2021 Kanye West ha una passione per il brutalismo: il designer e musicista ha infatti acquistato una villa progettata da Tadao Ando, in precedenza di proprietà di un manager dell’alta finanza. L’edificio è articolato su tre livelli: un piano inferiore con tre camere da letto per gli ospiti, un piano intermedio per gli ambienti comuni e un piano superiore solo per la suite principale e una terrazza panoramica. Non c’è un filo d’erba una scala interna consente un accesso diretto e privilegiato alla spiaggia. Se questo non è un lusso per pochi...  

Foto Roger Davies

Tadao Ando per Kanye West, villa a Malibu, USA 2021

Foto Roger Davies

Sono tante le testimonianze che, dagli anni ’20 fino ad oggi, mostrano come la progettazione architettonica abbia risposto alle stravaganze e agli eccessi di personaggi famosi, talvolta ossessionati dall’idea di una residenza all’altezza del proprio ego. Così sono nati progetti talvolta esuberanti ed insoliti, che hanno fatto da scenario non solo a feste e ricevimenti patinati, ma spesso anche a giochi di potere e vicissitudini politiche. La grandeur è sicuramente una parola d’ordine, un dogma indiscutibile che un persoaggio di successo non può disconoscere (come nelle case progettate da Barry Dierks per Maxine Elliott, da John Lautner per Bob Hope e da Ferris Rafauli per Drake).

Tuttavia, in direzione contraria, anche la ricerca di un rifugio intimo, appartato e a contatto con la natura, in fuga dai clamori della ribalta (come nelle case progettate da Dante Bini per Monica Vitti e Michelangelo Antonioni, da Horace Gifford per Calvin Klein), è un forte principio ispiratore. Infine, non da ultimo, la volontà dei progettisti di ideare una casa ”su misura” della personalità anticonvenzionale del proprietario (casa di Adolf Loos per Joséphine Baker, di Ora ïto per AIR, di Rem Koolhaas per Vincent Gallo, di Axel Vervoordt per Kim Kardashian, di Tadao Ando per Kanye West) rivelano una tensione mai sopita dell’architetto ad andare oltre le ostentazioni e i luoghi comuni per indagare il senso profondo dell’abitare, anche nel firmamento abbacinante delle celebrità.

Immagine di apertura: Axel Vervoordt per Kim Kardashian, Los Angeles, USA 2020

Adolf Loos per Joséphine Baker, “Piccolo Varietà” (non realizzata), Parigi, Francia 1927

Quando il maestro del raumplan - il principio compositivo basato sull’incastro di volumi e piani di dimensioni e altezze diverse - incontrò Josephine Baker dopo avere assistito a una sua performance al Théâtre des Champs-Elysées, fu subito magia: un incontro tra opposti – l’istintuale e animalesca vitalità della danzatrice da un lato, il ferreo rigore intellettuale dell’architetto dall’altro. Il risultato è stato il progetto di un’ abitazione di quattro piani che avrebbe dovuto occupare un sito d'angolo tra Avenue Bugeaud e Rue du Général-Clergerie nel 16° arrondissement di Parigi: un edificio dalle geometrie pure (prisma e cilindro) racchiuse in un involucro rifinito a bande alternate di marmo bianco e nero che ricordano un mix tra una cattedrale toscana e uno stabilimento balneare moresco, in sintonia con la   contaminazione culturale promossa dall’artista. Dietro all'epidermide a strisce, Loos ha ideato un’alternanza generosa di saloni e spazi di intrattenimento mentre il cuore della casa era una piscina -  visto che alla Baker piaceva nuotare - a doppia altezza circondata da pareti di vetro e illuminata dall'alto.

Adolf Loos per Joséphine Baker, “Piccolo Varietà” (non realizzata), Parigi, Francia 1927

Barry Dierks per Maxine Elliott, Château de l’horizon (o Château de l’aurore), Vallauris, Francia 1932

Se uno pensa alla bella vita e al lusso dei facoltosi villeggianti nel Sud della Francia, a parte a Francis Scott Fitzerald il pensiero corre subito a questa sontuosa villa modernista abbarbicata sulle scogliere del golfo di San Juan. Qui, tra partite a carte e feste, si facevano politica e baldoria, si intrecciavano flirt e passioni; di qui sono passati personaggi illustri, da Winston Churchil a Coco Chanel, da Somerset Maugham a Cecil Beaton, da Liz Taylor a Gianni Agnelli, che si godevano il sole rivierasco ai bordi della sproporzionata piscina e sulla terrazza punteggiata da ombrelloni.

Barry Dierks per Maxine Elliott, Château de l’horizon (o Château de l’aurore), Vallauris, Francia 1932

Dante Bini per Monica Vitti e Michelangelo Antonioni, La Cupola, Costa Paradiso, Sardegna, Italia 1969

Nella Sardegna più selvaggia e autentica, la coppia Vitti-Anonioni ha voluto il suo buen ritiro dal set e dai riflettori: ua casa a forma di semisfera, avvolta dal profumo della Gallura e dal rumore del mare, realizzata secondo la tecnica del Binishell, un processo costruttivo che prevede di plasmare il getto in calcestruzzo attraverso la pressione dell’aria. L’edificio ospitava cinque stanze e quattro bagni  collegati da una scala sinuosa accessibile dal soggiorno. Il rivestimento esterno, realizzato con un impasto di intonaco e cristalli di roccia locale dalle tonalità rosate, contribuiva a creare un intimo legame con la natura. Oggi abbandonata, la costruzione - che Rem Koolhaas ha definito “una delle architetture migliori degli ultimi cento anni” - è tutelata da un vincolo d’interesse storico-culturale ed in attesa di una rivitalizzazione.

Dante Bini per Monica Vitti e Michelangelo Antonioni, La Cupola, Costa Paradiso, Sardegna, Italia 1969

Horace Gifford per Calvin Klein, The Sloane, Fire Island, USA 1972

A circa un’ora e mezza da New Yourk, Fire Island è un luogo agli antipodi della congestionata metropoli: qui non ci sono automobili e i colori del paesaggio sono il blu dell’oceano, il verde degli alberi e il beige-marrone della spiaggia e delle case in legno. In particolare nella zona di The Pines l’ architetto Horace Gifford tra gli anni Sessanta e Settanta ha progettato molte case moderniste all’insegna dell’ integrazione con la natura e del minimo impatto ambientale. Realizzata per una coppia con quattro figli, la casa dalle forme morbide e rivestite interamente in legno era concepita per enfatizzare la continuità visiva tra esterno e interno grazie alle ampie aperture vetrate verso il mare prospiciente. Acquistata da Calvin klein nel 1977, il designer assunse l'architetto Horace Gifford per progettare una piscina, una palestra, un alloggio a servizio della piscina e il giardino. Dopo la devastazione dell’Uragano Gloria nel 1985 e il passaggio di proprietà, la villa guarda ancora il mare con il suo fascino composto e un pò ruvido.

Horace Gifford per Calvin Klein, The Sloane, Fire Island, USA 1972

John Lautner per Bob Hope, Los Angeles, USA 1979

A Palm Springs, dove durante la metà del XX esplose il gusto modernista nella progettazione delle case di facoltosi villeggianti, la villa progettata da John Lautner per il comico Bob Hope e la moglie è un trionfo di forme morbide e sinuose in stretto contatto con la natura. L’edificio in calcestruzzo è coperto da un poderoso tetto che sembra il cappello di un fungo, forato nella parte centrale per fornire viste zenitali sul cielo californiano e luce diretta al patio sottostante e ospita, oltre alle 10 camere da letto, un sontuoso salone per le feste. Nel lussereggiante parco esterno, un giardino roccioso, una piscina, uno stagno e un grande masso che penetra nel salone, a citazione di Fallingwater di Frank Lloyd Wright, ribadiscono un forte legame con l’architettura organica.

John Lautner per Bob Hope, Los Angeles, USA 1979

Ora ïto per AIR, The house of legend (non realizzato), 2001

Il designer francese Ora ïto ha iconcettualizzato, in occasione dell’uscita del secondo album del gruppo francese AIR dal titolo ”10000 Hz Legend”, una casa virtuale completamente dedicata alla esplorazione e produzione musicale, in uno spazio decisamente mistico sospeso tra cielo e terra e incastonato in uno scenario naturale che sembra quello delle montagne rocciose. Un’atmosfera minimale ed eterea che riflette l’anima ”cool” della band.

Ora ïto per AIR, The house of legend (non realizzato), 2001

OMA/Rem Koolhaas per Vincent Gallo, Progetto per un appartamento (non realizzato), Los Angeles, USA 2005

Per il suo cliente poliedrico - modello, attore, regista, scrittore, musicista e pittore, appassionato di auto - OMA ha concepito un rifugio intimo con un affaccio mozzafiato sul paesaggio urbano circostante. L’appartamento è un duplex che ospita al piano inferiore gli spazi abitativi e a quello superiore gli spazi di lavoro, secondo il principio di lasciare la vista sull’esterno il più possibile libera da ostacoli. L’estro ingegneristico di OMA si è sbizzarrito nel congeniare la coesistenza, grazie all’ approccio progettuale flessibile, di una vasta gamma di usi: uno studio musicale, una sala da concerto, una stanza per gli ospiti e un garage officina. Una casa/”fucina” insomma che interpreta al meglio lo spirito del suo proprietario.

OMA/Rem Koolhaas per Vincent Gallo, Progetto per un appartamento (non realizzato), Los Angeles, USA 2005

Axel Vervoordt per Kim Kardashian, Los Angeles, USA 2020

Contrariamente alle aspettative, la casa di Kim Kardashian e Kanye West non è un un’apoteosi di ostentazione ed eccessi all’insegna del lusso più sfrenato e massiccio: al contrario, è un’opera di un’eleganza e sobrietà quasi monacale, frutto del lavoro del designer belga Axel Vervoordt, dell’architetto Claudio Silvestrin - che ha progettato il bagno principale -  di Vincent Van Duysen che ha contribuito a arredare il soggiorno e le camere dei bambini - e di  Peter Wirzt - che ha curato la progettazione dei giardini. La casa, di un bianco immacolato, è un trionfo di compostezza e minimalismo, sapientemente fusa con la natura circostante.

Axel Vervoordt per Kim Kardashian, Los Angeles, USA 2020

Ferris Rafauli per Drake, Toronto, Canada, 2020

Di fronte ad una casa come quella del rapper Drake progettata dal designer Ferris Rafauli, non è difficile farsi strappare un sonoro ed autentico ”wow”. L’edificio monumentale, dalle forme classiche e vagamente da mausoleo, è un’esplosione di lusso e decori, dai dettagli in bronzo alle pareti in marmo scanalato, dai mobili - progettati su misura da Rafauli - all'illuminazione, ai tendaggi e ai tappeti. Competenza artigianale e un evidente gusto per l’ostentazione caratterizzano i sontuosi interni che ospitano, oltre agli ambienti domestici, sale per la  musica, un campo da basket coperto, enormi piscine interne ed esterne, un hammam e un centro massaggi. Perchè le esigenze di una vita super lussuosa non finiscono mai.

Ferris Rafauli per Drake, Toronto, Canada, 2020

Tadao Ando per Kanye West, villa a Malibu, USA 2021 Foto Roger Davies

Kanye West ha una passione per il brutalismo: il designer e musicista ha infatti acquistato una villa progettata da Tadao Ando, in precedenza di proprietà di un manager dell’alta finanza. L’edificio è articolato su tre livelli: un piano inferiore con tre camere da letto per gli ospiti, un piano intermedio per gli ambienti comuni e un piano superiore solo per la suite principale e una terrazza panoramica. Non c’è un filo d’erba una scala interna consente un accesso diretto e privilegiato alla spiaggia. Se questo non è un lusso per pochi...  

Tadao Ando per Kanye West, villa a Malibu, USA 2021 Foto Roger Davies