Guida all’architettura di Kaunas, la sconosciuta modernista

Anche per il 2022 la cultura europea avrà le sue capitali, tre città appena insediate nel ruolo: Esch-sur-Alzette in Lussemburgo, Novi Sad in Serbia, e Kaunas, in Lituania.  Si potrebbe obiettare, come è successo, che questa seconda generazione di capitali piccole, a volte ignote, non sia altro che una molla un po’ forzata per generare più turismo e qualche spettacolo, e finita lì. Possiamo invece prendere il caso di Kaunas per rispondere serenamente che no, i livelli di complessità mobilitata dall’opportunità europea sono ben più profondi e molteplici: interi sistemi urbani vengono spesso riattivati in tutte le loro componenti, e vengono svelate ad un pubblico internazionale delle nicchie di peculiarità che, nella apparente raggiungibilità odierna di qualsiasi cosa, resterebbero in realtà trascurate, spesso esposte al pericolo della cancellazione, la più famosa, crudele e indubbiamente efficiente compagna di banco dell’oblio.

Kaunas, ad esempio. Tra le due guerre mondiali, la capitale della Lituania, Vilnius, è annessa alla Polonia; diventa allora capitale questa piccola città incuneata alla confluenza di due fiumi e questa bomba politica è per Kaunas la prima grande bomba urbana: servono nuovi edifici pubblici, arriva una nuova popolazione, una nuova borghesia con una nuova necessità di architettura che viene intercettata da figure professionali dal percorso spesso internazionale, formatesi in ambito russo o tedesco, ma anche francese, inglese, italiano. Nasce quello che gli studiosi hanno chiamato “modernismo di Kaunas”, un linguaggio ibrido che contamina di déco una matrice razionalista, riscrivendo un passato di tradizione romantica e a modo suo eclettica. Un unicum non eguagliato, tradotto in un patrimonio di oltre 6000 edifici, molti dei quali d’abitazione, molti dei quali ad oggi in condizioni a dir poco di trascuratezza. 

Uno dei pilastri su cui si regge il programma Kaunas 2022 European Capital of Culture ha il titolo, anche piuttosto ampio, di Modernism for Future, per dare a questo patrimonio il ruolo di motore di svolta in una città che rischierebbe uno stallo abbastanza pericoloso, se si rimanesse in un qualche consueto quadro di scontro tra preservazione e mercato. Il punto dichiarato sta nel riconoscere che questo patrimonio esiste, ed è la sostanza materiale che compone una città in effetti unica. Dove lo si scopre? in quel paesaggio completamente altro, rispetto agli standard di città europea, che è la Kaunas moderna, dove un tessuto dalle maglie molto ampie di edifici modernisti si posa sulla matrice di una vegetazione letteralmente boscosa.  Per chi non vi sia cresciuto, questa combinazione gli elementi inediti di scala, natura, artificialità e stile si consegna come una “scena urbana tipo” che accompagna tra le diverse aree della città moderna, all’ombra di colline che un secolo fa hanno attratto una nuova borghesia urbana, e di luoghi che ne registrano la memoria.

Quella che si allinea tra il parco Ramybės e la via Donelaičio è proprio una di queste scene: il parco ha un forte potere sulla memoria della città – fino al suo sgombero da parte dei sovietici nel 1959 era un cimitero di diverse confessioni religiose – e sulle vie circostanti si susseguono le residenze di più grande impatto e dalla storia importante, gli appartamenti di Elias Schneider o del dr. Kalvaitytė con le loro linee tese, la casa natale di George (Jurgis) Maciunas cofondatore del movimento Fluxus, quella del filosofo Emmanuel Levinas.

Appoggiandosi alle colline, questa scena sfuma lentamente nella città pubblica mano a mano che ci si avvicina al vecchio nucleo medievale. Su questa terra di snodo crescono tanti edifici pubblici simbolo del modernismo locale, prima di tutti l’ex Palazzo delle Poste, il museo della Guerra che è anche un museo della cultura dedicato all’artista Čiurlionis, la chiesa Evangelica Riformata così come il cinema Romuva con la sua torre vetrata.

Salendo poi la collina di Žaliakalnis, la chiesa della Resurrezione del Cristo, divenuta per Kaunas un vero landmark, ci introduce a tutta una “stanza a parte” della città trasformata anche lei dall’età della Kaunas capitale, anche lei densa di cinema, edifici universitari scuole e residenze che si stendono sulla via che corre fuori dalla città per miglia senza una curva attraverso la il paesaggio dell’interno lituano.

La sfida intorno a questo grande patrimonio è leggermente diversa dalle altre vicende di valorizzazione che hanno attraversato questi anni: prima di tutto si tratta di un patrimonio in larga parte privato; più in generale, poi, non si trova al fondo di una qualche prima vita, in attesa di trovare una nuova. Sono tutti edifici nel pieno del loro corso d’uso, che hanno già cambiato assetto e importanza una quantità di volte: investire su questo loro valore d’uso, rendendoli parte attiva della città contemporanea viene visto come ciò che ne può garantire la sopravvivenza, nonostante un inferocirsi dei mercati immobiliari. 

Per questo, nel suo anno da capitale europea, Kaunas non solo organizza, nel solco di Modernism for Future,  mostre ed un convegno dedicato a questo patrimonio, non solo lo rende personaggio attivo di film e spettacoli, ma direttamente invita ad abitarlo: chi visita la città quest’anno, attraverso il programma Bed & Culture, ha infatti la possibilità di pernottare e vivere in alcune delle case moderniste che rendono la città tanto peculiare nel paesaggio dell’architettura europea.