Tra i vigneti toscani, un prototipo abitativo per il turismo di lusso

Dopo la presentazione al Salone del Mobile 2019, l’architetta Beatrice Bonzanigo è pronta ad aprire in Val d’Orcia il primo prototipo di Casa Ojalá, uno spazio minimo flessibile per un’esperienza turistica immersiva all’aria aperta.

Un modulo abitativo turistico che permette di immergersi nella natura a 360°, ma conservando contemporaneamente la possibilità di riparo e privacy. Da quest’idea Casa Ojalá era stata presentata dall’architetta Beatrice Bonzanigo durante la Milano Design Week 2019. Dopodiché l’idea si è trasformata in una società fondata con il l’ingegnere Ryan Nesbitt, con tanto di brevetto approvato nel 2020. Ora il primo prototipo è stato terminato e installato nell’antico cuore della Val d’Orcia, in Toscana.

Beatrice Bonzanigo, Casa Ojalá, Montalcino, Italia, 2021

A pianta circolare, la piccola architettura si ispira al design nautico, rendendo lo spazio di appena 27 mq un’ingranaggio flessibile dotato di meccanismi manuali, maniglie, carrucole e manovelle: pareti interne che si smaterializzano scivolando su binari invisibili, letti nascosti a filo del pavimento in mogano, persino la toilette è a scomparsa. L’architettura, più simile a una giostra che a un’abitazione, riesce così a cambiare pelle a seconda delle necessità e dei momenti della giornata, ora completamente permeabile verso il paesaggio, ora chiusa e introspettiva. Gli unici elementi costanti sono la vasca e il caminetto a bioetanolo, oggetti scultorei che rimandato all’intimità domestica.

Beatrice Bonzanigo, Casa Ojalá, Montalcino, Italia, 2021. Foto Luca Miserocchi

Matericamente la casa è stata realizzata con legname accuratamente selezionato, tessuti in plastica riciclata e ceramica fatta a mano. “Penso al lusso della casa come ad un ritorno di mani all’opera, che sia radice d’evoluzione. Al di là degli automatismi del viaggio e dell’abitare dell’oggi, tra virtuale ed iper tecnologia”, spiega l’architetta Bonzanigo. Sul pilastro centrale che sospende la casetta dal suolo, si innestano gli arredi fissi – libreria, armadio, comodino e lavandino – e gli scalini che permettono l’accesso alla copertura, dove i pannelli fotovoltaici montati e un impianto meccanico e di gestione delle acque, dovrebbero aiutare Casa Ojalá a diventare un’unità autosufficiente.

Beatrice Bonzanigo, Casa Ojalá, Montalcino, Italia, 2021. Foto Luca Miserocchi
Progetto:
Casa Ojalá
Architetto:
Beatrice Bonzanigo
Cliente:
Rosewood Castiglion del Bosco
In collaborazione con :
Wood-Skin, Victoria Yachting, Viabizzuno by Hi-Lite Next, Serge Ferrari, Harken by Mare Torino, Agape, Rototec, Culligan, Veleria Viganò, Serramenti Simonetto, Textim di Claudio Presotto, Sunbrella, Emap meccanica, IRS ingegneria realizzazioni speciali, Mafos, Ebel, Olfez
Luogo:
Montalcino, Toscania, Italia
Completamento:
2021

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