Il Museo Antropologico Immaginario tra architettura radicale e arte contemporanea

Si chiama MAI l’esposizione allestita presso Villa Romana, a Firenze, curata da Valeria D’Ambrosio. MAI sta per “Museo Antropologico Immaginario” e no, non è un museo, ma una mostra d’arte contemporanea ben riuscita, anche grazie all’inganno del suo nome.

Nella mail in cui elenca tutte le mostre di Superstudio in programma per il 2020-21, Gian Piero Frassinelli ne cita una dal nome irrinunciabile: MAI, e descrive così il lavoro della curatrice “la cosa sorprendente è il modo assolutamente coerente con cui Valeria D'Ambrosio è riuscita ad amalgamare realtà cosi differenti”. Chiunque visiterà questa mostra sarà d’accordo con l’intrigante descrizione dell’architetto, perché MAI è un luogo non-luogo dove convivono e si intersecano tante tensioni diverse, ma soprattutto saperi, formazioni e generazioni in perfetto equilibrio tra loro.

Il MAI è un Museo Antropologico Immaginario che vuole attivare una strategia di collaborazione interculturale per ripensare al concetto di museo antropologico attraverso lo sviluppo di nuove metodologie partecipative. Come racconta Valeria D’Ambrosio, “Traendo ispirazione dal primo viaggio argentino di Paolo Mantegazza, fondatore nel 1869 del Museo di Antropologia ed Etnologia di Firenze, il MAI propone un focus sui popoli e le variegate culture della Patagonia cilena e argentina. È uno spazio multidisciplinare in dialogo tra arte contemporanea, architettura e antropologia, campi di studio intesi come intrinsecamente opposti o essenzialmente inestricabili nel loro essere forme di rappresentazione che prendono come punto di partenza l’esperienza umana”.

Museo Antropologico Immaginario, Villa Romana, Firenze, Italia, 2020. Foto Giulia Lenzi

La curatrice ha scelto di coinvolgere infatti, oltre a Frassinelli, due giovani artiste provenienti dal Sud America: Gabriela Acha, argentina, la cui ricerca si focalizza sul tema della riappropriazione culturale in chiave femminista, e Marcela Moraga, cilena, che costruisce narrazioni audio-visive oscillanti tra realtà, leggenda e finzione. La mostra è suddivisa in tre fasi temporali e inizia con il lavoro di tesi di Gian Piero Frassinelli, la proposta di un nuovo museo di antropologia per Firenze dal titolo “Centro studi di antropologia applicata ai problemi dell’acculturazione”, ideata tra il 1966 e il 1968 e per la prima volta esposta al pubblico. Dal suo profondo interesse per il dialogo tra architettura e antropologia nasce uno dei suoi recenti lavori di ricerca, il Museo dell’Umanità (2015), esposto al MAI e concepito come un unico museo capace di raccogliere tutta la storia delle culture umane, qui raccontato sotto forma di un documentario audio-visivo, di un plastico di recente produzione e di un racconto di fantascienza.

Il giorno dell’inaugurazione, l’artista Gabriela Acha ha presentato la performance Spazio Espositivo Mobile, in cui sette studentesse di Storia dell’arte e di Antropologia culturale hanno trasformato il concetto di museo di origine colonialista, bianca e patriarcale in un’entità dinamica, dialogica e itinerante. Grazie all’utilizzo di teche-zaino create dall’artista, le studentesse si sono fatte portavoce delle storie racchiuse in alcuni reperti provenienti dalla collezione etnografica di Frassinelli e di sua sorella Oretta, con la quale condivide la passione per l’antropologia fin dagli anni universitari.

Il MAI è un progetto in cui le interrelazioni tra le discipline fanno di esso un luogo che mette in dubbio i parametri tradizionali dello spazio museale. Come dice la sua curatrice, “il MAI trasformerà il concetto di museo da spazio di rappresentazione a processo sociale, a promemoria che esso è prima di tutto un luogo di produzione capace non soltanto di preservare e descrivere l’esistente, ma di generare nuovi contesti in cui pensare, agire, interagire”.

Titolo esposizione:
MAI. Museo Antropologico Immaginario
A cura di :
Valeria D’Ambrosio
Artisti:
Gabriela Acha, Gian Piero Frassinelli, Marcela Moraga
Dove:
Villa Romana, Via Senese 68, Firenze, 50124, Italia
Date di apertura:
dal 23 ottobre al 18 dicembre 2020

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