Al Padiglione di Mies è stata tolta la materialità

Un intervento temporaneo degli architetti catalani Anna e Eugeni Bach ricopre i materiali preziosi del Padiglione di Barcellona di Mies van der Rohe e lo trasforma in un modello in scala 1:1.

Anna e Eugeni Bach, Mies Missing Materiality, veduta dell'installazione, Padiglione di Barcellona, 2017

Apre domani al pubblico il progetto temporaneo Mies Missing Materiality di Anna e Eugeni Bach. Gli architetti catalani hanno trasformato il Padiglione di Barcellona di Mies van der Rohe in un modello architettonico in scala 1:1. La materialità di uno degli edifici-icona del Ventesimo secolo è stata mascherata e annullata. All’architetto conosciuto per l’essenzialità nella costruzione del progetto sono stati sottratti anche quei pochi elementi che caratterizzavano il suo linguaggio, in completa coerenza con il suo motto: “less is more”.

Le superfici di travertino, marmo di Tino, marmo antico di Vert e onice dorato sono state coperte da pannelli di vinile bianco. L’intervento trasforma un paradosso in realtà e solleva numerose questioni: il ruolo della superficie bianca per l’architettura moderna, il rapporto tra autentico, replica e rappresentazione e il ruolo dei materiali nella percezione dello spazio.

Fig.9 Anna e Eugeni Bach, Mies Missing Materiality, work in progress, Padiglione di Barcellona, 2017
Anna e Eugeni Bach, Mies Missing Materiality, work in progress, Padiglione di Barcellona, 2017
Date di apertura:
16 – 27 novembre 2017
Architetto:
Anna e Eugeni Bach
Titolo:
Mies Missing Materiality
Luogo:
Padiglione di Barcellona
Indirizzo:
Av. Francesc Ferrer i Guàrdia 7, Barcellona

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