Exyzt, ConstructLab: Casa do Vapor

Il centro culturale provvisorio, interamente costruito con materiali di risulta nel cuore del villaggio di pescatori portoghese di Cova do Vapor, dimostra come questi progetti possano avere un profilo molto alto: di contenuto e contenitore.

Non finisce mai di sorprendermi come certi progetti culturali abbiano la capacità di suscitare il desiderio di avvicinarsi a luoghi in precedenza evitati, e come ci riescano pur mantenendo la continuità del carattere di quel luogo e la sua identità, connettendo il tessuto sociale preesistente con le differenze create da questa stessa intromissione.
Casa do Vapor
In apertura e sopra: Exyzt e ConstructLab, Casa do vapor, Cova do Vapor, Lisbona, 2013. Photo Alex Roemer

Forse questa reazione di stupore (che viene da un fenomeno antico quanto il rapporto dell’uomo con i luoghi che attraversa e che occupa), nasce dalla saturazione per l'omologazione di molte aree urbane, trasformate e adattate fino a renderle adeguate a determinati criteri stereotipati di estetica, di funzionalità e d’uso.

Si dà il caso che troppe volte, gli aggressivi processi di imborghesimento abbiano influito sia sulla dinamica della trasformazione delle aree povere, sia nel passaggio alla destinazione residenziale che sulle pianificazioni urbanistiche che incidono a loro volta – normalmente alterandola – sulla composizione di un quartiere.

Casa do vapor
Exyzt e ConstructLab, Casa do vapor, Cova do Vapor, Lisbona, 2013. Photo Alex Roemer

La diffusione di tali processi di alterazione radicale di comunità preesistenti ha generato molta diffidenza nei confronti della realizzazione di progetti architettonici nelle aree povere e delle relative implicazioni culturali.

La Casa do Vapor, centro culturale provvisorio interamente costruito con materiali di risulta nel cuore del villaggio di pescatori portoghese di Cova do Vapor (letteralmente “Baia del Vapore”) si rivela quindi come una grande sorpresa. Non solo perché ha permesso un grande trasformazione nella percezione di un luogo ampiamente ignorato, ma soprattutto perché ha dimostrato come un luogo dotato di una connotazione di profilo tanto basso fosse in grado di accogliere e gestire un ricchissimo programma di attività e di manifestazioni.

Casa do vapor
Exyzt e ConstructLab, Casa do vapor, Cova do Vapor, Lisbona, 2013. Photo Alex Roemer

Il progetto è riuscito a svelare pregiudizi profondamente radicati e a metterli in crisi non attraverso grandi programmi di ristrutturazione e progetti architettonici su larga scala, ma offrendo una visibilità attentamente gestita alla configurazione peculiare e senza paragoni di questo luogo.

Cova do Vapor è un villaggio litoraneo situato sull’estuario del Tejo, dove il fiume si riversa nell’Oceano Atlantico, a una ventina di chilometri a sud di Lisbona. Caratterizzata da varie ondate di edificazione e di stanziamento, concentrate negli anni Quaranta e dopo la Rivoluzione del 1974, la piccola località è formata per lo più da architetture autocostruite, piccoli edifici allineati lungo un ristretto numero di strade e di viali. Conta circa 350 abitazioni, 90 delle quali occupate in permanenza da circa 200 abitanti.

Casa do vapor
Exyzt e ConstructLab, Casa do vapor, Cova do Vapor, Lisbona, 2013. Photo Alex Roemer

La Casa do Vapor è stata ideata e costruita secondo la concezione di Exyzt/ConstructLab che implica il superamento dei processi costruttivi convenzionali, in cui attività di progettazione e attività edilizia sono separate, e l’unione di ideazione e costruzione in un unico processo senza soluzione di continuità, in cui i progettisti/costruttori combinano con il fare il pensiero creativo e quello pratico in precisi luoghi di costruzione.

La Casa do Vapor è costruita con il legno di pino già usato da Exyzt/ConstructLab per la struttura Construir Juntos (“Costruire insieme”) che ha ospitato il Laboratório de Curadoria, il “Laboratorio di curatela” di Guimarães Capitale della Cultura 2012.

Casa do vapor
Exyzt e ConstructLab, Casa do vapor, Cova do Vapor, Lisbona, 2013. Photo Alex Roemer

Il legname è stato poi trasportato a Cova per essere riusato nella costruzione di due edifici contemporanei: la Casa do Vapor (che ospita un ritrovo, una scuola di surf e un’abitazione destinata a un artista) e una sede per laboratori. Entrambe sono dotate di una vasta superficie su pali di legno che funge da area comune riparata dal sole e dal calore. L’area definita dalla confluenza delle costruzioni ospita manifestazioni dal vivo, una pista da skateboard e un officina ciclistica.

La costruzione e la gestione della Casa do Vapor sono state realizzate in stretta collaborazione con l’Associazione dei residenti di Cova do Vapor, responsabile del coordinamento generale delle attività e della manutenzione del villaggio.

Casa do vapor
Exyzt e ConstructLab, Casa do vapor, Cova do Vapor, Lisbona, 2013. Photo Alex Roemer

L’architettura della Casa do Vapor rispecchia il forte contesto a base comunitaria in cui è inserita, garantendo la confluenza degli spazi interni ed esterni attraverso i pali delle costruzioni e stabilendo una comunicazione continua tra le varie aree funzionali del centro culturale.

La Casa do Vapor – che ospita la residenza per artisti già citata, una scuola di surf, ma anche una cucina comune che serve piatti tipici di Cova, uno spazio per concerti e un cinema all’aperto, ed è un luogo di ritrovo per la comunità di Cova e per chi vi si reca temporaneamente per partecipare a laboratori o per visitare il luogo – è un modello di come l’intreccio di esperienze, di saperi e di metodi operativi possa realizzarsi e andare equamente a vantaggio di tutti.

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