Puoi leggere qui la serie dei commenti a Project Heracles ricevuti fino ad oggi.
Nei libri di Josè Saramago accadono prodigi. In uno, La zattera di pietra, la penisola iberica si stacca dalla terraferma e comincia a navigare. Tra attacchi di uccelli migratori e tremori terrestri e, come sempre, grandi figure di donne, alla ricerca di approdi. Un viaggio magico e vorticoso tra l'Europa (addio) e nuovi mondi. Ecco, mi è sempre piaciuto Saramago e l'idea di un ponte mobile lanciato verso sponde lontane. Esigenza tutta umana di andare oltre i confini. Forzare i limiti. La sortita verso la scoperta. Il richiamo del lontano. E poi non è un prodigio rifiutare lo scontato del mondo e soltanto immaginare un collegamento tra terre fedi e culture così distanti?
Per questo preferisco le idee di "percorsi" naviganti. Non il solito improponibile ponte. Fisso e impossibile. Tappe, insomma. Come è ogni cammino. Dove ciascun segmento può divenire un microcosmo di nuova vita. Fino a trovare valore più nel percorso che nella meta. Stiamo parlando di esperienza. È poi così importante la sicurezza della meta?
Collegare due sponde estreme attraverso un arcipelago di frammenti può essere il modo più concreto per superare l'impossibilità di distanze troppo grandi per l'uomo.
Attraversare confini è una possibilità.
Cartolina #113. [immagine in alto] Il titolo è riuscita sintesi delle intenzioni progettuali: tra le due sponde un nuovo territorio. Flutuante e artículado, come scrivono i progettisti. Fatto di siti e relazioni paralleli e integrati al percorso (pur troppo definito). Un'idea di pluralità futura.
Project Heracles #12
L'architetto scrittore campano offre la sua lettura a una serie di progetti inviati per il concorso, tutti accomunati dall'idea di un ponte mobile lanciato tra i due continenti.
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- Davide Vargas
- 11 novembre 2011
- Aversa
Cartolina #156. [sopra] Piattaforme sottili sull'acqua in una trama di geometrie e colori. Parole fondamentali di impegno per la convivenza. Un'idea di percorso articolato fatto di soste rallentamenti e accelerazioni. I colori dei mari e delle piantagioni. Generate dagli elementi della natura.
Cartolina #23. [sopra] Segmenti che si compongono in una continuità e si scompongono nel mare aperto. Percorso interrotto. Bella idea di costruzione e al tempo stesso di imprevedibilità. Ogni sganciamento può portare all'avventura di un nuovo viaggio. E al ritorno.
Mi è sempre piaciuto Saramago e l'idea di un ponte mobile lanciato verso sponde lontane. Esigenza tutta umana di andare oltre i confini. Forzare i limiti.
Cartolina #189. [sopra] Piattaforme strutturate sul modello di una città sull'acqua. Con una forte connotazione naturale. Moltiplicate dai riflessi marini. Invadono persino il lungo nastro di collegamento stemperandone la rigidità. Suggestiva immagine di trasparenze e aggregazioni.
Cartolina #177. [sopra] Nella linea del tema individuato la scomposizione dei pixel allude ad un collegamento disarticolato e multidirezionale. Luoghi accostati da percorrere e conoscere. Il percorso diretto (per fare presto) non c'è più. La realtà diventa virtuale. O sogno.
Cartolina #176. [sopra] Una piattaforma che come il suolo di Cerbere da l'idea di potersi staccare dai crinali e prendere a navigare. Quasi una speranza.
Cartolina #79. [sopra] Fuori tema ma è una possibilità [ anche per il curatore ]. La suggestione del tratto fa comunque pensare ad un segmento di percorso ancora indefinito. Buio. Misrterioso. Da inventare il sistema di attraversamento. Come un atto creativo individuale.