Proto/e/co/logics

Il convegno promosso dagli architetti croati Alisa Andrasek e Bruno Juricic ha provato a superare una visione ingenua e riduttiva dell'ecologia nell'architettura contemporanea.

Proto/e/co/logics//: speculative materialism in architecture, convegno estivo a cura degli architetti croati Alisa Andrasek e Bruno Juricic, svoltosi nel bello scenario dell'arcipelago rovignese, sulla costa dell'Istria, aveva l'obiettivo di "suscitare temi di riflessione per l'architettura che superassero una visione ingenua e riduttiva dell'ecologia". Il punto centrale secondo Andrasek — cofondatrice dello studio londinese Biothing — e secondo Juricic, era l'instaurazione da parte degli architetti di un rapporto stabile con la natura, "condizione già di per sé artificiale", che includesse la complessità del sociale.

Tendenze recenti hanno espresso una gamma originale di prese di posizione, fondate sull'astrazione matematica e informatica – osservano i due – trasformando il modo in cui gli architetti concepiscono "il rapporto materia-informazione". Oggi che la stessa materia viene percepita come un fattore attivo, e l'ecologismo d'immagine è cosa tanto diffusa, quale genere di strategie architettoniche teoriche è auspicabile in rapporto all'"ecologia dei materiali denaturalizzati", tenendo presenti modalità comportamentali che vanno dalla bellezza generativa allo squilibrio assoluto?
Foto di apertura: François Roche, cofondatore di Roche & Sie. Qui sopra: Alisa Andrasek, co-curatrice con Bruno Juricic del simposio.
Foto di apertura: François Roche, cofondatore di Roche & Sie. Qui sopra: Alisa Andrasek, co-curatrice con Bruno Juricic del simposio.
Era una domanda provocatoria in questa intatta zona della Croazia fatta di serenità naturale, con le sue foreste di abeti, le sue località solitarie, i parchi urbani, tutti luoghi che dalla fine delle guerre napoleoniche sono diventati meta di chi va in cerca di trattamenti termali e passeggiate nella natura, con una colonia nudista sull'isola di Koversada. Era anche una domanda posta a un pubblico costituito principalmente da architetti, ma in un dibattito con vaste implicazioni per le comunità di tutto il mondo. Per Yoshiharu Tsukamoto, cofondatore dell'Atelier Bow-Wow di Tokyo, che ha analizzato i sintomi della complessità, nelle condizioni post-traumatiche del Giappone le tipologie sono state superate da nodi plurimodali, in forma non di megastrutture ma di spazi pubblici in miniatura. Gli architetti giapponesi, all'indomani della distruzione di massa, sono particolarmente interessati alla partecipazione civica e alla 'costruzione sociale'.
Yoshiharu Tsukamoto, cofondatore dell'Atelier Bow-Wow di Tokyo, ha analizzato i sintomi della complessità, nelle condizioni post-traumatiche del Giappone. Le tipologie, secondo lui, sono state superate da nodi plurimodali, in forma non di megastrutture ma di spazi pubblici in miniatura.
Yoshiharu Tsukamoto, cofondatore dell'Atelier Bow-Wow di Tokyo, ha analizzato i sintomi della complessità, nelle condizioni post-traumatiche del Giappone. Le tipologie, secondo lui, sono state superate da nodi plurimodali, in forma non di megastrutture ma di spazi pubblici in miniatura.
Adrian Lahoud, urbanista e saggista le cui opere sulle strategie di ricostruzione delle zone devastate dalla guerra hanno scandagliato l'"irriducibile diseguaglianza del mondo", chiedendosi se le espressioni correnti "interventi top down e bottom up", in quanto metafora architettonica, non vadano invece considerata in riferimento agli strati geologici. L'obiettivo di Andrasek era l'elaborazione di un linguaggio più parcellizzato: "Il tempo meteorologico non è lineare; e perciò una soluzione lineare è inadeguata", perché, come ha aggiunto Lahoud, "Dio se la cava male con i numeri". Andrasek punta a una sintesi aperta e quindi, per esempio, il suo lavoro può essere più prossimo alla fisica e agli schemi di comportamento dei flussi nascosti della natura. Il che riguarda la "costruzione metafisica più di quella metaforica" che l'architettura è portata a praticare. Grazie ad applicativi basati sulla tecnologia ad agenti, dei modelli adattivi possono inquadrare i fattori di un piano regolatore preliminare nella geografia della costa locale, non in senso astratto, ma per innescare una reazione topologica.
Secondo François Roche, gli strumenti di comunicazione dell'architettura devono favorire la diffusione democratica, ribaltare il sistema.
Gli architetti croati Alisa Andrasek e Bruno Juricic, curatori del convegno.
Gli architetti croati Alisa Andrasek e Bruno Juricic, curatori del convegno.
Patrik Schumacher, associato dello studio Zaha Hadid Architects, docente impegnato e saggista, ha scritto molto dell'architettura come risposta a condizioni sociali complesse, e soprattutto sul ruolo di parametri che queste ultime hanno nel progetto architettonico e urbanistico in fatto di logica geometrica, coordinando elementi separati nello spazio urbano e creando il senso di un fluire ininterrotto analogo a quello dei sistemi naturali. Questa idea è molto apprezzata sotto l'aspetto visivo ma meno ben compresa dal grande pubblico, mentre il suo concetto di capacità cinetica intrinseca dell'ambiente di riconfigurarsi in reazione agli schemi di occupazione possiede ancora potenzialità latenti. Occorrevano nomi nuovi per una nuova architettura; e attenzione alla consapevolezza delle variabili della situazione globale che non può cambiare e al rapporto tra nascosto e visibile, ha aggiunto Schumacher. Come Andrasek è entusiasta dell'instaurazione di un processo di apprendimento biomorfico in architettura; attività in cui "occorre cercare conferma nei sistemi urbanistici".
Adrian Lahoud, urbanista e saggista, è autore di opere sulle strategie di ricostruzione delle zone devastate dalla guerra.
Adrian Lahoud, urbanista e saggista, è autore di opere sulle strategie di ricostruzione delle zone devastate dalla guerra.
Enric Ruiz-Geli, fondatore di Cloud 9, ritorna sempre "alle prestazioni della natura e alla sua levità". "L'industria è pronta per la complessità", ha sostenuto. "L'architettura è natura". E ha già convinto il suo committente, Ferran Adrià della fondazione catalana El Bulli, "ad adottare la parcellizzazione". François Roche, cofondatore di Roche & Sie, ritiene che "sia difficile definire che cosa sia natura e che cosa non lo sia", mentre per Juricic "nel rinaturalizzare l'architettura c'era un pericolo". Creare un ponte tra organico e inorganico, tra realismo e idealismo, richiedeva equilibrio per conservare specificità e lanciare direzioni di ricerca, perché la mediazione dell'architettura esiste a condizione che sia già artificiale. Schumacher ha posto l'intrigante questione del nuovo metabolismo tra città e campagna, prima di risalire a esempi di schemi urbani medievali e di città 'ideali' per argomentare che "l'ambiente costruito è un processo evolutivo come la creazione della vita".
Bostjan Vuga e Lucy Bullivant
Bostjan Vuga e Lucy Bullivant
Sylvia Lavin, docente e saggista d'architettura, ha commentato il fatto che la parola 'organico' fosse stata poco usata negli interventi, mentre animali e decorazione sono stati al centro della sortita di Sanford Kwinter nel campo dell'animismo e dell'identità tribale, più che degli adattamenti morfogenetici. L'intervento di Lavin ha riguardato il modo in cui la tecnica artistica è divenuta ecologica, portando a esempio artisti come Rist e Eliasson e architetti come lo studio Diller Scofidio Renfro. La questione della tossicità urbana è stata ben ricordata dall'architetto Ed Keller, sulla scorta del Deserto rosso di Antonioni, con la deprimente esposizione di Giuliana (Monica Vitti) al malessere ambientale causato da uno stabilimento industriale, nella tragica partita finale degli anni Sessanta tra ordine naturale e industrializzazione. Oggi "germi di riflessione locale" possono essere sintetizzati dalla filosofia architettonica tramite stratificazioni di mediazione universale. Gli strumenti di comunicazione dell'architettura devono "favorire la diffusione democratica, ribaltare il sistema", ha aggiunto Roche. Questo filone è stato ripreso dal filosofo Robin Mackay, che guarda a ciò che secondo lui va oltre i bisogni architettonici di breve scadenza per realizzare "un'interfaccia tra ciò che è limitato e ciò che non lo è", attraverso la rimozione dei "filtri imposti ai dati".
Patrik Schumacher, associato dello studio Zaha Hadid Architects, docente impegnato e saggista, ha scritto molto dell'architettura come risposta a condizioni sociali complesse.
Patrik Schumacher, associato dello studio Zaha Hadid Architects, docente impegnato e saggista, ha scritto molto dell'architettura come risposta a condizioni sociali complesse.
L'architettura è un fatto primordiale, ma darle forma, ha proseguito Mackay, "non era quel che credevamo", perché la "speculazione non è soggetta a prova empirica". La natura, liberata dalla contingenza della storia tramite metodi scientifici ma non tecnocratici, può essere considerata, come già fece Buckminster Fuller con la sua Astronave Terra, parte di un ecosistema perfettibile. D'altro canto un sistema richiede dei compromessi; potenzialmente "la clonazione del locale nel globale". Il filosofo Reza Negarestani, autore del romanzo Cyclonopedia, non ha potuto essere presente, ma in un intervento proiettato via Skype, si è chiesto se dopo Copernico l'ecologia sia possibile. "L'eccesso di codice [di programmazione] ci ucciderà". Ma Schumacher, che ha definito "presocratico" l'intervento del filosofo, ha sottolineato il valore della "connettività che noi (architetti che usiamo il codice) viviamo, nella sua mediazione della generalizzazione dei processi di prototipazione e nel conferire loro la capacità di penetrare in vari differenti luoghi di tutto il mondo".
Adrian Lahoud e Enric Ruiz-Geli.
Adrian Lahoud e Enric Ruiz-Geli.
Le incandescenti sottigliezze degli interventi hanno profondamente affascinato il pubblico, di cui facevano parte studenti che partecipavano ai laboratori preliminari settimanali organizzati da Andrasek e Juricic in rappresentanza dei rispettivi istituti: l'Architectural Association di Londra e l' Universität für Angewandte Kunst di Vienna. Nel corso del lavoro sul campo questi studenti hanno realizzato dei prototipi di costruzioni sostenibili innovative per la costa istriana, con Manuele Gaioni, studente dell'AA che, per esempio, si è rifatto all'uso della griglia da parte di Superstudio come mediazione tra naturale e umano e ha elaborato con i colleghi una griglia più organica adeguata al dato locale. I temi della reciproca penetrazione tra materia/natura e flora locale hanno trovato inquadramento nello stesso scenario: il nuovo Hotel Lone della società Maistra, situato nel verde della costa accanto al centro storico di Rovigno, sorprendente struttura bianca a tre facce dalle nere balconate che si sovrappongono ritmicamente penetrando in un grande atrio: il cuore del flusso spaziale che comprende una bella sala per i congressi. Progettato dallo studio d'architettura 3LHD di Zagabria e da un gruppo interamente locale di artisti, grafici e designer di prodotto, è un eccellente simbolo di come si possa inglobare in un interno la bellezza dello scenario naturale circostante. Il convegno, sponsorizzato dal gruppo alberghiero Maistra e dal comune di Rovigno, fa parte di un programma di iniziative della fondazione locale MLAUS, Mediterranean Laboratory fo Architecture & Urban Strategies, mirato a promuovere nella regione un'urbanistica sostenibile caratterizzata dalla simbiosi tra contesto naturale locale, condizioni climatiche, reti e industrie culturali (enologia, alimentazione, artigianato, turismo). Nello scenario istriano (che uno studente ha definito "una situazione assolutamente vergine") le riflessioni progettuali di questo gruppo di attori prevalentemente globali contenevano molti germi di logica naturale. Questa manifestazione culturalmente vivificatrice, con le sue stratificazioni di riferimenti filosofici, cinematografici e antropologici, ha fatto da catalizzatore biodinamico a un progetto che gli architetti Tom Kovac e Bostjan Vuga, presenti al convegno, hanno auspicato "sia fonte di stimoli per una nuova produzione architettonica". Lucy Bullivant

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