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Open Source Design 04: L'architettura di Facebook

L'arbitro massimo della condivisione ha deciso di espandere l'architettura dei suoi server web, e degli edifici che li ospitano. Le istruzioni e i disegni sono online.

Questo articolo è stato pubblicato su Domus 948, giugno 2011

Le strutture della cooperazione
Quando si parla dell'architettura di internet, l'immagine che viene alla mente è quella di una mappa dei suoi nodi. Quando lavoravo nella redazione di Wired.com, era stampata su un manifesto appeso alla parete. Gruppi di server aggregati come neuroni, interconnessi elettricamente e organizzati secondo un principio gravitazionale dinamico: l'effetto rete. Quello che contava era la struttura dell'informazione: quali server erano connessi a quali altri server.
Questa era la visione dell'internet di prima generazione. Mentre nominalmente le reti collegavano tra loro le persone, in realtà collegavano le persone con degli oggetti, fisici o digitali che fossero. Google, eBay e Amazon erano le aziende di riferimento di quest'epoca, perché erano le migliori nel mettere in collegamento le persone con ciò che desideravano. Si cercava e si trovava ciò che si cercava nella gigantesca massa pulsante dei computer interconnessi tramite cavi a fibra ottica.

Ventole di scarico dell’aria
calda proveniente dai centri
dati del nuovo sistema
di raffreddamento senza
condutture. In alto: Componenti interne del
sistema di raffreddamento dei
sever, che è risultato essere
più efficiente (38%) e meno
caro da costruire e gestire
(24%) di altri simili.
Ventole di scarico dell’aria calda proveniente dai centri dati del nuovo sistema di raffreddamento senza condutture. In alto: Componenti interne del sistema di raffreddamento dei sever, che è risultato essere più efficiente (38%) e meno caro da costruire e gestire (24%) di altri simili.
Nei primi anni del millennio, l'idea che il pubblico cercasse soltanto informazioni iniziò a sbiadire. C'erano segni premonitori di vario genere (BlackPlanet, LiveJournal.com, Match.com, Friendster) che, a chi avesse posseduto le giuste capacità divinatorie, avrebbero potuto indicare che stava per fare la sua comparsa un gigante azzurro accompagnato da un veloce uccellino cinguettante. Le persone volevano incontrare altre persone, volevano condividere la loro vita. Per rispondere a questa esigenza sbocciarono decine di nuove società. Mentre Twitter dà a internet il ritmo della corsa, Facebook fornisce i canali sociali. Settecento milioni di persone usano la creazione di Mark Zuckerberg. Mentre sulle dinamiche del successo di Facebook si può discutere, sull'impulso che esso rappresenta no. Le persone hanno dimostrato una spettacolare voglia di condividere la loro vita con altre persone su internet. La definizione di privacy è instabile come il concetto di proprietà intellettuale. In molte sfere differenti, la cooperazione appare una strategia praticabile quanto la competizione. Tutti adottano la condivisione ed esprimono le loro preferenze.
Cianografia del telaio di un server Facebook: 1.	Alimentazione elettrica, 2. Guarnizione divisoria, 3. Scheda madre, 4. Rinforzo del telaio e canale di gestione del cavo, 5. Alloggiamento disco, 6. Sistema integrato di gestione cavi, 7. Quattro ventole da 60 mm.
Cianografia del telaio di un server Facebook: 1. Alimentazione elettrica, 2. Guarnizione divisoria, 3. Scheda madre, 4. Rinforzo del telaio e canale di gestione del cavo, 5. Alloggiamento disco, 6. Sistema integrato di gestione cavi, 7. Quattro ventole da 60 mm.
Ora il punto è come strutturare la condivisione. Certi modi sono semplici, come i pulsanti di Facebook che limitano ogni specie di commento, rendendo disponibile solo il semplice gesto di affermare: "Io c'ero". Le licenze Creative Commons per il lavoro creativo permettono ai creatori di contenuti di definire con precisione chi può usare il loro lavoro e chi no. I frequentatori di Wikipedia trovano la loro difficile rotta nella creazione del più stupefacente patrimonio di conoscenza del mondo. Gli accordi più complessi riguardano progetti open source come il sistema operativo Linux. Reti distanti di collaboratori si riuniscono per raggiungere obiettivi comuni. Il copione e i modi di produzione di queste imprese sono da fumetto, ma sfidano molte delle più radicate idee sulla mentalità capitalista.

Ma, con tutto il successo dei progetti digitali di questo genere, che conseguenze ci sono nel mondo reale? Mettere insieme un gruppo di secchioni per scrivere i codici di un software è una cosa, ma provate a progettare in questo modo un edificio! Forse invece si può. O per lo meno si può progettarne il sistema di condizionamento. Facebook, arbitro della condivisione, ha deciso di espandere l'architettura dei suoi server web (e gli edifici che li ospitano) in un ecosistema aperto privo di vincoli d'uso. La società Open Compute Project descrive nei particolari come costruire un centro di elaborazione dati energeticamente efficiente, a partire dai componenti interni dei server fino ai loro contenitori, ai sistemi elettrici e meccanici che li alimentano e ne mantengono bassa la temperatura.
La cooperazione appare una strategia praticabile quanto la competizione. Tutti condividono ed esprimono preferenze.
Schema del flusso dell’aria
L’aria esterna si miscela
con quella calda dei
centri dati e viene filtrata;
quindi entra nella stanza di raffreddamento/
umidificazione, viene
spruzzata dal sistema di
nebulizzazione e spinta verso
la stanza di ventilazione per tornare verso i centri dati e
raffreddarli, prima di essere
ricondotta alla stanza dei filtri
o espulsa dall’edificio.
Schema del flusso dell’aria L’aria esterna si miscela con quella calda dei centri dati e viene filtrata; quindi entra nella stanza di raffreddamento/ umidificazione, viene spruzzata dal sistema di nebulizzazione e spinta verso la stanza di ventilazione per tornare verso i centri dati e raffreddarli, prima di essere ricondotta alla stanza dei filtri o espulsa dall’edificio.
Probabilmente Facebook si aspetta di trarre vantaggio dai miglioramenti che altri apportano alle sue idee creando proprie banche dati. E nel frattempo è ben disposta a dare agli altri ciò che ha. I sistemi di supporto della banca dati della società, almeno per quel che è stato comunicato sul sito dell'Open Compute Project, possono adattarsi al clima e alla collocazione del suo più recente centro di elaborazione dati di Prineville, nell'Oregon.

Il sistema di condizionamento senza condutture cambia automaticamente modalità di funzionamento (avviando l'economizzatore, il raffreddamento per evaporazione e l'umidificazione) sulla base della qualità dell'aria esterna. Il sistema elettrico si basa sull'installazione di una nuova sottostazione costruita per dare energia all'edificio.
Il sistema di raffreddamento
a evaporazione consente di
riscaldare e umidificare l’aria
in base alle necessità.
Il sistema di raffreddamento a evaporazione consente di riscaldare e umidificare l’aria in base alle necessità.
Non c'è nulla di particolarmente rivoluzionario che colpisca nei progetti pubblici di Facebook per il suo nuovo centro di elaborazione dati, e certamente nulla di tanto affascinante quanto ciò che si può trovare su Open Architecture Network. Ma la società afferma che costruire e gestire i suoi computer come ha descritto costa meno e richiede meno energia delle soluzioni alternative. È una bella cosa. E dovrebbe anche ricordarci che internet è una realtà fatta di computer, di persone e di edifici che ospitano gli uni e le altre. Le mappe dell'architettura di internet che eravamo soliti disegnare erano viziate dal fatto che c'era un solo internet. Era una tale novità far volare le informazioni intorno al mondo e la produzione di beni digitali era così limitata che era facile diventare fan di internet, dimenticarsi la sua dimensione oggettuale. Le mappe che contano oggi per gli architetti dei centri di elaborazione dati non sono tanto quelle appese alla parete nella redazione di Wired, quanto quelle che indicano il clima e il tracciato delle linee elettriche. Più internet cresce, più è parte del normale mondo fisico. Mentre il clima e le strutture del mondo reale acquistano influenza sulle società di internet, Facebook per lo meno sta cercando di rispondere a questi problemi con la condivisione, e di condividere analogamente la consapevolezza che ha acquisito online. Alexis Madrigal, Giornalista e scrittore
Il nuovo centro dati di
Prineville, dove viene
archiviata la grande massa
di post degli oltre 700 milioni
di membri Facebook. Il clima
secco della città è stato
un elemento favorevole
all’installazione del nuovo
sistema di raffreddamento
dei server.
Il nuovo centro dati di Prineville, dove viene archiviata la grande massa di post degli oltre 700 milioni di membri Facebook. Il clima secco della città è stato un elemento favorevole all’installazione del nuovo sistema di raffreddamento dei server.

Design e ceramica rinnovano un centro commerciale

FMG Fabbrica Marmi e l’architetto Paolo Gianfrancesco, dello studio THG Arkitektar, hanno realizzato il restyling del terzo piano del più grande centro commerciale di Reykjavik. La ceramica, elemento centrale del progetto, riveste pavimenti, pareti e arredi con soluzioni versatili e carattere distintivo.

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