Fortuna volle che durante un sopralluogo per il progetto di restauro paesaggistico del paese, i progettisti incaricati (lo studio 2TR Architettura) si affacciassero proprio su quel campo, dove un anziano contadino osservava i risultati della sua giornata di lavoro: aveva finito di preparare il terreno dove l'indomani, come ogni anno in quel periodo, avrebbe piantato le cipolle. Interrogato sul destino del suo orto il contadino, che si chiamava Fedro, rispose con amarezza che i suoi figli non se ne sarebbero curati e che dunque sarebbe stato abbandonato o trasformato. Eppure, così non fu. Infatti grazie alla sensibilità dei progettisti ed alle scelte del sindaco e del suo staff quel campo è stato inserito nel progetto più ampio e già avviato di riqualificazione ambientale del paese, un progetto che ha permesso, a partire dal 2005, di recuperare dopo anni di abbandono e dimenticanza tre edifici monumentali, un mulino, una chiesa, gli orti di un convento, un acquedotto ottocentesco e il letto di un fosso alluvionale con le antiche opere idrauliche e i bacini di presa.
Gli 'eredi di Fedro', individuati attraverso un bando predisposto dal Comune e assegnatari ciascuno di un settore del campo suddiviso in aree di 900 mq, dovranno dunque garantire la riproduzione e la sopravvivenza nel tempo delle risorse genetiche che coltivano, divenendo così custodi dell'agrobiodiversità toscana. A questo fine è stato predisposto un locale per le operazioni di raccolta, pulizia e riproduzione delle sementi da un anno al successivo. Ancora, secondo quanto richiesto dal bando, gli agricoltori s'impegneranno a mantenere siepi ed aree di vegetazione spontanea, ad evitare l'uso di fertilizzanti ed antiparassitari di sintesi e a curare rotazioni e consociazioni, massimizzando la varietà di specie selvatiche e coltivate per garantire al sistema stabilità e durata nel tempo. Ognuno avrà a disposizione un box in legno come deposito attrezzi e delle prese d'acqua.
Gli orti comunitari sono oggi una realtà consolidata e importante come una possibile forma di verde urbano, che preveda la gestione attiva da parte dei cittadini, nonché funzioni didattiche e dimostrative di nuove e antiche pratiche ecologiche.
[1] Il primo programma organizzato finalizzato a trasformare terreni abbandonati in orti comunitari, per rispondere ad una crisi economica, è il Potato Patche del 1894-1917, sviluppato dal sindaco di Detroit e poi imitato in altre grandi città come Chicago, New York e Philadelphia; la crisi della Prima Guerra Mondiale porta al programma dei Liberty Gardens che tra il 1917-1920 incoraggia la realizzazione di orti patriottici per produrre frutta, verdura e conserve; tra il 1930-1939 i Relief Gardens vengono istituiti come risposta alla Grande Depressione; durante la Seconda Guerra Mondiale tra il 1941-1945 i Victory Gardens invitano i cittadini americani a coltivare "Food for Freedom"; infine, a partire dagli anni '70 l'American Community Garden Association promuove la coltivazione e la cura di aree verdi condivise.