Domus. La nuova utopia

Al Museo Minguzzi di Milano è stato presentato Domus di aprile. È il primo numero del nuovo progetto della rivista curato da Alessandro Mendini con Stefano Casciani e l'art direction di Giuseppe Basile.

Come reagire alla crisi strutturale dell'economia e dell'informazione specializzata sulla cultura del progetto e dell'espressione in architettura, design, arte? La scelta di Alessandro Mendini alla direzione di Domus va proprio nella direzione di rivendicare alla testata la capacità di proporre un nuovo progetto editoriale, senza rinunciare all'autorevolezza che storicamente la contraddistingue.
La nuova Domus di Mendini torna ad esercitare una forte attrattiva sul lettore, riducendo il numero complessivo dei servizi, aumentando la forza comunicativa dell'immagine, migliorando la leggibilità di testi e contenuti.
Tutto il nuovo progetto della rivista, curato da Alessandro Mendini con Stefano Casciani e l'art direction di Giuseppe Basile, punta a recuperare la comunicazione con il lettore esperto, il professionista, lo studente o il neolaureato, ma anche il semplice appassionato – attraverso un'impaginazione nitida e "spettacolare".

Particolare attenzione verrà posta alla situazione dell'architettura e del design in Italia dove si va da tempo affermando una nuova generazione di architetti e designer, con realizzazioni e interventi di grande qualità – su diverse scale: con questa ricerca i nuovi progettisti contribuiscono sia alla riflessione critica internazionale che alla ricostruzione di un linguaggio e di una nuova identità italiana, indispensabile per la sopravvivenza sul mercato globale.
A questa attenzione per il nuovo si aggiunge l'ampio spazio dedicato all'analisi critica e storica: in generale, il contenuto della rivista si allontanerà dall'ansia dell'informazione di attualità, per indagare aspetti psicologici, filosofici e sociali di esperienze anche passate, ma che possono fornire indicazioni e strumenti di lavoro anche nella presente, difficile condizione di vuoto ideale ed etico.

In questo senso assume un significato di vero e proprio "manifesto" delle intenzioni della nuova Direzione, il sottotitolo LA NUOVA UTOPIA che compare nella testata della rivista: utopia come rilancio di una visione progressiva e, per quanto possibile, ottimistica per uscire dalla crisi globale del progetto, della produzione e del mercato.

Copertina /Intervista
Le copertine della direzione Mendini di Domus presentano ciascuna una personalità che nel corso del tempo si sia profilata nel campo dell'architettura, delle arti o del design come autore di utopie, immaginarie o realizzate, che hanno contribuito all'evoluzione della cultura del progetto. Lorenzo Mattotti, celebre illustratore, sarà l'autore di tutti i ritratti di copertina.
Nel primo numero di aprile il protagonista della cover story sarà Tomàs Maldonado già pittore d'avanguardia, poi direttore della mitica "Scuola di Ulm" e ancora designer per Olivetti, professore universitario ma soprattutto "filosofo" e teorico del design.

Architettura
Da sempre al centro delle tematiche affrontate da Domus, l'architettura torna con il nuovo progetto editoriale ad essere analizzata in profondità, nei suoi aspetti teorici, storici ma anche di estrema attualità – con un'attenzione particolare alle tematiche del progetto nelle aree più problematiche del Pianeta.
Così, ad esempio, in questo numero il servizio di apertura è un reportage, secco e al tempo stesso struggente, sui barrios di Caracas – l'equivalente delle favelas brasiliane – dove vivono in condizioni drammatiche circa seicentomila persone. Qui il gruppo Urban Think Tank (Hubert Klumpner e Alfredo Brillembourg) ha immaginato e realizzato il progetto di un'infrastruttura di trasporto, Metro Cable, che mette in comunicazione diverse aree del Barrio di San Agustìn, uno dei più popolati di Caracas.
Il saggio di Fulvio Irace è invece dedicato a un confronto serrato tra la capacità evocativa del disegno nell'opera del grande maestro Giovanni Michelucci e le fantasie possibili oggi con le sofisticate tecniche del rendering.
Infine, il lavoro di ricerca condotto da Aldo Cibic su visioni di "Microrealtà" - con workshop, attività didattica, moltissimi modelli dalla singolare impostazione – propone un metodo di lavoro sull'architettura (analizzato da un testo di Kurt Forster) che propone importanti cambiamenti nei modi dell'abitare a partire dall'intervento sul vissuto quotidiano.

Arte
Obiettivo della sezione è principalmente riportare l'attenzione su come il progetto artistico può svilupparsi direttamente in relazione con lo spazio, gli spazi, cui è destinato o in cui nasce. Così in questo numero l'intera sezione dell'arte è dedicata al lavoro di Dennis Oppenheim - recentemente presentato in Italia con una grande personale al M.A.R.C.A. di Catanzaro. Artista sfuggente alle classificazioni ed etichettature convenzionali, Oppenheim da molti anni lavora su grandi strutture (sculture, in termini tradizionali) che evocano simboli e significati dell'architettura – trasfigurata spesso ironicamente, ma sempre con l'intenzione e l'obiettivo di permettere all'osservatore un'esperienza visionaria, simile a quella che l'autore vive dal momento in cui concepisce l'opera a quello in cui essa appare realizzata davanti ai suoi occhi.

Design
Come afferma anche Maldonado nella sua intervista in questo numero, il design deve tornare ad occuparsi di questioni e ambiti diversi da quelli convenzionali dell'arredamento, del lifestyle e delle merci di lusso. In questa direzione si propongono i nuovi contenuti della rivista riferiti al mondo degli oggetti progettati, che verranno analizzati non più come status symbol o come rappresentazioni narcisistiche dei designer stessi, ma come possibili mezzi per l'uso e l'interpretazione del mondo delle cose.
Significativi quindi i due temi principali di aprile per la sezione design: un'analisi approfondita del progetto di strumenti didattici per non vedenti realizzati a Milano presso lo storico Istituto dei Ciechi di Via Vivaio, e una prima introduzione alla terza edizione del Museo del Design presso la Triennale – una vastissima rassegna di oggetti tra artigianato, arte e disegno industriale, presentata con il titolo simbolico QUALI COSE SIAMO.

Opinioni, Belvedere, Periscopio
La nuova Domus vuole non solo analizzare, approfondire, discutere ma anche informare, divertire, incuriosire, con seria leggerezza. Così i principali contenuti della rivista sono anticipati e intervallati da rubriche, dove si alternano informazioni semplicemente visive e grandi esperti e opinion leader che intervengono su tematiche di attualità e di critica: in questo numero, tra gli altri, Carlo Guglielmi e Rosario Messina parlano della crisi e delle prospettive dell'industria dell'arredamento, Emilio Ambasz riflette sul modernismo, Emilio Battisti interviene sui temi delicati del nuovo sviluppo urbano a Milano. La sezione Belvedere presenta una ricca serie di notizie visive, su temi che vanno dal gioiello a piccole architetture residenziali. Tra le novità di rilievo sul mondo della produzione, la sezione Periscopio: Progetti e Prodotti, dove contemporaneamente appare un'informazione molto aggiornata e sintetica sulle ultime realizzazioni delle industrie ed esperimenti, progetti, ricerche di designer indipendenti ed aziende emergenti.
Tutte le rubriche e le sezioni, nuove o ridisegnate, portano nomi italiani, in omaggio al recupero di quella capacità di vedere il mondo con gli occhi dell'Italia, per cui Domus è stata sempre internazionalmente riconosciuta e ammirata.

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