A library for Villanueva

Un'architettura per i libri partecipa al programma di emancipazione sociale del governo colombiano. Design Carlos Meza, Alejandro Piñol, Germán Ramírez Miguel Torres. Testo Francesca Picchi. Foto Nicolás Cabrera Andrade.

La biblioteca di Villanueva – una cittadina ai piedi della cordigliera andina nella regione considerata il "corredor petrolero" della Colombia – è una costruzione che non si voleva sembrasse 'atterrata' come un corpo alieno calato dall'alto: l'architettura intende esprimere il radicamento in un territorio che riconosce nella presenza di un'istituzione culturale importante, quale una biblioteca, una forma di emancipazione sociale oltre che un segnale di identità urbana. I progettisti ci tengono infatti a sottolineare che la biblioteca è stata voluta dagli abitanti che ne hanno sostenuto la richiesta con una decisa mobilitazione attraverso assemblee e incontri pubblici.

È qui utile ricordare la vocazione al libro di un'intera nazione espressa dal Plan Nacional de Lectura y Bibliotecas – PNLB – voluto dalle istituzioni pubbliche per far della Colombia "un Paese di lettori". Il piano, oltre a consolidare la rete di biblioteche delle aree urbane – di cui può essere presa a simbolo la bellissima biblioteca España di Giancarlo Mazzanti a Medellín – si propone di estendere il servizio bibliotecario alle zone rurali del paese inseguendo l'obiettivo finale della "piena democratizzazione del libro". Solo nel 2007 il PNLB ha raggiunto l'obiettivo di oltre 750 biblioteche pubbliche.

A Villanueva, il progetto dell'architettura segue un programma chiaro: l'architettura ha la qualità monolitica di un volume semplice, chiaramente riconoscibile e individuabile nel corpo urbano. La pianta si costruisce nella separazione netta tra dimensione pubblica e privata: mentre il volume chiuso raccoglie le attività legate alla dimensione intima della lettura, le attività pubbliche sono trasferite sotto una grande copertura di legni intrecciati che funziona da piazza aperta sulla città.

Il volume semplice costruito di pietre rimanda a un universo tecnologico semplice, immediato, spontaneo, accessibile a tutti. Il muro di pietre – tema ricorrente nell'universo formale dell'architettura rurale – adotta il linguaggio della costruzione basata su una tecnologia elementare: infatti la biblioteca è stata realizzata con materiali locali (le pietre e i ciottoli del vicino fiume tenuti insieme da una rete metallica piuttosto che da cemento e calcestruzzo) ed è stata costruita grazie a un programma di partecipazione messo in atto sotto la stretta supervisione degli architetti: che hanno così potuto consegnare la biblioteca direttamente nelle mani della popolazione curando, nel suo farsi, ogni fase della costruzione.

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