Il labirinto elettrico di Arata Isozaki

La mostra dell’architettura di avanguardia degli anni Sessanta progettata da Giancarlo De Carlo assieme a Marco Zanuso, Albe Steiner e Alberto Rosselli per la XIV Triennale di Milano non fu mai aperta al pubblico.
Il 30 maggio 1968, durante la conferenza stampa per l’inaugurazione, gli spazi della Triennale furono occupati da centinaia di artisti e intellettuali per dieci giorni, e gli allestimenti, di Archigram, Saul Bass, Georges Candilis, Aldo van Eyck, Arata Isozaki, Alison e Peter Smithson, Shad Woods e altri, furono quasi completamente distrutti.

Per l’installazione Isozaki aveva richiesto la collaborazione di alcuni artisti suoi amici: Koe Siyura era uno dei più importanti grafici giapponesi, il fotografo Shômei Tômatzu, il compositore Toshi Ichiyanaghi, autore della componente sonora. L’allestimento consisteva in dodici grandi pannelli curvi in alluminio sulla cui superficie erano serigrafate stampe ukiyo-e con storie e tragedie della tradizione giapponese accanto a immagini dei bombardamenti atomici dell’ultima guerra. I pannelli ruotavano su se stessi al passaggio dei visitatori provocando l’apparizione improvvisa di ombre.

L’installazione di Arata Isozaki è stata ricostruita grazie al supporto delle istituzioni Castello di Rivoli, ZKM Zentrum fur Kunst und Medientechnologie di Karlsruhe, Fundação de Serralves di Porto, e presentata per la prima volta in occasione della mostra Iconoclash.

fino al 24.8.2003
Arata Isozaki. Labirinto elettrico
Castello di Rivoli, Museo d'arte contemporaneat, Torino
T +39-011-9565211
http://www.castellodirivoli.org

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