Jean Nouvel: “Abitare bene è fondamentale”

Nel suo editoriale conclusivo su Domus 1073, il guest editor 2022 affronta il tema della globalizzazione urbana e del diritto di abitare bene messo in crisi da un mondo che sta “clonando se stesso”. 

Se dico globalizzazione urbana, quali idee, quali esperienze, quali immagini vengono a galla, tentano di esprimersi? A conclusione del mio anno come guest editor di Domus, con Walter Mariotti abbiamo pensato che fosse bene sollevare i problemi di domani, parlare dell’origine delle idee, scovare situazioni non abbastanza discusse o spiegate.

La situazione mondiale non aiuta ad agire o a reagire. Le guerre, le minacce sanitarie, economiche e politiche rimandano alle calende greche le questioni sociali e umanistiche del fiorire degli esseri viventi umani, animali e vegetali essenziali a un equilibrio planetario ecologico comunque vitale in termini brevi e che è importante conservare. I disordini sociali nascono dalle insoddisfazioni vissute oggi oppure previste per il futuro.

Tuttavia, i pericoli ecologici dovrebbero costringere ad agire con costanza e a rinviare tutto ciò che è irragionevole. 

Abitare bene è fondamentale per la vita di tutti, è il punto di partenza: senza un felice territorio di vita, nulla può prosperare. La globalizzazione urbana è il risultato di un egoismo privo di coscienza dell’immediato futuro, di un’assenza generale di empatia. La richiesta rivolta agli autori di questo numero di Domus di esprimersi su questo tema è un appello a differenziare un mondo che va impoverendosi nella clonazione di se stesso, che rimpicciolisce e che il più delle volte disprezza le invenzioni e la creatività sensibile. È anche un appello ai politici perché si rendano conto che dall’architettura dipende spesso il piacere di vivere di milioni di persone. 

Domus 1073, novembre 2022
Domus 1073, novembre 2022

Tutte le proposte che rispondono a questa differenziazione sono oggi positive. Tra esse, Neom è un esempio provocatorio, ed è per questo che, spesso, suscita critiche nonostante un casting architettonico ricco e palesemente molto differenziato. In ogni caso, Neom sarà anche un’imprescindibile testimonianza di un’epoca architettonica e, come ogni invenzione, riceverà critiche a livello mondiale, negative e positive. Animerà i dibattiti, sempre desiderabili, sull’architettura e sulla cultura.

Tutti i punti di vista raccolti per questo numero di Domus sono messaggi per il domani, bottiglie gettate nel mare: cercate di comprenderli e di renderli utili per il futuro dell’umanità, che riguarda la nostra famiglia, il vostro Paese e la nostra Terra. Il mio contributo sull’analisi della globalizzazione urbana consiste nel riattivare e rivisitare la generosa impostazione di Guy Debord e dei Situazionisti, che possiede una pertinenza, una qualità umanistica e un’intelligenza di cui oggi abbiamo grande bisogno.

Su queste basi, è possibile inventare un mondo vivo e felice. Sta alle giovani generazioni ecologiste accendere la fiamma. Ricordo anche l’importanza dell’azione e dell’invenzione concreta che superano la timidezza inibitrice. I buoni sentimenti vanno bene, le idee e le azioni che cambiano il mondo ancora meglio.

Immagine in apertura: Eero Saarinen, Dulles International Airport, Washington DC, 1962. Foto G.E. Kidder Smith

Speciale Guest Editor

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